“Il Paese è in bilico tra sviluppo e contrazione, con un Pil che si è fermato dopo tre anni e la disoccupazione tornata a salire negli ultimi mesi oltre il 10%”
Bcc Aquara. Marino all'assemblea pubblica di Confindustria
La relazione del Presidente di Confindustria Salerno si è incentrata sui provvedimenti del Governo. «Siamo preoccupati – ha detto Prete – Il Paese è in bilico tra sviluppo e contrazione, con un Pil che si è fermato dopo tre anni..
«Relazione brillante, puntuale, completa». Così il Direttore della Bcc Aquara, Antonio Marino, sull'intervento del presidente di Confindustria Salerno Andrea Prete, tenuto nel corso dell'assemblea pubblica di Confindustria che si è svolta lunedi 26 novembre al Teatro Verdi di Salerno. "Un discorso realistico il suo – ha continuato il Direttore Marino – sull'attuale situazione italiana in bilico tra stagnazione e recessione. Condividiamo da un punto di vista imprenditoriale tutti i temi trattati dal presidente Prete, e auspichiamo che l'impresa torni al centro dell'attenzione del governo italiano".
La relazione del Presidente di Confindustria Salerno si è incentrata sui provvedimenti del Governo. «Siamo preoccupati – ha detto Prete – Il Paese è in bilico tra sviluppo e contrazione, con un Pil che si è fermato dopo tre anni e la disoccupazione tornata a salire negli ultimi mesi oltre il 10%. Aleggia poi lo spettro della recessione che, come sostiene il Fondo monetario internazionale, deriva da livelli troppo alti di debito».
“Giudizio tranciante su Decreto Dignita e Reddito di Cittadinanza. Nei fatti, il provvedimento – dichiara a proposito del Decreto Dignità – nato e pensato senza il necessario approfondimento e confronto con l’impresa, punta il dito contro il lavoro a tempo determinato. Un’autentica presa di posizione ideologica, che non fa che innescare una caccia al nemico – l’impresa – che in questo Paese, con grande sforzo e impegno, vuole solo continuare a garantire lavoro e creare ricchezza. Un nemico, oltretutto, artificiosamente costruito: basti pensare che su 100 contratti, nel nostro Paese solo 15 sono a tempo determinato”.