Archivio storico 1999.

A "VALLE LAUSA" FONTE DI ROCCADASPIDE

La loro cultura, attraverso le correnti della navigazione greca e orientale si diffuse in tutta la Penisola. I primi Greci, che abitarono l'Italia meridionale dal IX all'VIII sec. A.C.

Archivio storico
Cilento sabato 16 ottobre 2021
di Nera D'Auto
Immagine non disponibile
veduta di Felitto e Valle del Calore © Unico settimanale

Ha inizio la strada che per prima sentì il nome “Italia" Questo articolo, sulla nostra storia, riguarda la via che da “Fonte" di Roccadaspide arriva al ponte di Castel San Lorenzo; qui, una biforcazione porta a Bellosguardo e poi attraverso le colline, a Monte Pruno, alla “Valle del Ritorno" e ad Atena Lucana. Cercare di rendere la cultura di questi popoli: L’Etrusca, la Greca e la Lucana che, dal IX A.C. fino alla conquista Romana, hanno lasciato traccia lungo questo percorso non è cosa da poco; il timore di smarrire il lettore facile, ma forse conviene inoltrarsi lungo quest’arco di tempo così remoto per carpie attraverso la storia che la nostra Valle del Calore insieme alla Valle dell'Alento fu la prima ad essere chiamata ITALIA. Senza pensare che il territorio della Valle del Calore possa essere stato il centro del mondo, utile ricordare l'importante della sua cultura ai fini della conoscenza e della organizzazione sul commercio, l'agricoltura, la pesca. I primi popoli che hanno dato nome alla nostra penisola e hanno introdotto l'uso della moneta e l'organizzazione di una comunità. hanno so- stato nel nostro Cilento, hanno attraversato le valli del Calore per quell'antica "Via del Sale": via di comunicazione delle genti Etrusche, Greche, Lucane che da Paestum transitavano le vie interne per avere uno sbocco sullo Ionio. Quanto può essere stata importante questa strada di collegamento ai lini della divulgazione del commercio e dello scambio è cosa che non si può fare a meno di conoscere. E' da Capaccio Scalo, sulla statale 18, che si stacca quel tratto di strada che dal Sele Tanagro poi Greche sullo Ionio, è stata crocivia, fusione e testimone agli albori della nostra storia. Diritta come tracciata da un colpo d'arma da fuoco, questo primo tratto di strada arriva ai piedi del Calpazio. Maestoso, ripido, questo monte domina la valle del Calore dell'Alento, e, come le fanciulle Greche (Kore) recavano, dal mare, presso il tempio Persefona a chiedere la fecondità, così oggi, in processione le fanciulle portano le “cente" al santuario sul monte, per chiedere la fecondità della terra. Ai piedi del Calpazio, l'acqua del fiume "Salsa" o (Capodifiume), potrebbe raccontare storie che risalgono una colonia villanoviana, proveniente da Pontecagnano, si stanziò sulle sue rive. Que- ste acque che impietrano, perché ricche di sali di calcio hanno formato nei secoli, un enorme banco di travertino, hanno nascosto resti di urne biconiche (Etrusche), un edificio sacro lucano, resti di età romana. Ora, ancora ci sono visibili sul posto sono mulini che durante l'età longobarda il Vescovo Paolo concesse di costruire. In questi due tratti del fiume, detto "trabe", dei privati stanno intervenendo per cercare di smuovere dall'oblio questo interessante pezzo di storia. Una breve sosta mentale è utile per fare il punto su questi primi popoli: Etruschi, ci, Lucam, che si stanziarono sulla nostra penisola e, prevaricando la cultura delle merose popolazioni presenti, trovarono un punto d'incohtro e di fusione nella valle del Calore. Parlando dagli Etruschi, pensiamo alla civiltà villanoviana, che praticava culto della incinerazione d'Emilia e la toscana ricca di minerali), al progresso apportato campo idrico.

La loro cultura, attraverso le correnti della navigazione greca e orientale si diffuse in tutta la Penisola. I primi Greci, che abitarono l'Italia meridionale dal IX all'VIII sec. A.C., furono detti Enotri;, il nome deriva da "ainos" (vino), trassero origine dall'Arcadia (regione della Grecia), e tale fu il nome di Enotrio figlio di Licaone e nipote di Pelasgo che guidò i Greci verso Occidente. Le prime spiagge su cui approdarono fu il promontorio Iapigio (Puglie), poi Enotrio, si inoltrò verso il golfo di Salerno alla ricerca di nuove terre dopo aver assunto come simbolo il bue, il picchio, il lupo. Questo primo nucleo uomini si divise e un gruppo denominato Itali, sotto la guida di Italo e simbolo del toro. si inoltrò sul corso dell Alento e del Calore istallandosi sulle colline interne. Italo, il potente re etrusco, secondo Antioco di Siracusa, riusci ad unificare sotto il suo scettro tutti gli Enotri. Tutta la regione prese il nome di Italiae si chiamarono i coloni che l'abitavano.

Una prima panoramica venuto dal Sud, capire essi si stazionano nel nostro territorio, e da qui, diffusero l'uso delle monete, il commercio , l'organizzazione di una comunità, il nome ITALIA. Interessanti reperti sono stati rinvenuti presso una roccia sul luogo che oggi porta il nome di Bellosguardo. Il museo provinciale di Salerno conserva dei documenti, carteggio n° 107, dove sono elencati ritrovamenti di monete italiote, frammenti di vasi d'impasto orientale e ambre. A completare il quadro della cultura e della fusione di questi popoli del Mediterraneo, mancano i Lucani, popolazione italica di stirpe Sannitica. Essi, verso la fine del VII secolo A. C. si spinsero verso Occidente e lottando occuparono il territorio dei Greci e gli ultimi villaggi di cultura Villanoviana. Si ritirarono su monti arroccandosi sulle colline e continuarono a mantenere la loro antica struttura dei "Touta" : una comunità caratterizzata da numerosi gruppi di case con necropoli annesse. La Tomba di Monte Pruno a Roscigno, Costa Palomma e Campora Testimoniano, presenza lungo questa via del loro passaggio. Sulla copertina è visibile un guerriero lucano con lancjae cavallo: l'Antece di Costa Palomma. A questo punto se ho ancora dei lettori li invito al prossimo numero : l'indigestione di notizie ha bisogno di essere digerita meditata e assimilata.

Lascia il tuo commento
commenti
Le più commentate
Le più lette