Capaccio/Paestum: pensare greco agire romano per investire in cultura

Capaccio/Paestum: pensare greco agire romano per investire in cultura

​Un po’ dappertutto, nel territorio provinciale, ci sono monumenti e pagine di storia che ci richiamano alla memoria i nostri Padri Greci e Romani, che hanno lasciato tracce del loro passaggio.

LIUCCIO GIUSEPPINO I Viaggi del Poeta
Cilento - venerdì 18 maggio 2018
Tempio di Nettuno
Tempio di Nettuno © Unico Settimanale

Un po’ dappertutto, nel territorio provinciale, ci sono monumenti e pagine di storia che ci richiamano alla memoria i nostri Padri Greci e Romani, che hanno lasciato tracce del loro passaggio.

Una delle località più emblematiche di questa ossificazione della storia passata, che spesso si riattualizza e diventa vademecum di vita anche per il presente, è fuori dubbio Paestum.

La città dissepolta della Magna Grecia, punto di approdo e snodo delle rotte del Mediterraneo, che influenzarono cultura, economia e costumi dei territori di mare, sempre, e di quelli dell'interno, qualche volta, accende interesse e attenzione giustificata sul tema, soprattutto d’estate, quando si organizzano manifestazioni nell’Area Archeologica, alcune di buon livello, altre discutibili, alcune, infine, decisamente da condannare e disertare. Ma tutto fa massa e circuita buoni affari per i ristoranti e le pizzerie. E non si va tanto per il sottile.

Ne ho scritto e parlato a lungo per amore di cultura, innanzitutto, ma anche per orgoglio di identità e di appartenenza, giacché è la terra che mi ha dato i natali e, nel mio vagabondaggio inquieto ed irrequieto per l'Italia e per il mondo, l'ho sempre considerata la mia Itaca, il mio porto/quiete a recupero di ricordi personali e di memorie collettive.

Anche per questo mi piacerebbe che i miei conterranei, pensassero GRECO ed agissero ROMANO, riscoprendo parte di vocabolario e prassi quotidiana dei Nostri Antenati.

I Greci usavano la parola UBRIS per sottolineare la tracotanza, caricandola, però, di un significato più profondo, quasi sacro, per esprimere una sorta di oltraggio agli dei, per cieco e bieco atto di superbia.

Come contrappeso ricorrevano al termine SOFROSUNE per sottolineare saggezza ponderata a ristabilire l'equilibrio. C'era, poi, un terzo termine, ATARASSIA (imperturbabilità) coniato dai filosofi per indicare serenità d'animo di fronte agli eventi, ma che, nell'uso della quotidianità, ebbe una accezione meno nobile, per sottolineare indifferenza o, più volgarmente, menefreghismo

Mi dispiace registrare che oggi a Paestum c'è traccia tangibile di “ubris”, là dove occorrerebbe una buona dose di “sofrosune”. Volteggiano per il territorio schegge impazzite di “ubris” in alcuni amministratori comunali e delle società che gestiscono servizi e funzioni in nome e per conto dell’Ente locale.

Non c’è ancora traccia di robusta “sofrosune” da parte di quasi tutti, alcuni dei quali ne dovrebbero avere da vendere per intelligenza e cultura di base. Sullo sfondo l' “atarassia” di intellettuali, imprenditori, vasta società civile, che assistono “indifferenti”, o quasi, alla casa che brucia senza lanciare l'SOS dei soccorsi e limitare i danni. Stanno a guardare; non scendono in campo, hanno paura di “sporcarsi” con la politica, di “compromettersi”, schierandosi ,ma al momento opportuno masticano amaro e non risparmiano giudizi taglienti e condanne sommarie per quanti sono presi dal sacro furore dell'impegno civile.. Lo fanno, però, nei conciliaboli privati, nelle chiacchiere da carbonari, ma quasi mai alla luce del sole, assumendosi paternità di giudizi e proponendo alternative credibili. Per loro potrei tirar fuori almeno altri tre termini del vocabolario greco: “apatia”, “abulia”, “afasia”, in cui l'alfa privativa sta ad indicare che manca loro il “pathos” interiore che metta “thumos”, sangue ed entusiasmo a cuore, anima e pensieri e trasformi “l'abulia” in volontà attiva e propositiva e trasformi “l'afasia” in voce alta e forte a proclamare l'impegno convinto che trasforma ogni uomo in "cittadino" consapevole della partecipazione per far crescere e progredire la propria collettività

E vengo, così, alla necessità doverosa di ricordare la storia del passato e all' “ETICA DELLA RESPONSABILITÀ” che dovrebbero contagiare i miei conterranei sulla scia dell'esempio dei Padri Romani e Lucani, questa volta, che erano uomini del fare. Prometteva di essere uomo del fare anche il cav. Franco Palumbo, eletto con un consenso quasi plebiscitario nella ultima consultazione elettorale dell’anno scorso. Ma le sue condizioni di salute ne hanno rallentato l’efficienza, la determinazione e la volitività, In attesa di una sua ripresa, che gli auguriamo rapida e, totale, sarebbe opportuno ed auspicabile che il sindaco stesso pensasse e decidesse di rinforzare la squadra dei suoi collaboratori per rendere Capaccio Paestum città leader per il rilancio del territorio con una progettualità che s’innesti sulla storia del passato, esalti il presente e costruisca il futuro. È necessario ed urgente, a mio modesto parere, perché si fanno sempre più insistenti e circostanziate le critiche non tanto e non solo dalle forze politiche di minoranza, che esercitano il loro diritto dovere di controllo e stimolo nei confronti della maggioranza, ma anche, dall’interno della stessa maggioranza, e la cosa è piuttosto insolita; per non parlare, poi, della più vasta società civile, in cui da alcuni mesi a questa parte cresce malcontento, si acuiscono ed intensificano le critiche e si parla sempre più apertamente di crisi di rapporto tra amministratori ed amministrati. Non si mette mano alla progettualità che aveva suscitato entusiasmi ed acceso speranze. Qualche iniziativa, tipo l’Arena del Mare a Linora, è oggetto di rilievi e critiche più che fondate; e sul tema mi riprometto di fare anch’io, a breve, una qualche riflessione. E noto, che sulle conversazioni/dialoghi in FB si parla sempre più insistentemente di crisi e ci si esercita nello sport preferito in queste occasioni del toto sindaco per le elezioni amministrative anticipate per la prossima primavera o addirittura in coincidenza con le Politiche, se mai dovessero esserci addirittura entro l’anno, nel caso che dovesse fallire l’accordo tra il Movimento 5 stelle e Lega per la formazione di un governo politico di legislatura. D’altra parte l’esito delle elezioni politiche del 4 marzo scorso è stato a dir poco fallimentare per l’Amministrazione Palumbo, che, eletta quasi con un plebiscito nel giugno del 2017 ha totalizzato uno striminzito 14%, sul piano politico, fotografando una preoccupante situazione minoritaria sul piano politico i cui effetti sono stati notevoli e la mancata elezione alla Camera di Franco Alfieri, punto di politico di riferimento di Palumbo, per non parlare delle prove molto poco convincenti del Governatore Vincenzo De Luca, compagni e familiari. Il Cilento ha dato fiducia piena al movimento 5 stelle ed alla destra in tutte sue varianti (Lega, FI e Fratelli d’Italia). La situazione è a dir poco allarmante per chi aveva puntato tutto o quasi sul Pd ed aveva organizzato un’accoglienza trionfale per Renzi, consentendogli addirittura di “officiare” l’incontro/comizio nella Basilica Paleocristiana. A Renzi, al resto del partito e, soprattutto, a Gentiloni e ai suoi principali ministri, spetta il compito di costruire una sinistra moderna. Compito non certo facile. È difficile di per sé costruire una sinistra, che poi questa sia anche moderna è ancora più arduo. Questa sinistra si deve occupare soprattutto dei problemi sociali del Paese e che riguardano il lavoro, il reddito, l’occupazione, la disuguaglianza fiscale e sociale, il precariato dei giovani, la scuola, la corruzione. Per riassumere questi temi si può soltanto adottare l’affascinante binomio composto da due sole parole, come ha sostenuto Eugenio Scalfari in un lucido editoriale su Repubblica di domenica scorsa: Libertà ed Uguaglianza. Questo è esattamente il contrario del populismo ed è la battaglia che soprattutto i giovani dovranno combattere. Una sinistra ha bisogno di loro, ha bisogno che rilancino la sinistra e che lavorino per ricostruire il presente e aprire la strada per il futuro. Io, come vecchio militante della sinistra storica, ho rifiutato lusinghe e seduzioni di sirene e sono rimasto ancorato per una vita ai valori a cui mi educai. Giovanissimo, alla scuola di Salvatore Paolino, con il battesimo delle lotte dell’assalto ai latifondi proprio qui a Capaccio Paestum. Me lo auguro di tutto cuore. Così come mi auguro che su questa linea si schierino e si battano i tanti sindaci, che sono stati e spero siano ancora sentinelle di democrazia e di difesa dei valori della storia politica del nostro territorio. E mi piacerebbe se a guidare questa rinascita ci fossero anche FRANCO Palumbo e Franco Alfieri, i Valiante, Antonio e Simone, ma anche e soprattutto la migliore classe dirigente nazionale tanto per fare alcuni nomi, con una larga schiera di amministratori, ovviamente, ispirandosi alla ideologia del riformismo cattolico e socialista, i cui principi, attualizzati, rinnovati, ancorati saldamente nel presente, sfrondati dal protagonismo vanesio e dall’egotismo tanto infruttuoso quanto esagerato degli ultimissimi anni ha fatto grande rispettata nel mondo l’Italia a partire dalla ricostruzione del dopoguerra dal 45 in poi. E sarei felice se tutti, ispirandosi alla tradizione del territorio dessero prova delle qualità dei Nostri Antenati, fossero, cioè, capaci di “PENSARE GRECO ed AGIRE ROMANO” con competenza, professionalità, affidabilità e naturalmente, onestà a correttezza di comportamento, mettendo da parte, per una volta, i retropensieri di approvare il PUC con occhio attento all'inserimento di proprietà proprie o di familiari ed amici, e lasciandosi guidare dalla stessa polare della CULTURA, che contrariamente ad una sciocca convinzione diffusa, è da considerarsi attività in grado di produrre ricchezza ed occupazione e fare, quindi, dell'impegno “INVESTIRE IN CULTURA” la bandiera/logo della propria attività.

Me lo auguro di tutto cuore e lo auguro alla mia terra. Io ci sarò per onorare la mia storia di una vita, nonostante gli acciacchi e l’età. La battaglia è troppo importante per non rispondere ai richiami pressanti di cuore anima e pensieri con l’unica arma a mia disposizione il pensiero e la scrittura.

P.S.: Chiedo scusa per la lunghezza del mio articolo e prometto che ritornerò a breve con altre considerazioni.

Lascia il tuo commento
commenti
Altri articoli
Gli articoli più letti