​Appare e scompare da millenni a largo delle coste siciliane, è l’isola Ferdinandea: una reale Atlantide mediterranea.
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L’isola che non c’è… della Sicilia

"L'isola dai molti nomi, contesa da mezzo mondo, beffò chiunque, sparendo nuovamente."

Ambiente
Cilento venerdì 24 aprile 2020
di Gina Chiacchiaro
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Era il 1831 e la Sicilia, all’epoca sotto il Regno borbonico delle Due Sicilie, iniziava a conoscere giovanissimo Ferdinando Carlo Maria di Borbone, che succedeva al padre Francesco I sotto il nome di Ferdinando II. Nel mese di maggio del 1831 la terra iniziò a tremare nella zona di Sciacca allarmando gli abitanti e provocando qualche lieve danno. Le scosse però non venivano dalla terraferma ama dal mare. Nella giornata del 28 giugno 1831, i capitani di ben due vascelli, il Rapid e il Britannia, notarono che boati e rumori sordi provenivano da un tratto di fondale marino al largo di Sciacca. Lo spettro dei fenomeni si ampliò notevolmente a partire dalla giornata del 2 luglio, quando alcuni pescatori saccensi riferirono di avere osservato “uno straordinario rimescolamento delle acque del mare” nei pressi della cosiddetta “Secca del Corallo”. A quel punto fu abbastanza chiaro ciò che stava accadendo: il capitano riportò immediatamente alle autorità di Palermo la nascita di un nuovo vulcano. Nei giorni seguenti furono numerose le testimonianze di una grande colonna di vapore e gas fuoriuscire dal mare. La bocca eruttiva dunque doveva ormai essere prossima alla superficie del mare. Lo spessore della colonna d’acqua al di sopra del magma doveva essersi ormai ridotto talmente tanto da contribuire ad una vigorosa attività freatomagmatica ("un'eruzione di tipo freatico-magmatico è un'eruzione vulcanica con un'interazione fra magma ed acqua". ndr, che aggiunge: Wikipedia santa subito). L’eruzione a quel punto passò da sottomarina a subaerea: il forte odore di zolfo raggiungeva la costa di Sciacca, mentre l’orizzonte era dominato dalla possente e persistente colonna eruttiva, che di notte era addirittura illuminata da scariche elettriche. Hoffmann fu il primo studioso a redigere un rapporto scientifico sull’attività vulcanica al largo di Sciacca. Alla fine di luglio, tra flutti, esplosioni e vapori, faceva capolino una “piccola collinetta di colore scuro alta pochi piedi sul mare che tosto veniva coperta dalle nuove eruzioni”: l’embrione di un’isola dai molti nomi che, contesa da mezzo mondo, beffò chiunque, sparendo nuovamente.

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