Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: “Camminare per conoscere e tutelare”

La “Via del Sale”

La Via Istmica è stata un’antica via di comunicazione che collegava lo Ionio con il Tirreno; via comoda di passaggio, di transumanza, di commercio, che collegava l’interno e il mare, per questo anche chiamata “Via del Sale”.

Cultura
Cilento mercoledì 29 novembre 2017
di Massimiliano De Paola
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La "Via del Sale" © unico

Cari lettori, abbiamo deciso di dedicare questo numero di Unico ai Cammini e ai Sentieri del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Io ho pensato di portarvi, se volete, almeno col pensiero, sulla Via Istmica.

La Via Istmica è stata un’antica via di comunicazione che collegava lo Ionio con il Tirreno; via comoda di passaggio, di transumanza, di commercio, che collegava l’interno e il mare, per questo anche chiamata “Via del Sale”.

Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è un crocevia di numerosi antichi sentieri e rappresenta, lungo l’Appennino meridionale, un’importante nodo nella rete escursionistica nazionale. Camminando lungo gli antichi itinerari che conducono ai luoghi più suggestivi del Parco, tra panorami e paesaggi che spaziano dal mare alla collina e alla montagna, la natura incontaminata di questa area protetta incanta e seduce.

L’Ente Parco, preposto alla tutela ed alla valorizzazione del territorio, con particolare riferimento alle sue eccellenze, promuove la pratica dell’escursionismo, inteso come disciplina non competitiva: “Camminare per conoscere e tutelare”. Tale approccio, insieme alla creazione di una rete di sentieri percorribili, attua un modello gestionale che consente di valorizzare il territorio protetto dal punto di vista ambientale, economico e sociale, anche mediante la riscoperta del suo immenso patrimonio culturale, in un processo di accrescimento della consapevolezza da parte delle comunità locali.

Questo è anche un modo per promuovere il trekking, inteso non solo come pratica motoria, ma soprattutto come strumento per scoprire l’ambiente, il territorio e la cultura delle comunità locali, valorizzando il tema del turismo della lentezza di qualità, centrato sull’escursionismo, forma di conoscenza, fruibilità e valorizzazione del territorio.

In Italia sono più di 6500 i km di cammini naturalistici, religiosi, culturali e spirituali, spesso poco conosciuti, che aspettano di essere percorsi per far apprezzare a sempre più persone le potenzialità del nostro territorio. Ad accrescere l’offerta escursionistica del Parco sono sorti negli ultimi anni alcuni percorsi a tappe che attraversano, talvolta solo marginalmente, l’area protetta. In alcuni casi nascono da istanze religiose, in altri casi ci sono motivazioni storiche o culturali alla base dei percorsi. Tutti sono comunque un’ulteriore opportunità di visita e conoscenza del territorio e, perché no, un’esperienza, così come ogni viaggio, da sempre metafora della condizione umana.

Tra questi desidero segnalarvi un intervento realizzato recentemente dal Parco che riguarda il recupero e la valorizzazione della Via Istmica. La Via Istmica era un antico attraversamento che univa le colonie magnogreche di Sibari e Paestum, passando per la terraferma, senza dover circumnavigare la Calabria. Essa rappresentava, dunque, il collegamento più veloce per raccordare le due colonie. Il tratto in questione riguarda ovviamente la parte campana, da Paestum attraverso la Sella del Corticato (principale passaggio attraverso il massiccio degli Alburni e del Cervati) e la depressione del Vallo di Diano.

La Via Istmica tocca alcuni punti nodali fondamentali del territorio del Parco come il Santuario della Madonna del Granato, Roccadaspide, la Valle del Calore, Bellosguardo, Corleto Monforte, Roscigno, Sacco e la Sella del Corticato, Teggiano e alcuni dei principali geositi.

Questa via rappresenta un itinerario culturale e ambientale, di collegamento funzionale ed ideale tra le migliori emergenze naturalistiche e le emergenze culturali del GeoParco, ripercorrendo attraverso le strade ed i sentieri esistenti, un tracciato non dissimile da quello che costituì la Via Istmica originaria, integrato con aree sosta, cartellonistica tematica e centri informativi in più punti dell’intero percorso, con lo scopo di fornire al fruitore dell’itinerario informazioni sull’area che sta percorrendo riguardanti sia l’aspetto naturalistico (emergenze geologiche, specie botaniche e zoologiche) che storico-culturali (musica, eno-gastronomia, tradizioni, manufatti architettonici o artistici).

Va inoltre evidenziato che nel territorio del Parco esistono le seguenti istituzioni che già svolgono geo-attività in accordo con l’Ente Parco:

1) La società Grotte di Castelcivita srl, che gestisce le omonime grotte, organizza visite guidate ed attività, quali spettacoli teatrali, per la valorizzazione e la protezione di questo geosito;

2) La Fondazione MIdA (Musei Integrati dell’Ambiente), i cui soci sono la Regione Campania, la Provincia di Salerno ed i Comuni di Auletta e Pertosa, che ha come scopo di operare per la valorizzazione delle risorse ambientali e dei beni culturali locali. Essa gestisce le famose grotte dell’Angelo di Pertosa-Auletta (geosito) nonché il museo del Suolo e il museo speleo-archeologico a Pertosa.

3) Comune di Morigerati che gestisce l’Oasi di Morigerati in collaborazione con il WWF. L’Oasi è il progetto di conservazione più importante del WWF Italia e rappresenta l’intervento concreto in difesa del territorio naturale e della biodiversità. Creata nel 1985, ha un’estensione di 607 ettari. L’area è attrezzata con percorsi natura che ne valorizzano l’unicità geologica (grotta carsica del fiume Bussento) e la biodiversità;

4) Club speleologico del Vallo di Diano: organizza escursioni nell’area carsica di Vallivona e dell’omonimo inghiottitoio;

5) Associazione “Gole del Calore” di Felitto organizza escursioni con guide lungo le gole del Calore (trekking e canoa).

Da non trascurare, infine, la presenza su tutto il territorio di una fitta rete di strutture ricettive (alberghi, aziende agrituristiche, bed & breakfast, ospitalità diffusa, paesi-albergo, rifugi, etc.) e di 41 musei (archeologico, paleontologico, geologico-speleologico, naturalistico, della civiltà contadina, del mare, etc.) che, unitamente alla rete dei sentieri del Parco, di fatto garantiscono già da oggi una percorribilità ed una fruibilità del territorio secondo quei principi di sostenibilità che sono alla base dei fini istitutivi del Parco.

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