A Roccadaspide si è dato inizio alla festività per la Santa Patrona

L’affissione del quadro di S. Sinforosa

Il 26 Giugno, dopo aver celebrata la Santa Messa, il parroco di Roccadaspide, don Cosimo, ha affisso il quadro all’entrata del paese come da tradizione

Attualità
Cilento giovedì 30 giugno 2022
di Fabiola Scorziello
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L’affissione del quadro di S. Sinforosa © Unico Settimanale

In data 26 Giugno, dopo aver celebrata la Santa Messa, il parroco di Roccadaspide don Cosimo, ha affisso il quadro all’entrata di Roccadaspide come da tradizione l’ultima domenica di Giugmo…
La tradizione della Festa Patronale di Roccadaspide
Santa Sinforosa e San Getulio (con i loro sette figli Crescente, Giuliano, Primitivo, Giustino, Statteo, Nemesio, ed Eugenio), martirizzati a Tivoli nell' anno 120 d.c. sotto il dominio dell’Imperatore Adriano. Le loro reliquie furono donate da Papa Sisto IV al Principe Tommaso Filomarino, quale riconoscimento per aver quest'ultimo vinto e scacciato i turchi nella battaglia d'"Otranto". L'evento è ricordato da una lapide marmorea allocata nella Chiesa della Natività. Tra le grazie più significative della Santa protettrice, si ricordano: Nel 1750, la liberazione della campagna dai bruchi divoratori (nella prima domenica di maggio, si fa memoria della grazia ricevuta con la "processione dello Scanno" al termine della quale, il parroco, dall' alto della rupe, benedice tutta la campagna con l'auspicio di buon raccolto)- Nel 1857, 16 dicembre, lo scampato pericolo ad un catastrofico terremoto che colpì il salernitano.- Nel 1904, prima domenica di maggio, la caduta improvvisa del "battacchio" dal campanile della Chiesa Madre, non procura alcun danno ai tantissimi fedeli che, sul sagrato della stessa, attendevano festanti l'uscita del Simulacro della Santa per  l'annuale processione dello Scanno.
L’affissione del quadro
Chiesa della Santa Patrona Sinforosa, eretta nel 1450. L’iconografia artistica più ricorrente raffigura la Santa insieme al consorte, San Getulio Zotico, ed i sette figli con i quali fu martirizzata durante l’impero di Adriano. Una caratteristica processione detta dello “Scanno”, ricordava l’intervento miracoloso della santa, che liberò il paese da una terribile invasione di cavallette
Fontana dei delfini
Castello costruito intorno al 1245. Si dice che vi sia stato ospitato Federico II Barbarossa al tempo della congiura dei baroni di Capaccio
Chiesa del Carmine, o dei Morti, in stile rococò, che ospita tele e tavole di pregevole fattura
Chiesa della Natività della Beata Maria Vergine, eretta nel ‘600, più conosciuta come l’Assunta. L’edificio a tre navate custodisce dipinti e la preziosa statua di Santa Sinforosa. Imponente è il portale di bronzo lavorato a bassorilievo dal peso di ben 100 quintali, raffigurante episodi evangelici ed eventi significativi della storia del paese
Ruderi del Convento Carmelitano e della chiesa di Santa Maria dell’Arco, risalente al primo decennio del XVII sec.
Convento di Sant’Antonio. La tradizione narra che il convento abbia avuto come superiore Felice Perretti da Grottammare, diventato Papa nel XVI sec. col nome di Sisto V. Nonostante la vicinanza all’abitato, il complesso monastico è avvolto da un silenzio assoluto. L’ideale francescano di povertà e semplicità è perfettamente rispecchiato nell’essenzialità delle strutture architettoniche dell’edificio, ormai in gran parte diroccate. Collocata in una nicchia, all’esterno del portico, scorgiamo la piccola statua in pietra della Madonna del Latte. Segue il portale cinquecentesco, affiancato da due leoni stilofori. Le pareti e le volte a crociera del portico esterno sono riccamente affrescate e si individua l’albero vitae francescano con i ritratti dei santi dell’Ordine, il borgo medievale di Rocca d’Aspide ed uno stemma gentilizio raffigurante un’aquila bifronte ed i due leoni sulla scacchiera
Chiesa di Santa Maria delle Grazie (1495), che ospita un prezioso tabernacolo ligneo dipinto. Al centro del trittico è inserita la statua della Vergine delle Grazie che veniva invocata dai rocchesi contro la siccità
Ponte della Falconara
Storia...

Secondo alcune fonti il paese fu fondato intorno al 70 a.C. da alcuni ribelli di Spartaco (71-73 a.C.), che si insediarono nella zona in cui attualmente sorge il castello, costruendo le loro dimore sulla parte più aspra del monte roccioso.
Le sue denominazioni più antiche (900) sono Casavetere di Capaccio e San Nicola de Aspro sostituite, a partire dal XII sec., dal toponimo Rocca (confermando con questa denominazione l'esistenza di un’antica rocca o di una torre) dell’Aspro (1597) e poi dell’Aspide (dal greco “aspìs”, scudo o difesa).
Dal 1850 la cittadina è conosciuta come Roccadaspide, ma è attualmente in corso un recupero storico dell’antico toponimo cinquecentesco Rocca d’Aspide. La storia dell’antico comune si è svolta, nel passare dei secoli, intorno al castello feudale costruito nel 1245, ai tempi di Federico II. Il castello, in seguito, venne in possesso dei principi Filomarino di Napoli e, nell’800, della famiglia Giuliani, i cui discendenti ancora ne conservano i tesori ereditati.
 

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