Sulla prima neve di questo inverno sul versante sud del monte Motola a Piaggine

Piaggine. La neve, un richiamo che non può restare inascoltato

le nuvole si fondono con le nebbia, la neve ricomincia a scendere e il rischio di rimanere bloccati sul versante sud del monte Motola si fa concreto … con Gabriele decidiamo di ridiscendere a valle, recuperare l’automobile e rient

Ambiente
Cilento lunedì 23 gennaio 2023
di Bartolo Scandizzo e Gabriele Conforti
Immagine non disponibile
Verso il futuro © Unico Settimanale

La neve, un richiamo che non può restare inascoltato! 

Un richiamo che per me non può restare inascoltato è quello che arriva quando il bianco manto ricopre le pendici dei monti Alburni e Picentini situati, in lontananza, di fronte al luogo in cui vivo, Seude di Roccadaspide.

Mai come quest’anno le cime sono rimaste orfane di neve per tutto il mese di dicembre e per metà gennaio. Ma ecco che, preceduto da un incessante tam-tam di previsioni metereologiche, la perturbazione “Burian” ha prodotto il fenomeno atmosferico delle precipitazioni nevose sulle montagne che avvolgono in un abbraccio il paese dove sono nato: Piaggine.

Il richiamo è stato irresistibile e, nonostante gli impedimenti del “logorio della vita moderna”, eccomi in auto in viaggio verso l’alta valle del Calore. Sono già in auto, quando chiamo il mio amico Gabriele Conforti per confermargli la decisione di percorrere la strada SS 166 fino al ponte delle 7 Luci e poi inerpicarmi fino a Villa Littorio per poi planare su Piaggine.

La prima la faccio da Cosimo Quaglia, titolare dello “Sfizio”, un negozio di alimentari e “molti” “diversi” situato a Serra di Roccadaspide, per due “colazioni” da consumare alla bisogna.

A Roccadaspide, sale in macchina Gabriele con la sua attrezzatura id fotografo che curerà il servizio fotografico “per cielo e per terra”.

Sul ponte 7 Luci sul fiume Fasanella; e, più avanti, su quello su Sammaro; ci rendiamo conto di quanto le precipitazioni dei giorni passati abbiamo contribuito ad ingrossare i due fiumi che, di solito, sono avari di acqua.

Quando arriviamo a Villa la temperatura già è scesa intorno ai 3° e, se anche la bruma nasconde le vette delle montagne, intravediamo il livello dove è scesa la neve precipitata la notte precedente: introno agli 800 metri!

Entriamo a Piaggine e scendiamo subito al “Ponte” per goderci il salto che il fiume Calore fa per entrare nel mondo antropizzato appena arriva nei pressi del borgo storico originario sviluppatosi proprio sul fiume.

La forza dell’acqua e il brontolio del suo contorcersi intorno ai grandi massi modellati nei secoli è sempre una scoperta unica e irripetibile: la ricordo bambini che il suo “suono” cullava i miei sogni.

Dopo aver immortalato, per l’ennesima volta, ogni “risvolto” delle “acrobazie” delle acque, decidiamo di risalire la SS 11 che porta verso Corticato, per fermarci sotto il monte Motola in località “Vivo” dove è situata l’omonima cappella.

Appena arrivati in quota 800 m, ecco che si materializza il paesaggio che Gabriele immortalerà a beneficio di quanti vorranno seguirlo sui social.

A noi il privilegio di poterlo godere dal vivo …

Fermo l’auto appena il manto nevoso comincia a diventare consistente e, scaricata l’attrezzatura necessaria per fare il servizio fotografico, iniziamo la risalita verso il monte. Subito sentiamo i campanacci dei bovini che circondano una mangiatoia “volante” predisposta sulla neve al fine di sfamarli anche in condizione estreme. Un allevatore in sella al trattore fa la spola dal fienile allo staccio improvvisato. Sulla strada un Toro precede altre mucche che risalgono la strada per avvicinarsi all’ampia fontana per abbeverarsi. Al tornante più avanti, una muta di cani che abbaia preannuncia un altro stallaggio. Davanti al cancello un allevatore, seduto in auto, scruta la valle in attesa che le mucche concludano il loro pasto.

La fitta nebbia che ci preclude la vista del monte, ogni tanto si apre allo a favore dell’obiettivo della macchina fotografica e Gabriele riesce anche a far alzare il drone per fare delle foto dall’alto.

Io cammino avanti per scrutare quante possibilità abbiamo di salire fino alla cappella posta sul versante Sud del Motola, ma senza troppe speranze di poterci arrivare.

L’inizio di una nevicata ci fa desistere dall’impresa e, riposti i panini e le birre nello zaino, riprendiamo la discesa per recuperare l’automobile e rientrare in paese.

Sulla strada del ritorno non posso non pensare al piacere di aver camminato in un luogo reso incantato da un “prodigio” della natura che, da sempre, fa sognare le genti di ogni età.

Certo le temperature basse essenziali per consentire che le precipitazioni atmosferiche si traducano in neve portano anche disagi e gravi conseguenze alle popolazioni che vivono nelle aree interessate, ma, una volta tanto, è bello che anche alle nostre latitudini si possa godere, come i bambini e con i bambini, nel sentirsi avvolti dai fiocchi candidi che la natura genera senza chiedere permessi e senza pretendere compensi per la gioia che trasfonde!

Intanto, le nuvole si fondono con le nebbia, la neve ricomincia a scendere e il rischio di rimanere bloccati sul versante sud del monte Motola si fa concreto … con Gabriele decidiamo di ridiscendere a valle, recuperare l’automobile e rientrare a Piaggine per consumare le due colazione confezionate dallo “Sfizio”.

Ridiscendiamo a valle ripercorrendo la stessa strada che conduce a Roccadaspide e poi a Fonte e commentiamo soddisfatti di aver speso bene il tempo del sabato dedicato al riposo dagli impegni lavorativi.

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