“Agropoli era il punto di riferimento di tutti i paesi limitrofi, oggi invece è quasi motivo di scherno. Surclassata da tutti".

Letargo cittadino

"In estate da Santa Maria in giù ogni città offre lo stesso mare di Agropoli e troppo spesso una qualità e un'offerta turistica superiore. Nel quotidiano invece Vallo della Lucania è avanti anni luce”.

Attualità
Cilento lunedì 15 ottobre 2018
di Enrico Serrapede
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Agropoli © Unico

Che Agropoli sia una città turistica è risaputo, che sia legata soprattutto al periodo estivo lo è ancora di più. Ma che i prossimi debbano essere un calvario non sta scritto da nessuno. Nessuna legge scritta ma una realtà sempre più evidente per quella che un tempo era la capitale del Cilento, la perla sulla quale tutto il territorio aveva la necessità di appoggiarsi. Agropoli era il punto di riferimento di tutti i paesi limitrofi, oggi invece è quasi motivo di scherno. Surclassata da tutti. In estate da Santa Maria in giù ogni città offre lo stesso mare di Agropoli e troppo spesso una qualità e un'offerta turistica superiore. Nel quotidiano invece Vallo della Lucania è avanti anni luce, e ve lo scrive un agropolese... Certo, la politica ha fatto il suo, abbandonando in tronco la città. Lasciandola senza ospedale, senza servizi importanti con il solo pesantissimo lasallo delle tasse. Ad Agropoli si fa fatica ad arrivare alla fine del mese, i giovani vivono con i genitori e chi invece deve arrivare autonomamente alla fine del mese nella maggior parte dei casi è costretto a fare più di un lavoro per poter vivere dignitosamente. È un po' l'andamento generale italiano, inutile negarlo, ma comunque quella che una volta era il fiore all'occhiello del Cilento ne è la prova tangibile. La situazione è stazionaria e preoccupante, si vive alla giornata senza programmazione e senza i punti fermi di un tempo. Il quotidiano è un inferno: traffico, qualità della vita pessima, pericolo di piccoli furti, addirittura qualche scippo. Questa non è Agropoli. Il centro è morto, non c'è proposta commerciale e l'amministrazione dell'apparire non è in grado nemmeno di potare gli alberi di via Piave. Altro che piano commerciale. Il porto è schiavo delle macchine, un mero parcheggio. I luoghi simbolo sono abbandonati. Il lungomare oltre ad essere un altro parcheggio vista mare è ormai una strada a scorrimento veloce dove passeggiare è diventato più un stress che un sollievo. In più manca la vita, intesa come collante della società. La cultura è ridotta a zero, cinema e teatro di primissimo livello fanno fatica a coprire le spese mensili. In passato i locali della città erano mete ambite da tutta la regione, oggi sono quasi tutti chiusi. Chi può permettersi di investire non lo fa più ad Agropoli anche perché il valore degli immobili è drasticamente crollato negli ultimi dieci anni. Comprare casa ad Agropoli un tempo era un investimento sicuro oggi rischia di essere un oneroso peso. Il gioco non vale la candela, insomma. I giovani fuggono e chi ha i figli piccoli spesso pondera di trasferirsi altrove, dove magari poter crescere una famiglia molto più tranquillamente. Il quadro è pessimo ma da palazzo di città non arrivano iniziative importanti. L'inverno che si avvicina arriva dopo un'estate dove la crisi cittadina si è fatta sentire, le sole feste patronali non possono reggere il peso di un città turistica come Agropoli. Manca un evento catalizzatore che possa identificare la città in un costesto più ampio. Il quadro è nero e dalla politica non arrivano certezze. Intanto Agropoli sta fallendo...

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