Il vino delle terre di Lucio Manneus Q. Medic

Caggiano. La cucina dai Borbone ed oltre

​L’arte culinaria caggianese si costruisce e si sviluppa parallelamente alla sua storia subendo l’influenza di svariate culture, in particolare di quella napoletana del 1700, del 1800 e degli inizi del Novecento.

Cultura
Cilento mercoledì 21 febbraio 2018
di Massimiliano De Paola
Immagine non disponibile
Caggiano (SA) © n.c.

L’arte culinaria caggianese si costruisce e si sviluppa parallelamente alla sua storia subendo l’influenza di svariate culture, in particolare di quella napoletana del 1700, del 1800 e degli inizi del Novecento.

Tale influsso scaturisce principalmente dalla circostanza che molte famiglie nobili e personaggi di cultura di origine caggianese, residenti stabilmente a Napoli, erano proprietarie di estesi possedimenti a Caggiano ed attingevano da tale terra i prodotti base, nonché il proprio personale di servizio: l’ottima qualità degli alimenti e degli aromi si è mescolata alle tecniche culinarie partenopee, dando origine a piatti ricchi, estremamente elaborati, che negli anni sono diventati protagonisti di una cucina di alta qualità ed unici, per la loro particolarità.

E’ sorta, così, una vera e propria scuola e tradizione culinaria tramandata, di generazione in generazione, grazie all’opera di maestri cuochi, l’ultimo dei quali, che, tra l’altro, divideva la propria opera tra Napoli e Caggiano, è Pucciarelli Francesco (1860-1936), in arte “Ze Còca”, al quale si deve l’ultima versione del celebre “pasticcio caggianese”.

Dalla sua opera, tramandata nella famiglia alla figlia Giuseppa, nasce la scuola delle “cuoche della cucina caggianese”, alcune delle quali, per la loro abilità, sono ricordate ancora oggi (Celina, Giuseppina, Aurora, Antonietta, e solo poche altre ancora).

Il legame tra la piccola Caggiano e la metropoli napoletana trova, altresì, ulteriori riscontri anche in diverse figure di grandi uomini che si sono particolarmente distinti per dottrina, per amor patrio e per opere umanitarie, nei seguenti periodi storici:

  • -Nel 1700, VINCENZO LUPO, Presidente dell’Alta Corte Militare (Caggiano, 15 agosto 1755 – 20 agosto 1799) e GIUSEPPE ABAMONTE, Presidente della Repubblica Napoletana (Caggiano, 1759 – Napoli, 1819), entrambi patrioti e martiri della Rivoluzione Napoletana del 1799;

  • -Nel 1800, lo scultore, docente dell’Accademia EMANUELE CAGGIANO; il Sindaco, giurista, PASQUALE ISOLDI; lo speleologo, scopritore delle Grotte dello Zachito e di Frole e primo esploratore di quelle di Pertosa, il Prof. PAOLO CARUCCI (Caggiano, 1842 – Napoli, 1925); il fondatore dell’Osservatorio Agrario, Meteorologico e Geodinamico Cav. ERMINIO MORONE;

  • -Inizi del 1900, il docente di fisica AGOSTINO MORONE; il compositore NESTORE CAGGIANO (Caggiano, 1888–1918), nonché la totalità della nobiltà locale (tra le quali spicca quella dei BONITO OLIVA).

Oltre ai prodotti e ai piatti tipici, non si può non segnalare l’alta qualità dell’olio di oliva e del vino: in particolare è documentato dall’epigrafe greco-romana ritrovata in Località Massavetere di Caggiano, lungo la Via Aquilia, che il medico L. Manneus Q. Medic utilizzava, con grande efficacia, il vino e le erbe officinali del luogo a scopo terapeutico.

Tipici del territorio, inoltre, sono il CARCIOFO BIANCO e la SSU-BBR-SSA’-T (soppressata, carne di maiale, tritata col coltello, con pezzetti di lardo, sale, pepe nero non macinata e insaccata).

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