Trecento foto per raccontare il pianeta fiorito della vetta della Campania
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​Nicola Di Novella ci guida alla scoperta dei fiori spontanei del monte Cervati

Dieci amici e un grande amore per la natura: ecco il racconto di una passione infinita

Ambiente
Cilento venerdì 18 agosto 2017
di Bartolo Scandizzo
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Nicola Di Novella con il figlio Riccardo © Unico settimanale

“Un Nicola Di Novella a studiare il monte “Cervato” ci sarà sempre!” con questa “opzione sul futuro Nicola chiude un libro che chiunque ama camminare verso il monte Cervati deve mettere nello zaino.

Infatti, per chi si sposta a piedi verso il massiccio del monte che domina la “regione verde” chiusa nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, non può fare a meno di interrogarsi sull’universo di fiori e piante che si sfiorano con gli scarponi lungo i sentieri, che spuntano ai bordi delle strade bianche, che si inerpicano nei crepacci, che si sfiorano transitando nelle faggete, che si scaldano nelle macchie cresciute nelle chiarìe …

Certo, bisogna fermarsi, accosciarsi per portarsi con i sensi il più vicino possibile, fissarne i contorni, definirne i colori, sfiorarle con i polpastrelli, sentirne i profumi, inquadrare in contesto … insomma metterci un po’ di passione per capire l’essenza di esistenze di forme di “vite” integrate nella natura.

Nicola Di Novella ha dedicato questo libro fotografico, oltre alla sua famiglia, a dieci amici che negli anni lo hanno accompagnato alla scoperta di una montagna che fino agli anni ’50 era solo fonte di sussistenza per uomini e armenti, oltre che per l’insediamento di un’agricoltura di montagna che integrava l’economica delle famiglie di pastori e allevatori soprattutto per l’autoconsumo.

Anche quando Nicola indica un elenco di persone fotografate con lui sul monte Cervati non è difficile rendersi conto che si tratta di persone che, in un senso o nell’altro, fanno parte o sono entrate a far parte della sua grande famiglia lanciata alla scoperta del tesoro a cielo aperto che la natura ha voluto mettere a disposizione di noi figli di una terra da sempre considerata vara di risorse.

Ed ecco perché l’Ecomuseo della Valle delle orchidee e della antiche coltivazioni, che lui ha fondato e portato alla ribalta del grande pubblico, è l’eredità che chiunque ha a cuore la conservazione della biodiversità nell’area del nostro parco deve sforzarsi di arricchire sia con la divulgazione delle ricerche che custodisce sia con ulteriori studi.

Siamo certi che prima Nicola stesso e poi i suoi figli e nipoti non lasceranno cadere il testimone che egli consegnerà loro nel tempo che verrà. Allo stesso tempo, gli studiosi, gli escursionisti, gli amanti della montagna e chi ha responsabilità istituzionali dovranno continuare ad osservare la natura con più attenzione anche grazie alla “Guida illustrata ai fiori spontanei del monte Cervati”.

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