Finisce la sua "vita" come portatore d'acqua al fiume Sele che, al contrario, è entrato nel mito!

Il fiume Calore sorge ai piedi del monte Cervati in località “Festola” a Piaggine

Raccoglie le acque del Festolaro, del Sammaro, del Fasanella e di un'altra decina di torrenti che segnano i pendii dei rilievi posti a destra e sinistra della Valle. Purtroppo, nonostante la sua portata, non ha avuto gloria.

Ambiente
Cilento sabato 19 dicembre 2020
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Il fiume Calore © Unico

"Una leggera pioggia(catturata) indotta a scorrere avvolta su se stessa ridotta a bruma fatta per ottenere scintilla".

Questa frase, che a mio avviso è bellissima poesia, l'ho trovata scritta sulle pareti del museo d'arte contemporanea di Rivoli (TO). Quando l'ho letta mi ha subito fatto pensare al mio fiume, il Calore Salernitano. Dentro c'è la delicatezza della natura; è la potenza dell'idea che, per quanto improvvisa, non irrompe per caso. Come la scintilla, ha dietro di sé un universo da cui prende forza.

È anonimo il luogo dove sorge il Calore. La sua sorgente ha un nome che ha tutto un programma: "Festola". Solo un rivolo resta a testimoniare che lì, il quale luogo, nasce il fiume che ha fatto la storia della valle che attraversa e che oggi, solo in primavera può atteggiarsi a "padre" sfarzoso e potente con il suo andare fragoroso che l'amante del trekking riesce a sentire quando si avvicina al ponticello che facilita l'attraversamento della strada bianca che porta alla faggeta del monte Cervati.

Pochi fortunati hanno potuto ammirare le gole di rocce un tempo disegnate dalla violenza vorticosa dell'acqua, oggi inghiottita da arida bocca in perenne ricerca di refrigerio impossibile da ricreare.

Tagli profondi ricoperti da arbusti, nutriti dall'umida bruma, aiutano a nascondere nella vegetazione gli argini caratterizzati da strapiombi inaccessibili ma che lasciano intravedere tutta la forza della natura che li ha disegnati.

Ampie anse (Maiorina, Tondo, Laghetto ...) circondate da rivette di ghiaia sovrastate da spianate di rocce levigate a "lettini" improvvisati su cui intere generazioni di ragazzi e qualche ragazza più intraprendente, hanno assaporato il bacio dell'acqua sul corpo nudo scrutato da altri alla ricerca di sé per vincere il pudore ancora al crepuscolo dell'adolescenza.

Un tuffo, due bracciate, tre pietre recuperate sul fondo come coralli per dimostrare di riuscire a tenere gli occhi aperti. A fare da maestri l'esempio dei più grandi e l'istinto goliardico.

Più in basso, sulle pietre piatte (le lavate) si stendevano le amorevoli mani di giovani spose, suocere e nuore, prozie e sorelle hanno lavato, strizzato e battuto panni e vestiti. Ma la festa più bella era il lavaggio della lana destinata a riempire il primo letto d'amore.

L'appuntamento era lì, sotto il palazzo Tommasini con il giardino pensile che dominava l'ultima ansa prima della "Palata" (cascata) che rimescolava e gettava a valle le ansie puberali di giovani e delle promesse amanti.

Il ponte segnava e segna ancora lo spartiacque tra la dimensione pastorizia di Piaggine e quella contadina che provvedeva al fabbisogno alimentare.

Verso la montagna ci si muoveva a caccia di pascoli per greggi a mandrie e a produrre granaglie e patate; verso la valle, invece, a dissodare colline per produrre olio, vino e frutta di stagione.

La processione mattutina di uomini e donne con al seguito asini, muli e armenti, si infoltiva proprio sul ponte che collegava le due sponde del fiume e cominciava ad inerpicarsi per la salita di San Simeone.

Come un "Polifemo" il fiume contava e ricontava ogni essere vivente che si lasciava dietro il paese. Gli stessi che pregustavano già il ritorno della sera quando, a distanza, il fiume si preannunciava con il suo salto nel vuoto che si infrange a balzi nella cascata sottostante.

In quel salto c'è la forza incalzante di una natura imprigionata ma non domata. Gettandosi nel vuoto, il Calore si consegna al mondo antropizzato che provvederà a domarne la forza e l'energia per soddisfare la sete di terre lontane che poco sanno della delicatezza delle note, mai le stesse e del concerto perenne che la "Festola" esprime per fare "festa" alla luce che vede per la prima volta ...

Il Calore Salernitano, attraversa un'intera valle costellata di borghi: Oltre a Piaggine, Valle dell'Angelo, Laurino, Campora, Felitto, Castel San Lorenzo, Roccadaspide, Aquara, Castelcivita, Controne, Albanella, Altavilla Silentina. Inoltre, raccoglie le acque del Festolaro, del Sammaro, del Fasanella e di un'altra decina di torrenti che segnano i pendii dei rilievi posti a destra e sinistra della Valle.

Purtroppo, nonostante la sua portata, non ha avuto gloria.

Esso finisce la sua "vita" come portatore d'acqua al fiume Sele che, al contrario, è entrato nel mito!

Bartolo Scandizzo

Lascia il tuo commento
commenti
I commenti degli utenti
  • Maria Tramontano ha scritto il 22 luglio 2021 alle 17:23 :

    Meravigliosa questa storia del Calore salernitano che riflette nelle sue acque momenti di una civiltà ormai viva solo nei ricordi dei più vecchi....quanta nostalgia! Rispondi a Maria Tramontano

Le più commentate
Le più lette