Articolo del 2016

Lettera aperta al “portavoce” nel Consiglio regionale M5S

Nel 2016 scrivemmo una lettera aperta a Michele Cammarano in merito all'indennità di carica. Non ricevemmo risposta, ma quella lettera, oggi, è sempre più attuale

Politica
Cilento venerdì 16 febbraio 2018
di Moncil
Immagine non disponibile
Michele Cammarano e Luigi Di Maio © n.c.

Scorro spesso la pagine FB di Michele Cammarano, il portavoce a 5 stelle che esercita il suo ruolo di sugli scranni del Consiglio regionale della Campania. Interviene su tutto, presenzia a molte iniziative dentro e fuori il territorio del suo collegio elettorale, e, in alcune occasioni anche oltre. In molti casi prende iniziative dimostrative e le esalta portandole a conoscenza dei suoi “amici” sulla pagina FB. In altri casi riporta il pensiero e il “modus operandi” del movimento a livello nazionale facendo, anche in quel caso, il portavoce per conto di Grillo, Di Maio, Fico, Di Battista, Raggi … ovviamente si guarda bene di farlo, dopo la scomunica, di Pizzarotti e di altri in rotta con il movimento. Insomma, è un portavoce dei cittadini che lo hanno votato e del movimento con cui è allineato e dal quale si fa dettare la linea mutando atteggiamento in base agli input che arrivano dalla “casa madre”. Tra i tanti interventi che si possono leggere ho scelto due argomenti che ritengo meritevoli di un breve commento …

Il primo riguarda la riduzione degli stipendi: Lo stipendio di un consigliere è di circa 6.600 euro per l’indennità di carica, più 4.400 Euro per il rimborso delle spese per l’esercizio di mandato. I consiglieri pentastellati si sono ridotti l’indennità di carica da 6.500 da 5.000 Euro lordi. Pertanto lo stipendio netto per ogni consigliere è di poco più di 3.000 Euro; ai quali si aggiungono altri 4.400 Euro al mese che, secondo le regole del M5S, se vengono spesi, sono rendicontati, altrimenti lasciati, anch’essi, alla regione. Inoltre, chi fa il presidente di commissione, prende altri 1.485 Euro e chi ha l’incarico di vice presidente o segretario, ha un rimborso lordo di 1.212 Euro. Per cui l’unico il taglio certo che riguarda i sette consiglieri è quello relativo all’indennità di carica quantificabile pari a 2.200 Euro lordi. Mentre, ogni consigliere in media, ha rendicontato spese per esercizio di mandato pari a 2850 Euro al mese ( il calcolo è stato fatto in base alla dichiarazione della capogruppo Valeria Ciarampino che ha indicato la cifra di “105.000 Euro restituiti in 4 mesi dai 7 consiglieri regionali”).

Nel merito e “camminando” sullo stesso crinale dei portavoce pentastellati che invitano tutti i colleghi a fare altrettanto, sarebbe facile far notare che 5.850 Euro al mese non sono bruscolini: si può sempre fare di più: decurtare, decurtare, decurtare!

Infatti, a parte pochi fortunati, tra cui anche i 7 portavoce che si sono “onorevolmente” decurtati lo stipendio, tutti gli altri lavoratori (non parliamo di chi un lavoro lo ha perso o non ce l’ha) che vivono di stipendio o salario, a loro le spese di “produzione” (a titolo d’esempio: carburante, cestino con il panino o mensa … non sono rimborsate a pie’ di lista fino ad un massimo di 4.400 Euro al mese (2.850 € in media nel nostro caso). E continuando, sarebbe utile e interessante conoscere nel dettaglio quali spese sono state ammesse a rimborso (ricordiamo tutti le interminabili disquisizioni durante i mesi successivi alle lezioni politiche quando i Tg ci intrattenevano sulla rendicontazione dei portavoce deputati dei 5 Stelle in Parlamento e relative espulsioni di alcuni di loro che non riuscivano a tenere il passo e stilavano la lista in ritardo …).

Il secondo caso che vorrei sottolineare a Michele è relativo alla disinvoltura con cui “usa” il focolare domestico, cioè la sua famiglia, nella comunicazione della sua attività politica. Sembra che l’attività politica sia permeata e intrecciata con eventi legati alla quotidianità dei rapporti tra padre, figlio e moglie. Caro Michele, mi sembra esagerato … quello che oggi sembra una marcia trionfale in cui tutto può essere caricato sul carro della “gloria” potrebbe essere ingombrante in tempi più difficili. Soprattutto considerando quello che accade su FB e come si rapportano molti dei tuoi sostenitori nei confronti di altri rappresentanti del popolo (anch'essi legittimamente eletti) che coinvolgono familiari nella disputa politica, se così si può chiamare. Richiamare a giorni alterni il bambino e la consorte a testimonianza dell’impegno quotidiano dell’espletamento del mandato politico intenerisce senz'altro, ma presuppone che loro stessi possano diventare obiettivi da “inquadrare” da parte degli avversari o, peggio ancora, nemici …

Dopotutto, non bisogna dimenticare che piazze, siti e blog del “movimento” non sono luoghi adatti a bambini … per esempio i “W day”, che letteralmente significa “vai a prenderlo nel culo”, può essere più difficile da spiegare a grandi e piccini intorno al fuoco che gridarlo in faccia a qualcuno o, meglio ancora, al mondo intero e, quindi ad ognuno di chi non si fa convincere dalla giaculatoria grillina!

Moncil

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