Manifesti funebri e lettera intimidatoria

Minacce al consigliere Franco Di Biasi

Nella settimana che porterà i cittadini agropolesi al voto sale in cattedra il caso Di Biasi, l’attuale consigliere della maggioranza si è visto affiggere, dinanzi alla sua attività di telefonia, una serie di manifesti funebri

Cronaca
Cilento venerdì 09 giugno 2017
di Enrico Serrapede
Immagine non disponibile
Franco Di Biasi © Unico

Alla vigilia della settimana che porterà i
cittadini agropolesi al voto sale in cattedra il caso Di Biasi, l’attuale
consigliere della maggioranza si è visto affiggere, dinanzi alla sua attività
di telefonia, una serie di manifesti funebri. Inoltre ad alcuni candidati è
stata recapitata una lettera in cui vengono raccontati una serie di aneddoti
sulla vita privata e presunte malefatte del consigliere cui non è rimasto che
presentare querela alla stazione carabinieri. L’episodio ha senza dubbio
sconvolto per certi versi tutto l’ambiente politico che mai aveva vissuto tali
atti. La reazione dello stesso Di Biasi non si è lasciata attendere: “Sono
fortemente turbato, amareggiato e deluso! A questo primo stato d’animo, umano,
a seguito di tante attestazioni di stima di amici, elettori, ma anche avversari
politici, col passare delle ore se n’è sostituito un secondo corroborato dalla
consapevolezza di aver lavorato sempre con il massimo impegno, la massima
onestà e sempre nell’interesse della comunità, La serenità di essere una
persona per bene di cui tutta la mia famiglia può esserne orgogliosa. Spero che gli autori
di queste gesta intimidatorie e vigliacche, che a giorni verranno smascherati
dalle forze dell’ordine, possano immaginare un eventuale stato d’animo delle
loro famiglie, madri, padri, mogli e figli a seguito di falsità contro di loro,
falsità create ad hoc per delegittimare una persona che da sempre è vicina alla
gente, anche a coloro che non l’hanno votato, senza alcuna arroganza e sempre
disposta ad un confronto nel massimo rispetto reciproco, con l’unica finalità
di fornire risposte concrete quando una parte della politica ricorda i
cittadini solo al momento del voto”. Di Biasi chiude poi dicendo: “Vi ringrazio
della stima che Mi avete sempre mostrato e siate sicuri che non tradirò mai la
fiducia che Mi vorrete dimostrare”. Subito dopo la denuncia è partita la
macchina investigativa delle forze dell’ordine, i frutti non sono tardati ad
arrivare grazie alle telecamere di sicurezza che hanno immortalato i colpevoli
durante il vile gesto. Da qui si è aperta una nuova polemica che ha visto
tirare in ballo anche candidati e attivisti del Movimento Cinque Stelle di
Agropoli. A spiegare la situazione è stato lo stesso Caccamo: “Negli scorsi
giorni siamo stati ripetutamente tirati in causa e spregevolmente accusati
degli incresciosi episodi accaduti al consigliere e candidato del Partito
Democratico Franco di Biasi. Sentiamo la necessità morale di intervenire con
forza in merito alla vicenda che ribadiamo essere a noi completamente estranea.
Convocati addirittura presso la locale stazione dei Carabinieri di Agropoli, abbiamo
avuto la possibilità di visionare il video che ritrae i veri autori del gesto
che non riconosciamo essere né alcun nostro candidato né alcun nostro attivista
o nostro simpatizzante. Per noi il concetto di fare politica è tutt'altro e il
nostro esempio quotidiano lo dimostra anche e soprattutto sui temi della
legalità, del rispetto e della trasparenza”. Il candidato a sindaco ha anche
aggiunto: “Pur restando ferma la nostra intenzione di voler tutelare i nostri
diritti e la nostra integrità nelle sedi opportune, di questa vicenda rimangono
comunque degli inquietanti interrogativi non risolti e sui quali speriamo si
faccia presto chiarezza: 1. Chi sono gli autori del gesto; 2. Chi sono i
mandanti; 3. E, soprattutto, quali le vere ragioni del compimento di tali
spregevoli gesti che turbano la serenità collettiva e nulla hanno a che vedere
con le questioni di rivalità politica, men che meno quella degli schieramenti
avversi al Partito Democratico”. Il tutto per quanto riguarda l’episodio dei
manifesti funebri, per quanto riguarda invece la lettera denigratoria nulla è
ancora trapelato e la stessa rimane in mano alle forze dell’ordine ancora
attive nelle operazioni investigative.

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