Il 14 2023 a Novalesa si terrà il Forum Sulle " sfide, le buone prassi e i processi di innovazione
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"Aree Interne - Costruire Futuro"

La logica di costruzione di coesione può essere quella di una logica imperniata sulla metromontagna

Attualità
Cilento mercoledì 30 novembre 2022
di Bartolo Scandizzo
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Valle dell'Angelo © Unico Settimanale

A Novalesa, luogo emblematico segnato dalla presenza dell'Abbazia benedettina fondata nel 726, l'amministrazione comunale, in collaborazione con il network Planet Hope, propone una giornata seminariale di confronto ed elaborazione intorno al decisivo tema della costruzione di futuro nelle/ per le aree interne. Un forum che vuole determinare l'innesco di processi tali da rendere un laboratorio l'ambito territoriale di cui Novalesa fa parte.
 
Il metodo
 
Dall'esposizione delle sfide (con relazioni di esperti), attraverso l'incontro con la narrazione di buone prassi, l'individuazione delle traiettorie per processi d'innovazione per l'ambito territoriale (Bussoleno, Susa e località montane fino al confine con la Francia). Accogliendo come circostanze che interpellano/urgono a un nuovo protagonismo "dal basso" delle comunità tanto il PNRR quanto il completamento del percorso della Riforma del Terzo Settore
 Le aree tematiche
        Salute bene comune
       Quale coesione territoriale? Una strategia per le aree interne e le terre alte
       Il paradigma della complessità e le sfide per educazione/formazione/istruzione (riforma dei saperi)
       Sussidiarietà e co-progettazione comunitaria nei servizi
       Mappatura dei valori territoriali e progettualità turistiche-culturali
 Salute bene comune
 Lo spunto
In alcune Diocesi d'Italia, proprio alla vigilia dell'esplosione della pandemia Covid, fu avviato un progetto sperimentale che prevedeva l'inserimento della figura dell'infermiere di comunità presso alcune parrocchie, per fare da ponte per l'accesso ai servizi sanitari. Un progetto nazionale pensato a Roma da Asl e Cei, attivato in via sperimentale dalle diocesi della Capitale, quella di Alba per il Nord Italia e quella di Tricarico (Potenza) per il Sud. Come spiegarono allora i promotori, si tratta di "un modo per intercettare gli "irraggiunti", ossia le situazioni concrete di povertà e malati, con l'occhio e la sensibilità che una parrocchia può avere: facilitando il rapporto tra persone e sistema sanitario e indirizzando a medici di famiglia, percorsi sociosanitari e strutture distrettuali chi è in difficoltà, magari anziani che vivono isolati".
L'essere venuti in contatto con questa esperienza, ha condotto alla rcerca di altre sperimentazioni rilevanti (che in parte soni state mappate e di cui si sono cercati rapporti diretti con i promotori).
Dopo la pandemia, la centralità del territorio
La priorità, questa è la consapevolezza consegnatoci dalla pandemia, è la riterritorializzando l'offerta di assistenza (anche per costruire vera coesione e combattere lo spopolamento delle aree interne). In particolare per i soggetti più sensibili, con quadro clinico più compromesso. Proprio in quest'ottica la medicina territoriale riesce a rispondere alle esigenze della comunità e del singolo; senza tralasciare il disagio sociale, comportato dalla perdita del lavoro e dall'impossibilità di rispondere ai bisogni primari della persona (coinvolgendo in senso ampio il terzo settore e tutti i "fattori di comunità"). Attuando codeste politiche sanitarie e sociali, si crea nel territorio italiano una filiera dell'assistenza socio-sanitaria di comunità e di controllo di sicurezza del territorio, che mira a garantire e soddisfare i bisogni primari della persona.
Quale coesione territoriale? Una strategia per le aree interne e le terre alte
C'è bisogno di una visione che vada ben oltre la valorizzazione classica della montagna come attrazione turistica e naturalistica spesso a servizio della grande città.
Il territorio è l'infrastruttura base da cui partire per predisporre un'efficace politica di sviluppo. Per questo è essenziale valorizzarne le caratteristiche peculiari attraverso un confronto costante tra rappresentanti del sistema socio-culturale, economico, imprenditoriale e istituzionale.
Le aree montane, che rappresentano il 54,3% della superficie nazionale, sono luoghi dove costruire servizi e fare impresa è più difficile, ma molte sono le interessanti esperienze di micro-innovazione e i dati mostrano un tessuto imprenditoriale vivace e ad alta produttività, che genera un valore aggiunto di quasi 48 miliardi di euro l'anno e che ha bisogno di un rinnovato modello di sviluppo per decollare ulteriormente. Il Pnrr ha previsto ingenti risorse per dare impulso agli investimenti e combattere lo spopolamento. Va nella stessa direzione il disegno di legge quadro sulla montagna.
La logica di costruzione di coesione può essere quella di una logica imperniata sulla metromontagna, specie nell'emblematica realtà della Città Metropolitana di Torino.
 Il paradigma della complessità e le sfide per educazione/formazione/istruzione (riforma dei saperi) ...
 Sussidiarietà e co-progettazione comunitaria nei servizi
La Riforma del Terzo Settore, non prima di elementi critici e di una burocratizzazione che certo non avvantaggia le realtà più localizzate, ha fissato gli importanti principi della co-progettazione e della co-programmazione. Due prassi che possono condurre a una positiva concretizzazione di un "welfare comunitario" e ad una reale applicazione del principio di sussidiarietà. Vincendo ogni riduzione alla riproposizione dell'esistente attraverso rendicontazioni "creative", si tratta di sviluppare processi di "presa di coscienza" e partecipazione.
 
Mappatura dei valori territoriali e progettualità turistiche-culturali
 

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