Albanella e la "buona stagione"

Lettera aperta al Sindaco, il mio amico Renato Josca

​Ora che con il mese di ottobre torna il paese (una volta anche le scuole !) a raccogliersi intorno al suo primo cammino e lontano lentamente si vanno spegnendo le luci e i clamori (...)

Attualità
Cilento lunedì 09 ottobre 2017
di Gaetano Ricco
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Renato Josca © n.c.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Caro Renato,

Ora che con il mese di ottobre torna il paese (una volta anche le scuole !) a raccogliersi intorno al suo primo cammino e lontano lentamente si vanno spegnendo le luci e i clamori delle feste agostane mi piace di scriverti e di con te ricordare come un dì insieme coltivammo alto un sogno, il sogno di fare grande e bella Albanella e … fummo davvero felici quando in quel lontano anno 1994 approdammo e per la prima volta al governo di Albanella e insieme tenemmo quella feconda fatica amministrativa che tu stesso, con una bella espressione, definisti una buona stagione”. E fu davvero una buona stagione comprendendo e non solo nel titolo della nostra lista quella che fu per Albanella davvero una vera “Primavera Democratica”. Il sogno allora ci comandava ed era così forte dentro di noi il desiderio di fare grande Albanella che quando all’inizio del nostro mandato, decidemmo di dichiarare il Bosco di Camerine “Oasi naturale e protetta” affidata alla gestione del WWF Italia, scatenando e non solo la feroce reazione dell’Assessore Provinciale alla Caccia e alla Pesca che vedendosi sottrarre “l’osso”, ci intimò di annullare“ad horas” la nostra delibera e noi invece di indietreggiare, resistemmo e solo per te, ricorderai, continuando fummo poi alla fine vincitori … tanto che superato quel primo ostacolo vennero poi e numerose altre e più condivise ed importanti decisioni come quel primo progetto di valorizzazione del nostro “Centro Storico” con la prima,vera pavimentazione in pietra che unita a quella prima ricerca affidata ad un “pool” di storici dell’Università di Salerno diede ad Albanella, con l’autorevolezza delle fonti storiche, la sua prima “storia scritta”. O ancora quella prima, organica sistemazione dell’“Archivio storico comunale” che tolto all’umidità del deposito “mercato coperto” fu allora per la prima volta catalogato, fascicolato e poi degnamente collocato al servizio dei cittadini presso la sede della associazione culturale dell’ “Opera Nicola Vernieri” e che come ricorderai produsse nuove e più approfondite ricerche non solo su Albanella e ma sulla sua storia. O ancora la stessa “Opera Nicola Vernieri” che noi fondammo e che tu , Renato, volesti fosse da tutta Albanella finanziata con quel simbolico contributo di 1 euro per ogni abitante perché … alto correse il nome e l’opera del nostro grande poeta Nicola Vernieri, che, in quegli anni raccogliendo l’entusiasmo e la passione di tutti noi crebbe tanto che presso l’Università degli Studi di Salerno vennero, non una ma due e sarebbero state tre, tesi, su Nicola Vernieri, discusse. E ancora la “Biblioteca Comunale” che pure noi, dopo anni di chiusura, riaprimmo portando al successo quel progetto culturale de’“I Venerdi Letterari” che offrendosi a dare voce ai tanti poeti e scrittori della nostra terra portò di Albanella con il nome del suo grande poeta Nicola Vernieri sempre più in alto!

O ancora la gioia a ricordare di quel primo scoprimento del “cippo alle origini di Albanella” che tanto ci accese nel varare poi il progetto delle “Lapidi” che scoperte in un tripudio tricolore di popolo narrarono a tutti noi e per la prima volta sui muri, di quanto antica e nobile fosse la nostra storia e di quanto grande fosse stata di Albanella la parte nella costruzione dell’Italia di oggi!

O il “Gemellaggio con il paese greco di Thracomakedones che vide fregiarsi Albanella della palma del primo gemellaggio stipulato da un paese della“chora pestana con la “madrepatria greca” . E che la madrepatria greca onorata a sua volta di tanta memoria volle con il simbolico dono di una piccola, fragile piantina di “ulivoonorare e che tu, Renato, ricordi, in una solenne e partecipata cerimonia popolare, insieme al sindaco di Thracomakedones, piantasti, in segno di pace tra i popoli, in quell’angolo di piazza Municipio, dove ancora oggi crescendo forte e rigoglioso, resta in eterno a testimoniare la grande fede europeista nostra e di tutto il popolo di Albanella!

Ma non fu quella “buona stagione” solo identità, storia e cultura chè molte altre e più importanti opere vennero, tra queste l’istituzione, presso l’ esistente Istituto Professionale commerciale di Albanella, della nuova sezione “Alberghiera” che tante speranze alimentò e non solo negli studenti che vennero numerosi ad iscriversi ad Albanella ma anche in tutta la popolazione che con la sua attiva partecipazione non solo approvava ma ci incoraggiava chiedendoci di continuare e noi continuammo chè così in quel sogno Albanella cresceva e davvero altre opere vennero, alcune fra tante, il rifacimento e l’allargamento della strada di “Tempa la Guardia” che portando Albanella velocemente sulla statale n. 166 di Fonte di Roccadaspide le consegnò ancora una volta e per sempre quello era ed era stato l’azzurro mare della sua grande madre Paestum. O ancora l’antica “strada- scorciatoia” oggi nominata della “Fanciulla Offerente” (la cui tomba ( V sec. a.C.) negletta giace abbandonata nei polverosi depositi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli in attesa di tornare alla sua antica patria di Albanella!) che noi ritracciammo accelerando, dopo anni di curve lunghe e pericolose, il percorso verso la piana avvicinando per sempre Matinella ad Albanella con San Cesario e tutte le altre località del comune chè questo era “il nostro sogno” di vedere, dopo anni di contrasti e divisioni, un “paese unito” che memore della propria identità e della propria storia sapesse guardare con fiducia e lungimiranza al futuro!

Eravamo una squadra allora e qualcuno di noi crescendo diventò anche sindaco e grande con noi era il nostro cuore e la politica che pure è confronto difficile non ci impediva, concordando alla fine, di andare avanti e operando cresceva con il nostro sogno, Albanella ed eravamo da Albanella amati e condivisi, tanto che quando poi dopo quattro anni di intenso lavoro vennero le nuove elezioni amministrative dell’anno 1999, il popolo tutto di Albanella rispose e con te, Renato, che fosti laureato uno dei sindaci più votati d’Italia, tutti fummo promossi e grande fu con la vittoria la gioia di tutti chè grande era allora, come una casa, il nostro cuore ma poi … inesorabile venne sottile il vento a scuotere le nostre ambizioni e con le logorroiche e strumentali discussioni con la politica politichese noi cambiammo e con noi anche il nostro cuore che indurendosi poi nel tempo inesorabilmente in quel freddo iniziò dell’anno 2003 improvvisamente si spezzò, pregiudicando il nostro cammino ed … oggi che, ancora tuo amico ed elettore, dopo tanti anni di silenzio, alla soglia quasi della vecchiaia, mi accingo a tenere più che dei “granai pubblici” i conti della mia vita e inesorabile davanti a me vedo avanzare a passi sempre più veloci la “nerovestita, mi chiedo: in quella “buona stagione” che ci vide insieme a tanti altri nostri compagni protagonisti fecondi ed operosi, quale fu la mia parte (nessuna dirà qualcuno ed avrà certamente le sue tante ragione!) e quel sogno che pure coltivammo insieme con tanto entusiasmo, esistette (come questa lettera!) davvero o non è stata invece solo la nostalgica “fola” di un vecchio sognatore che sognando improvvisamente si desta e destandosi trasale : “sogno o son desto?

Questo ti dovevo,Renato, e questo mi sentivo e questo è il… mio “fiore” per Albanella!

(Ideata e poi stesa nelle prime ore di venerdì 29 settembre dell’anno 2017)

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I commenti degli utenti
  • Pasquale Quaglia ha scritto il 10 ottobre 2017 alle 16:30 :

    Non fa una piega Gaetano ma un passaggio sul ruolo e sulle responsabilità che si assunse l'opposizione in quel contesto andava fatto, secondo me. Rispondi a Pasquale Quaglia

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