Il pastore buono ritiene importante ogni individuo; se ne prende cura per donargli felicità, così i lupi non potranno vincere.

Per essere ceto dirigente consapevole

Molti esponenti del territorio agiscono come mulini a vento che costruiscono muri.

Attualità
Cilento domenica 02 maggio 2021
di L.R.
Immagine non disponibile
Linea ferroviaria nel Cilento © Unico

Mulini a vento che costruiscono muri, così appaiono molti esponenti del nostro ceto dirigente. In questi giorni forniscono una ulteriore dimostrazione partecipando alla saga del tracciato ferroviario. L’attualità della vicenda impegna tanti, da sempre assenti e disinteressati, ad una corsa a spintoni per guadagnare la prima fila nel gruppo dei presenzialisti. In realtà, non sono in molti a dimostrare di conoscere storia e caratteristiche del territorio per continuare ad impegnarsi proficuamente per salvaguardarne il valore. Perciò potrebbe risultare utile un’attenta riflessione sul passo evangelico proclamato nella quarta domenica di Pasqua e che vede protagonista il pastore “buone e bello”. In pochi versetti l’evangelista Giovanni riassume il suo comportamento e lo mette a raffronto con quello del mercenario in presenza dei lupi. 

Nel contesto palestinese di duemila anni la similitudine è chiara e familiare; sicuro l’impatto emotivo per ciò che si vuole significare e per i sentimenti che s’intendono sollecitare. Quella del pastore è un’immagine amata e rassicurante: forte e combattivo, pronto a lottare contro i lupi per difendere chi gli è affidato, disponibilità che esalta la sua figura. Fascino e forza di attrazione sono prodotti dal coraggio e dalla generosità. La bellezza del gesto si articola in una offerta senza sollecitare domande, dono non dettato da pretese, regalo che non va contraccambiato. È la bellezza del responsabile atto d’amore, filo d’oro che dovrebbe legare la storia. Non è ideologia o un sistema di pensiero, non è un codice o un elenco di regole, ma innanzitutto la scelta costante e vincente di donarsi.

Il pastore buono ritiene importante ogni individuo; se ne prende cura per donargli felicità, così i lupi non potranno vincere. Egli spende la vita in mezzo agli altri, nel pericolo conforta e manifesta la propria solidarietà, amorevole attenzione perché, nel riconoscere l’identità di ciascuno, opera per il bene comune segnalandoli per la propria prossimità. Sollecita l’urgenza della solidarietà, indirizzo operoso di vita scandito da sentimenti di gioia che superano le ansie quotidiane grazie ad una vicinanza capace di sollecitare una vera esperienza di comunità. 

lr

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