Curcio: “Mettiamo mano ai lavori dopo decenni di incuria”

Vallo di Diano, al via lavori sul fiume Calore Tanagro

Il fiume da minaccia può diventare anche una risorsa per lo sviluppo locale

Ambiente
Cilento martedì 03 marzo 2020
di Antonella Citro
Immagine non disponibile
Tavolo dei lavori © Unico

La giunta regionale della Campania, nell’ambito del Capitolato speciale del progetto di “Start up del ripristino e adeguamento funzionale degli alvei e del patrimonio di interventi strutturali di difesa del suolo in Campania”, dispone a Campania Ambiente e Servizi spa di eseguire i servizi propedeutici di decespugliamento e campionamento finalizzati alla redazione delle schede ricognitive nei tratti indicati nel contributo tecnico del Consorzio di bonifica integrale Vallo di Diano e Tanagro per uno sviluppo complessivo lineare di 44.851 metri. L’importo stimato per ogni tratto omogeneo non supera i 200.000 euro per un costo totale di euro 1.793.869,74 cui occorrerà applicare il ribasso del 29% e il tempo di decespugliamento per l’eccesso alle aree da ispezionare si può ragionevolmente collocare nell’ordine massimo di 30 giorni continuativi a tratto. «Il fiume Calore Tanagro giuridicamente è un corso d’acqua naturale, i Consorzi di Bonifica non hanno una competenza specifica sui corsi d’acqua naturali della manutenzione dei propri canali di bonifica che si occupano di irrigazione e fanno altre cose - afferma Beniamino Curcio il presidente del Consorzio di Bonifica del Vallo di Diano – però da circa un anno dalla mia presidenza mi confronto con questo problema. La prima ragione è che questo corso d’acqua naturale, di competenza della regione, assume un ruolo fondamentale ai fini della bonifica del Vallo di Diano perché è il collettore finale di tutte le acque che si raccolgono nella piana cioè tutte quelle che si raccolgono attraverso i valloni, i canali di bonifica, i torrenti e che scendono dai due versanti che circoscrivono la valle che poi vanno a finire nel fiume. Ora se il fiume funziona, funziona anche la rete scolante ma se il fiume non funziona perché abbiamo una serie di problemi lungo il fiume Calore, lo notate quando ci sono i grandi allagamenti nella piana, entrano in crisi anche i canali. Ci sono le rotture e si vanificano anche gli sforzi che noi facciamo come consorzio per mantenere in efficienza questa rete secondaria di canali. La seconda ragione è che ci stiamo cimentando, pur non avendo una competenza specifica sul fiume Calore Tanagro, nella sicurezza idraulica, parliamo di criticità che mettono in pericolo la pubblica e privata incolumità, quando a seguito di inondazioni i danni sono evidenti e i terreni restano allagati per molto tempo, non si sviluppano delle colture particolari perché abbiamo questi condizionamenti. Allora occuparsi di questo, a prescindere dalle competenze, penso sia un dovere morale. La terza ragione è che ci stiamo cimentando con la problematica dei corsi d’acqua naturali che come da altre parti rappresentano una risorsa attorno ai quali si vanno a sviluppare dei progetti e dei programmi di sviluppo locale. Parliamo allora di economia verde attorno questi corsi d’acqua e di turismo sostenibile, di diversificazione delle offerte ricreative e turistiche». In sostanza Curcio fa riferimento al Vallo di Diano dove si trova un corso d’acqua che ha un grande pregio ambientale ed è riserva foce Sele Tanagro e una parte di questo corso è in zona B1 del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, una riserve generale orientata che comprende tutto il tratto che va da Buonabitacolo alla Cerreta, Casalbuono e dunque va valorizzato. «Siamo in un contesto ricco di beni culturali - continua il presidente Curcio – abbiamo un’agricoltura di qualità che è una grande integrazione ambientale e se mettiamo a sistema tutte queste risorse, il fiume da minaccia può diventare anche una risorsa per lo sviluppo locale. L’odierna iniziativa è settoriale, abbiamo fatto una convenzione con Campania Ambiente, una società in house che si occupa della manutenzione dei corsi d’acqua naturali cioè dove non possono intervenire i consorzi che non hanno la competenza, interviene Campania Ambiente». Poi ribadisce: «Essendo rimasti fuori da questa scelta che ha operato la Regione Campania avevamo solo la possibilità di interagire con Campania Ambiente quindi ci siamo proposti e abbiamo detto che volevamo dare una mano per accelerare questi interventi attesi da decenni e alla fine siamo stati ascoltati, grazie soprattutto all’impegno dell’assessore Corrado Matera. Il Consorzio cioè sarebbe stato solo spettatore ma la mia caparbietà è stata premiata. Abbiamo firmato la convenzione il 5 febbraio e i lavori, condizioni meteo permettendo, dovrebbero partire a breve. Alcuni lavori li faremo noi con i nostri mezzi, con i nostri operai, altri lavori saranno ad appannaggio delle squadre operative di Campania Ambiente e verranno fatte le analisi dei sedimenti cioè stiamo creando i presupposti per mettere mano in maniera seria al fiume dopo anni e anni di incuria».

Antonella Citro

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