“Una scelta dettata dalla passione per la politica”

Il valdianese Emanuele Florio alla Scuola di politiche di Enrico Letta

"Sono convinto del fatto che nella vita e in politica le cose vanno affrontate step by step, occorre evitare comportamenti arrivisti ed autoreferenziali. (...)"

Politica
Cilento giovedì 05 ottobre 2017
di Antonella Citro
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Emanuele Florio alla Scuola di politiche di Enrico Letta © unico

Emanuele, perchè questa scelta?

Questa scelta è dettata dalla passione per la politica, per arricchire ed ampliare quanto più possibile questa mia inclinazione. Solo con una buona formazione e una corretta istruzione possiamo proporre un’alternativa valida alla politica odierna. Una delle tante cose che ho imparato in questa scuola è che bisogna proporre il meglio, non l’alternativa al peggio.

Come hai conosciuto questa scuola?

Grazie ad un mio amico, Angelo Lorusso che ha già frequentato questa scuola e che ringrazio di avermela fatta conoscere. Nel programma ho riscontrato nomi di personalità nell’ambito accademico, politico, giornalistico e non solo, come Romano Prodi ed Enrico Letta, ma anche Marco Damilano, Maurizio Viroli, Gianfranco Pasquino, Angelo Panebianco, Pietro Grasso e altri ancora. Insomma una scuola prestigiosa. Prestigio che trovava riscontro sia, nella grande preparazione dei relatori che nell’ottimo livello culturale dei partecipanti che vi hanno partecipato. Ho conosciuto ragazzi che hanno frequentato ad esempio le scuole di Parigi, Bruxelles, Washington. Ma soprattutto, uno dei motivi per cui ho scelto di frequentare questa scuola è perché questa, è una scuola di politiche e non di partito, una scuola che mira all’insegnamento multidisciplinare, dalla visione europea e internazionale, è attenta alle competenze comportamentali, di leadership e di comunicazione.

Quali corsi hai seguito?

Alla Summer School, nella seconda settimana di settembre, ho seguito il corso Palazzi del Potere e Municipi del Potere 1994-2017, rotture e continuità nella classe politica italiana con Davide Allegranti, Monica Guerzoni e Fabio Martini; La rottura della verità, relatori Pierfrancesco De Robertis, direttore de La Nazione ed Enrico Giovannini, ex Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Il penultimo giorno ho seguito Do you speak meme con Marco Laudonio, Raffaele Boninfante e altri admin di pagine Facebook. Quello che ho trovato più utile, dato il mio percorso di studi in Ingegneria, è stato quello sul Job Matching Project dove abbiamo incontrato 15 HR di importanti aziende con cui abbiamo simulato un colloquio di lavoro.

Perché un giovane dovrebbe formarsi attraverso le scuole di politiche? Perché è utile?

Sono convinto del fatto che nella vita e in politica le cose vanno affrontate step by step, occorre evitare comportamenti arrivisti ed autoreferenziali. A mio avviso, è necessario, una buona formazione politica. Non bisogna vivere soltanto di questo però. Chi fa politica deve svolgere la sua professione, altrimenti, non sarà mai libero di fare le scelte giuste e soprattutto non saprà mai com’è fatta la vita reale. Bisogna avere l’umiltà e il valore aggiunto nell’avere i piedi per terra. Penso che, alla politica di oggi manchi il parlare come la gente comune, assistiamo spesso a discorsi aridi, in burocratese stretto che fanno sentire sempre più lontani i cittadini dalle istituzioni. Avverto inoltre, un senso diffuso e forte di avversione verso una politica che è importante, che conta, ma che raramente ne è all’altezza. Tutto ciò, porta spesso le persone ad aderire a discorsi populistici che suscitano false speranze e provocano soltanto delusioni. Bisogna quindi che la proposta politica sia coerente, lineare e incarnata da persone credibili. Bisogna investire di più nelle nuove generazioni perché ci sono tanti giovani che hanno voglia che qualcuno dia loro fiducia per agire nel nome del bene comune.
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