Una storia di sport e determinazione

Tra follia e determinazione, la storia di Gianpiero Amato

Il presidente della Castellabate Runners si racconta: “Imparo velocemente a sopportare i dolori, a controllare il respiro, la cadenza e non cedere alla vocina che mi implorava di fermarmi”

Altri Sport
Cilento giovedì 26 aprile 2018
di La Redazione
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Gianpiero Amato © n.c.

Sarà stato il fatto di essere entrato negli “anta” troppo presto, sarà stato il fatto di esserci entrato con una trentina di etti in più rispetto alla media storica ma qualunque sia stato il motivo ormai la decisione era stata presa….

Da tempo vedevo un amico di sempre correre e avevo notato il cambiamento in meglio, parlava della corsa con un sorrisone stampato in faccia ed addirittura rinunciava spesso alla partitella di calcetto perché sotto “preparazione”, e conoscendo la sua passione per il calcio la cosa mi incuriosiva non poco. Cosa preparasse non ricordo ma ricordo bene che parlava in modo strano mischiando spesso numeri con minuti e chilometri.

Domani esco pure io fare qualche metro per vedere se riesco a diminuire la mia volumetria…

Detto-fatto…. il pomeriggio seguente mi presento all’appuntamento con maglietta di cotone e Nike che avrebbero fatto inorridire chiunque corresse da più di una settimana. Ho sempre fatto sport ,calcio anni addietro, pesca sportiva, mtb, calcetto e il “dinamismo” o “fiato” che dir si voglia non mi è mai mancato[…].

[…]Imparo velocemente a sopportare i dolori, a controllare il respiro, la cadenza e non cedere alla vocina che mi implorava di fermarmi. Le notti le passavo al computer chiedendogli di farmi capire la differenza tra le A1,A2,A3,A4 etc… e nel frattempo era anche arrivata una maglia “tecnica” , quindi i passi avanti erano ormai da gigante. Le distanze crescono e riuscivo agevolmente a superare i 6km . Era metà luglio ed ero diventato un Runner.

Agosto passa tra antibiotici e aerosol causa bronchite e sento già la mancanza della mia nuova passione.

Settembre porta una grande novità: una vera gara con un vero pettorale attaccato ad una maglia gialla Decathlon. Lo stop di agosto non mi aveva permesso mai di infrangere il muro degli 8km ma ormai l’iscrizione era stata fatta e l’emozione era alle stelle. Qui entra in scena un altro amico “storico” di quelli che conosci da prima di nascere che grazie alla camminata prima e alla corsa lenta poi era riuscito a lasciare sull’asfalto circa 25kg, percorsi diversi che ci hanno portati allo stesso nastro di partenza : Caracciolo Gold Run. La trasferta viene organizzata in grande con tanto di mogli e figli piccoli al seguito ma con la paura comune di non aver mai infranto il muro degli 8km.

La gara va bene,riusciamo a coprire la distanza dei 10km e fermiamo il crono sul tempo di 53′ e mi dicono che come esordio non è male. Nel frattempo riesco anche io a destreggiarmi tra numeri, minuti e km…

A quel punto la nostra ingordigia di km ci porta a pensare in grande: una mezza maratona!!

La scelta cade sulla Roma-Ostia, le immagini fanno venire i brividi, 13.140 persone tutte li con lo stesso obiettivo.

Gli allenamenti si intensificano , così come le notti al computer per capire i meccanismi fisiologici e di materiali adatti allo scopo, ormai parlo di Mizuno stabili e Brooks veloci e la cosa strana che inizio davvero a capirci qualcosa.

L’arco di tempo che va da settembre a marzo (mese della Roma-Ostia) lo passo ossevando molte cose, una delle quali è che nel mio paese e zone limitrofe c’è un discreto numero di runners, anche di buon livello ma non c’è una squadra di atletica, tutti corrono con società di altri paesi limitrofi o addirittura lontani.

Le sfide non mi fanno paura. Arriva marzo e con esso la nostra prima mezza chiusa in 1h50′ e davanti a Casa Roma-Ostia sventola un vessillo che dice che siamo Runners di Castellabate.

Qui inizia una nuova sfida che cammina di pari passo ai km percorsi ormai quotidianamente. Impersono il ruolo dello stalker e fermo tutti coloro che vedo correre nel mio comune e gli espongo la mia folle idea: creare un qualcosa che ci permetta di correre sotto la stessa bandiera. Il paese è piccolo, ci conosciamo tutti e non facciamo fatica a fidarci gli uni degli altri. Arriva di nuovo giugno e con lui tutti presupposti per creare una bella cosa. Tra riunioni, Atti e Statuti a ottobre 2013 siamo registrati alla Agenzie delle Entrate. La “ASD Castellabate Runners” esiste e i sedici soci fondatori, all’unanimità e senza nessun dubbio mi eleggono Presidente. Qui inizia una nuova fase in un mondo per me quasi sconosciuto e in un ruolo che svolgo con passione e dedizione.

Le belle amicizie non tardano ad arrivare, dal Colonnello, buna persona fantastica, che si trova da noi in vacanza ai vari Presidenti delle varie società di atletica che vedendoci appassionati e genuini ci danno da subito la loro stima ed amicizia.

Le cose precipitano come una biglia d’acciaio su un piano inclinato : novembre Maratona di Firenze , risultano iscritti con la dicitura Castellabate Runners 8 atleti di cui 5 esordienti sulla distanza Regina, io prenoto comunque un posto in albergo in qualità di fotografo ufficiale , mi piacerebbe farla ma non sono mai andato oltre la mezza. La data inesorabilmente si avvicina e a sei giorni dallo start uno degli “miei” atleti iscritti deve rinunciare a causa di un impegno improrogabile. A quel punto si eleva un coro unanime : “Presidè, hai già l’albergo prenotato, il pettorale c’è e le sfide ti piacciono….” la prima cosa che penso è “certo che mi volete bene..assassini..!!! ” .

Accetto la sfida e nel giro di 16 mesi passo da aspirante jogger a Presidente di una ASD ai nastri di partenza di una Maratona Internazionale.

Tra paura ed ansia, passano 4h 06′ tra lo start ed il mio arrivo (in lacrime) sotto l’arco di arrivo. Mi sento immortale..!!!

Questa stupenda esperienza mi regala emozioni infinite e una bella ernia discale L5-S1 …. dolore gluteo, ginocchio, achilleo che mi fanno compagnia per molti mesi,fino a quando decido ,anzi vengo costretto a forza a stare lontano della strada. Mesi indicibili, che solo chi ha sofferto la mia patologia può capire[…]. Arriva settembre che mi porta due ortopedici ed un nuovo neurochirurgo che mi dicono con parole diverse “addio corsa”…. Quest’ultimo usa una metafora che recitava più o meno così : “Visto che abiti in un bellissimo paese di mare fai una cosa, vendi le scarpe ed il gps e comprati una bella canna da pesca, potrebbe darsi che ti piaccia”.

Pensai subito “se devo abbandonare la corsa devo essere io a deciderlo, non gli altri”. I 4 mesi passati ad assumere cortisone e porcherie varie avevano fatto spostare la lancetta della bilancia di quasi 11 kg, che non sembrano tanti ma quanto il punto di partenza è 64kg, un po’ la differenza la fanno. Penso e ripenso la baratto tra il Garmin ed una canna da pesca e da quel giorno iniziaro 6 mesi di esercizi posturali, ginnastica, stretcing alimentazione controllata. Sentivo che qualcosa si muoveva in positivo, dopo qualche mese riuscivo addirittura a dormire nel letto e non sul divano il che mi rese l’uomo più felice del mondo.

Giungiamo a Febbraio 2015, ormai la bilancia sorride e mi dice che siamo a +2kg dal peso standard e mi galvanizzo a tal punto che inizio a passeggiare, prima per 25′ poi 40′ ma camminare non è mai stata la mia aspirazione.

A maggio inizia il circuito Cilento di Corsa e penso: “siamo quasi a marzo , se inizio a corricchiare ora potrei essere utile alla causa della mia Squadra rimanendo in panchina ed entrare in campo qualora serva il dodicesimo uomo al traguardo per entrare in classifica generale di squadra”…. detto fatto, scarpe nuove e nuova sfida intrapresa, passa poco più di un mese ed il test lo faccio su una mezza , la faccio tranquilla, divertendomi e quando arrivo al traguardo mi accorgo di aver “limato” di 11 minuti il tempo della mezza precedente.

Ormai sono tornato in carreggiata con nuova energia che riesco a trasmettere a tutto il team fino al punto di motivarne 13 a sfidare la regina delle corse: la Maratona.

Torniamo laddove tutto ebbe inizio ovvero Firenze Marathon.

Da Presidente mi occupo personalmente delle iscrizioni alla Maratona e nello stesso periodo mi riecheggia nella mente l’improponibile scambio Garmin-canna da pesca, una maratona è poco per lavare l’offesa fatta. Mi iscrivo nell’ordine alla Firenze Marathon, Maratona Coast to Coast e Passatore, per la serie se successo deve essere, deve esserlo a 360°, al mio fianco sempre il fido amico che mi ha infettato tre anni prima il virus della corsa. Le Maratone vanno bene, tranquille, non forzo perchè non cerco la prestazione ed anche il traguardo delle due maratone fatte a distanza di tre settimane e portato a casa ma la testa ed il cuore è sempre li a Firenze via dei Calzaiuoli. Se la mia preparazione per il sogno del Passatore fosse iniziata il primo gennaio si conterebbero 1989km di preparazione, di giorno, di notte, col sole, col lunghissimo di 60km fatto sotto una bufera di vento e pioggia…. ormai è nata come una sfida e tale rimane fino alla fine: 15 giorni prima della partenza la sfortuna mi regala una bella cura antibiotica per una bronchite che mi impedisce di stare più di tre minuti senza tossire. La partenza è fissata alle ore 15 del 28 maggio ed io in data 23 maggio ore 21 prendo l’ultima capsula di antibiotico. Ho solo 5 giorni per rimettermi in piedi e scrollarmi di dosso un infinito senso di stanchezza. I guai non arrivano mai da soli e giovedi 26 maggio c’è una bruttissima notizia: un lutto in famiglia. Mi cade il mondo addosso, non so da dove ricominciare e non so neanche se voglio ricominciare. Debilitato nella testa e nel fisico decido comunque di partire, l’umore è quello che è, il senso di fame mi abbandona per tre giorni ma sono comunque tra i 2500 partenti in direzione Faenza. Libero la mente e iniziamo la salita verso Fiesole, il mio Garmin dice che siamo circa al 15° km e un ristoro è li a darci zuccheri, sali minerali e carboidrati,ne approfitto e mando giù una piadina con marmellata, un pò di sali minerali e un bel bicchiere d’acqua. Siamo al 18°km ed inizia un film dell’orrore che ha come trama crampi addominali e dolori ad un fianco. Stringo i denti e proseguo sempre in compagnia dei miei dolori che non mi permettono di avere una postura corretta e sopratutto mi costringono a fermarmi ogni 2-3km circa, barcollo ma nn mollo. Lo stomaco è chiuso e rifiuta persino l’acqua. In queste condizioni arriviamo alle Croci, Colla, Marradi e di li la sensazione di avere del bitume nello stomaco inizia a calare. Siamo al ristoro del 76°km, vedo che cucinano pasta, ma il discorso non mi interessa ma sono felice perche riesco a buttare giù una fettina di pane senza niente e bermi un bicchiere di coca cola. L’impianto sembra tornato a funzionare ma comunque non riesco a superare i 3-4km senza avvertire ancora lievi fitte che mi costringono a fermarmi per qualche secondo per poi ripartire. Da casa sulla chat di gruppo creata ad hoc per l’occasione con familiari, amici, ragazzi del team è ormai tifo da stadio nonostante siano le 4 di mattina. Abbiamo sonno, i pensieri si ovattano e penso, anzi sono sicuro di aver dormito correndo. I km diventano sempre meno ed ora che siamo al 95° inizio davvero a crede di potermi portare a casa una bella medaglia. Il sole ci dice che siamo in Piazza del Popolo a Faenza ed una signora mi conferma di aver realizzato un sogno mettendomi una bella medaglia al collo.

Domani credo di comprarmi una bella canna da pesca, non perchè me lo ha detto qualcuno, ma perchè l’ho deciso io….

Bella avventura la tua Presidè….

Amato Gianpiero, Pres. ASD Castellabate Runners

Finischer 100km del Passatore 2016, pett.380, real time 15h,25’13”

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