Aree protette sono un campo di battaglia senza esclusione di colpi
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Il Tar annulla la nomina di Marcello Feola a commissario del Parco del Cilento

Tommaso Pellegrino che “governa” per 5 anni e non sfugge alla legge del commissariamento: resta in carica come commissario in tempo utile per fare la campagna elettorale per le regionali e poi per le elezioni politiche anticipate

Ambiente
Cilento mercoledì 15 febbraio 2023
di Bartolo Scandizzo
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Il passaggio di consegne tra Tarallo e De Masi © Unico Settimanale

I Parchi Nazionale della Campania, quello del Vesuvio e del Cilento Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA), sono diventati un campo di battaglia dove si scontrano gli interessi dei partiti che hanno necessità di far valere i diritti di nomina e di veto che la legge istitutiva affidava alla responsabilità e alla sensibilità istituzionale dei rappresentanti delle istituzioni parti in causa: Ministero dell’Ambiente e Regione in cui è situata l’area protetta.

Tutto comincia, anzi continua, perché è sempre passata in secondo piano l’obbligo di garantire le nomine di presidenti e consigli direttivi.

Nel caso del PNCVDA, fin dalla sua istituzione, la vita istituzionale dell’ente ha subito e sofferto per la guerriglia che si è scatenata per il suo controllo. Poche discussioni, invece, sulla gestione e sui risultati raggiunti.

Dopo la presidenza di Vincenzo La Valva, anche lui contestato dal potere locale etichettandolo come un “alieno” sbarcato nella “terra del mito”, si assiste alla contesa tra Giuseppe Tarallo, nominato presidente dal governo di Centro Sinistra, rimosso da quello di Centro Destra con una nomina commissariale annullata dal TAR (Tribunale Amministrativo Regionale). A fine mandato, Tarallo stesso rimane in carica come Commissario nominato da Alfonso Pecoraro Scanio, allora ministro dell’ambiente; in contrapposizione con Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania; che non ne vuole sapere di riconfermarlo!

La tenzone si risolve con la nomina del professore Domenico De Masi. De Masi non vuole restare in carica a dispetto del nuovo governo di Centro Destra e chiede una legittimazione all’allora ministra Stefania Prestigiacomo che non diede cenno di risposta … De Masi si dimette e arriva la nomina, concordata con De Luca, di Amilcare Troiano (Centro Destra) già presidente del parco del Vesuvio. Troiano, nonostante che è a fine mandato ed in precarie condizioni di salute, deve accettare la nomina a commissario che verrà reiterata per circa due anni!

Infine, arriva Tommaso Pellegrino che “governa” per 5 anni e non sfugge alla legge del commissariamento: resta in carica come commissario in tempo utile per fare la campagna elettorale per le regionali e poi per le elezioni politiche anticipate dell’autunno scorso prorogato dai ministri Sergio Costa e Roberto Cingolani.

Essendo andato al governo il Centro Destra, la proposta di nomina del futuro presidente ricade tra le competenze del nuovo ministro dell’Ambiente e Transizione Ecologica. Ma resta il diritto del Presidente della regione Campania di dare il suo assenso.

Trovandosi il PNCVDA nella provincia di Salerno, terreno presidiato da Edmondo Cirielli, già presidente della Provincia, ecco che è appare “normale” a FdI di esercitare il diritto di “prelazione” e indicare l’Avv. Marcello Feola come Presidente dell’ente.

È plausibile immaginare che di fronte al diniego di Vincenzo De Luca a dare il suo assenso, ecco che il ministro, Gilberto Pichetto Fratin, pensa “bene” di non rinnovare la nomina a Pellegrino e assegnare d’imperio la poltrona a Feola “commissario”.

Il Tar dichiara illegittimi i decreti del 25 gennaio 2023, con i quali il Ministro dell’Ambiente ha nominato senza intesa con la Regione i commissari straordinari dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio e dell’Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano.

È facile immaginare che il governo ricorrerà al Consiglio di stato contro la delibera del Tar, anche se De Luca ha già fatto ricorso anche alla Corte costituzionale affinché si esprima sul conflitto di competenze.

Ovviamente, lo scontro politico fa subito fatto rimbalzare l’attenzione sull’ente parco “perfino” a livello locale, dov’è in caduta libera: dell’area protetta, ormai, non si parla né bene né male del Parco! Alle popolazioni locali sembra che sia del tutto indifferente l’argomento “Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni”. Le problematiche legate alla gestione dell’ente parco sono da scomparse dai radar perfino dei sindaci e amministratori locali che siedono nella “Comunità del Parco” e che ha lasciato campo libero a consiglio e presidente senza mai mettere, o poter mettere, in discussione le scelte fatte finora … in fondo, solo quando si tratta di eleggere i quattro rappresentanti dei sindaci si nota una certa agitazione tra i sindaci che si contrappongono per andare a sedersi nella sala del consiglio a palazzo Mainenti di Vallo della Lucania.

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