Mero rinvio per sospensione elettorale. Solo il 28 marzo si deciderà sull’istanza di perizia sui terreni

Salerno, processo Chernobyl

Il 28 marzo prossimo si dovrà decidere anche sulla mia istanza di perizia sui terreni sequestrati oggetto del presunto inquinamento

Ambiente
Cilento lunedì 19 marzo 2018
di Antonella Citro
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Vallo di Diano © n.c.

“Il rinvio c’è stato per il provvedimento a firma del presidente del tribunale di Salerno che ha sospeso tutte le operazioni in virtù delle elezioni che si sono tenute il 4 marzo. Nulla di fatto allora. Il 28 marzo prossimo si dovrà decidere anche sulla mia istanza di perizia sui terreni sequestrati oggetto del presunto inquinamento. Solo in quella data vedremo il tribunale come deciderà”, sono le parole pronunciate dall’avvocato Antonello Rivellese che difende il comune di Sala Consilina che si è costituito parte civile nel processo Chernobyl. Oggi, doveva celebrarsi l’ultima udienza al tribunale di Salerno dove si sta tenendo il processo, ma di fatto c’è stato un mero rinvio del giudice per sospensione elettorale fino a domani. “Il pubblico ministero la volta scorsa aveva fatto richiesta di assoluzione per tutti gli imputati perché non c’era la prova dell’inquinamento e dunque il fatto non sussiste – continua Rivellese – noi ci siamo opposti a questo sostenendo che non è stato effettuato alcun accertamento nel sottosuolo per verificare se c’erano inquinamenti importanti e l’Arpac quando è andato sui terreni ha verificato che c’erano dei limiti di legge violati e invocava accertamenti più approfonditi che in 14 anni non sono stati fatti”. Il processo vede sul banco degli imputati 37 nomi finiti nell’inchiesta condotta dalla Procura di Santa Maria Capua a Vetere, tutti sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di delitti ambientali inerenti il traffico illecito di rifiuti speciali, il danneggiamento aggravato, la gestione illecita di rifiuti inquinanti dispersi nell’ambiente, il disastro ambientale, falsi e truffa aggravata ai danni di enti pubblici. Battute finali di un processo che ha scosso e diviso su due fronti l’opinione pubblica del Cilento e del Vallo di Diano direttamente coinvolti mentre si avvicinano anche i termini della prescrizione previsti a maggio 2019. Cresce cioè la preoccupazione che tutto possa concludersi in una grande bolla di sapone e che quattordici anni di processo non abbiano condotto a nessun accertamento sui terreni invece da anni sequestrati. Per questa ragione, le parti civili, si sono opposte perché venga fatta luce sugli accadimenti.

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