Si confronta con esperti di fama nazionale sulle questioni ancora aperte, a dieci anni dalla legge sulle aree naturali protette.
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​Tarallo al Quirinale; articolo dello 01/04/2002

Caratteristica principale del territorio del Cilento e Vallo di Diano è “il paesaggio” che nella nuova accezione comunitaria rappresenta “una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni".

Ambiente
Cilento martedì 31 marzo 2020
di Giorgio Mottola
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Giuseppe Tarallo (sinistra) e il presidente della Comunità del Parco, Gino Marotta (a destra) © Unico

Il Presidente del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Giuseppe Tarallo, ha partecipato al convegno “Parchi, e questioni aperte a dieci anni dalla legge sulle aree naturali protetti”, che s’è tenuto a Roma presso il Complesso di Sant’Andrea al Quirinale. Durante il convegno, organizzato dalla storica associazione di protezione ambientale “Italia Nostra”, che ha contribuito alla formazione in Italia di una solida coscienza ambientalista e dalla cui fila proviene l’on. Gianluigi Ceruti, relatore della Legge Quadro sulle aree protette, il Presidente Tarallo ha avuto modo di presentare, alla presenza del ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, i positivi risultati ottenuti dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano nella protezione della natura. Dal confronto con una situazione nazionale delle Aree Protette sostanzialmente ancora incerta è emerso il ruolo propulsivo del Parco del Cilento e Vallo di Diano nella promozione della cultura dei parchi nell’Italia meridionale. Il Parco Nazionale del Cilento nelle relazioni tecnico-scientifiche dei relatori è sempre stato presentato come modello di azione e di riferimento nella tutela del territorio e nella protezione della natura. Particolare apprezzamento è stato riconosciuto al Presidente per l’esisto positivo della battaglia contro l’”ecomostro di Montecorice”, il villaggio di Baia Punta Licosa, recentemente abbattuto per restituire al territorio una foresta di pini d’Aleppo che si estende per 18 ettari. All’importante convegno hanno partecipato inoltre Desideria Pasolini Dall’Onda (Presidente Italia Nostra), Fulco Pratesi (Presidente WWF Italia), Giuseppe Notarbartolo di Sciara (Consigliere del F.A.I. e Presidente dell’ICRAM), Franco Pedrotti (Professore ordinario di Conservazione della Natura e direttore della Scuola di Specializzazione in Gestione delle Aree protette presso l’Università di Camerino), Franco Ferroni (Respoonsabile Aree protette del WWF Italia), Maurizio Frassinet (Dirigente di Staff per il Coordinamento delle Politiche sui Parchi della Regione Campania) e numerosi presidenti e direttori di Parco Nazionale (Asinara, Stelvio ecc). Al termine del convegno il Presidente Tarallo ha ricevuto dai numerosi relatori e dagli organizzatori decise congratulazione per le attività svolte ed è stato invitato a tenere un ciclo di lezioni e seminari sulla gestione delle aree protette presso la università di Camerino, città dove si tenne lo storico convegno “strategia 80” che diede vita al sistema italiano dei Parchi ed aree protette.

G.M.

La Federparchi sulla caccia

Nelle settimane passate la Commissione ambiente della Camera dei Deputati ha discusso una proposta di legge (Brusco e altri) di modifica delle leggi 394 “sulle aree protette” e 157 “per la protezione della fauna omeoterma e il prelievo venatorio”. Alcuni giorni fa quella proposta è stata inserita nel testo della delega al Governo per il riordino della legislazione in materia ambientale. La Federazione italiana dei Parchi e delle Riserve naturali esprime la più ferma contrarietà nei confronti di tali atti, in pratica rivolti ad aprire il territorio dei parchi alla normale attività di caccia. Si vorrebbe delegare il Governo a compiere un atto molto grave che lo stesso Governo, per altro e giustamente, secondo le dichiarazioni del Ministro Matteoli, non condivide. La finalità principale e incontrovertibile di un’area protetta è quella di tutelare e conservare l’ambiente naturale, inteso nel senso più ampio del termine. Qualsiasi attività che interferisca in modo consistente con tale finalità non può che essere incompatibile. Sarebbe inoltre pesantemente minacciata l’economia dei territori interessati, per le inevitabili negative conseguenze sul turismo, le attività ricreative e di fruizione, le stesse attività agricole e di allevamento. La normativa in vigore è in realtà pienamente adeguata a soddisfare le esigenze richiamate dai promotori delle proposte di modifica, che parlano soprattutto del controllo selettivo di alcune specie animali. La Federpartchi chiede dunque con forza che la proposta venga fatta cadere ed auspica che comunque alle apprezzabili dichiarazioni del Ministro Matteoli seguano atti conseguenti del Governo tesi a scongiurare una pericolosa eventualità.

Il Consiglio d’Europa riconosce l’attività di pianificazione del Parco

Patrocinio del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d’Europa alla pianificazione del Parco in materia di paesaggio. Con nota del 18 febbraio u.s. il Presidente del Congresso Lilibert Cuatrecasas assegna all’Ente Parco l’uso del logo del Consiglio d’Europa e il patrocinio alle iniziative promosse in tema di pianificazione territoriale. Con questo riconoscimento il Parco acquisisce un altro importante traguardo internazionale che permetterà al territorio di partecipare ad una prossima sessione dei lavori del Congresso di Strasburgo sulla Convenzione Europea del paesaggio. Un importante traguardo proposto sia dal Presidente Tarallo che dal Presidente della Comunità Marotta sulla base dell’approvazione del Piano Economico e Sociale e del Piano del Parco e che riconosce lo sforzo innovativo della pianificazione del Parco e lo proietta tra le realtà più attive in sede europea sui temi del paesaggio. Caratteristica principale del territorio del Cilento e Vallo di Diano è “il paesaggio” che nella nuova accezione comunitaria rappresenta “una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni”. Su questi principi può avviarsi una nuova stagione per la pianificazione territoriale basata su un nuovo linguaggio e su un più corretto rapporto con i cittadini residenti non più burocratico e passivo ma attivo e propositivo per la gestione del territorio. Il Consiglio d’Europa riconosce al Parco la promozione di un processo di sviluppo dal basso che è, nei fatti, in tutte le strategie promosse in questi anni. Dal progetto sull’ospitalità diffusa, al patto ambientale, agli strumenti di pianificazione condivisi e programmati dagli 80 Sindaci del territorio. Una vera svolta storica nei processi di programmazione dal basso che vede il Parco titolare di un importante progetto finanziario sui fondi comunitari 2000-2006 – “il P.I.T. del parco” che sarà l’ennesimo banco di prova sulla capacità di questo Ente di partecipare e far partecipare alle scelte di progresso e civiltà di questa Terra.

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