Il lavoro è quella determinante che attraverso l’energia che impegni ti porta a sentire la dignità dell’esistere e la grandiosità dell’opera che ognuno può rendere al contesto di cui è parte.

E se in questo 1° maggio ‘21 per festeggiare decidessimo di lavorare?

Non è importante che tu sia uno scienziato, un imbianchino, uno scrittore, o un macchinista … Quello che è veramente importante riguarda l’amore che sei in grado di mettere in quello che stai facendo.

Attualità
Cilento domenica 02 maggio 2021
di Andrea Iovino
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Il 1° maggio si celebra la festa dei lavoratori © web

Non sarebbe semplice, potremmo, però, decidere insieme di occuparci di chi ha bisogno … I ragazzi potrebbero far stare a casa le badanti e trascorrere la loro Festa (perché anche gli studenti fanno festa …) con i nonni e le nonne, magari cucinando (oggi ci sono i tutorial e ti fanno credere che in un minuto sei già un grande chef), sistemando la casa, raccontando loro una storia o, piuttosto, semplicemente ascoltandoli senza farsi distrarre dal cellulare … Certo questo per i ragazzi non è un lavoro … Forse non lo era, alla loro età, manco per le badanti che hanno fatto stare a casa, però, forse, “occuparsi” per un giorno dei nonni darebbe ai nostri ragazzi una dimensione più reale di cos’è quel lavoro. E se i nostri ragazzi il I maggio facessero, loro, la parte, dunque, il lavoro dei docenti, se li portassimo su una catena di montaggio, se, ancora, invece di dargli il cornetto facciamo fare loro il cornetto a partire dall’impasto … non quello veloce, quello di qualità che se lo vuoi buono il cornetto devi cominciare alle 5 di mattina. E se, pure, quelli che tutti i giorni lavoriamo dietro una scrivania salariati per elucubrare decidessimo il I Maggio di intonacare una soffitta, tagliare legna, stare accanto al pizzaiolo, sedersi su una bici da rider a correre per portare da mangiare a quello scocciato sulla porta, che ha i soldi e ti guarda strano perché hai fatto un minuto di ritardo, servire in una sala adesso che siamo (e sbagliamo) nel liberi tutti, o stare per otto ore a dialogare con i vapori della macchina dei caffè a servire ai ridenti al banco che cianciano di diritti del lavoro e di lavoro  che poi sono quelli che con il loro cianciare ci stanno facendo perdere I DIRITTI (conquistati con la lotta dura ma veramente dura dei nostri padri) e il LAVORO! Perché dovremmo fare questo? Per ritrovare il sorriso, la verità, la comprensione … Per scoprire che il lavoro non è solo salario, ferie, oppure lo sciopero che ti porta a fare camminando per strada ciò che da seduto non fai nell’ufficio … Il lavoro è quella determinante che attraverso l’energia che impegni ti porta a sentire la dignità dell’esistere e la grandiosità dell’opera che ognuno può rendere al contesto di cui è parte. E non è importante che tu sia uno scienziato, un imbianchino, uno scrittore, o un macchinista … Quello che è veramente importante riguarda l’amore che sei in grado di mettere in quello che stai facendo … Poco più di un secolo fa si lavorava, vessati, sedici ore al giorno, oggi i nostri figli rischiano la vessazione che proviene dall’inedia generata da coloro i quali ci raccontano che il lavoro non c’è … Meditiamo … il I maggio almeno, meditiamo. 

 

Ecco è fuggito il dí festivo, ed al festivo il giorno volgar succede,

 

e se ne porta il tempo ogni umano accidente.

 

Or dov’è il suono di que’ popoli antichi?

 

or dov’è il grido de’ nostri avi famosi,

 

e il grande impero di quella Roma, e l’armi,

 

e il fragorío che n’andò per la terra e l’oceáno?

 

 

 

 Andrea Iovino

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