"Ho il ballo di San Vito e non mi passa", canta Vinicio Capossela nell'omonima canzone che narra di un Sud Italia che gronda tradizioni e rituali antichi

Il Ballo di San Vito? Approda a Felitto e dall'anno prossimo diventa un festival.

Il Ballo di San Vito ha smosso anche le pietre del centro storico di Felitto e le sue campagne, annidandosi tra il Palazzo Migliacci e le viuzze del borgo.

Attualità
Cilento martedì 25 giugno 2019
di Monica Acito
Immagine non disponibile
Il Ballo di San Vito © Unico

La promotrice è lei, l'instancabile Rosanna Di Stasi. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con lei e con Angela Di Stasi, suo essenziale e responsabile braccio destro, così come l'architetto Anna Pina Arcaro.

(domande a Rosanna Di Stasi)

1) Buongiorno Rosanna, come è nata l'idea di dare vita a "Il Ballo di San Vito" quest'anno?

Buongiorno a te Monica e grazie per il tempo che mi stai dedicando. All'inizio volevamo fare con Donato Stabile, una mostra d'arte del nostro amico Enzo Marotta di Agropoli, realizzata interamente sul centro storico felittese, e movimentare un poco la settimana di San Vito, quando molte persone vengono in paese per le festività del santo patrono. Poi chiacchierando con il mio amico Carlo Faiello, il mio architetto Anna Pina Arcaro, che segue i lavori a palazzo e in seguito con mia nipote Angela, sono venute fuori altre idee per arricchire la mostra e creare altri eventi collaterali. Così un giorno dissi perché non facciamo "il ballo di San vito"? E poi il risultato è quello che tutti hanno potuto vedere dall'8 al 16 giugno.

2) Come è nata la decisione di trasformarlo in un festival, dall'anno prossimo?

Dopo la curiosità che si è generata in seguito agli eventi, ho capito che questa rassegna non poteva essere limitata solo a quest'anno. Specialmente dopo aver visto il risultato del 14 giugno, quando Carlo Faiello insieme a Mariagrazia Lettieri e tanti artisti e musicisti felittesi e dei paesi vicini, si sono uniti insieme in unico gruppo e hanno creato la base per la nostra versione di "Il Ballo di San Vito". Mi ricordo ancora, quando prima della festa, un giorno Carlo Faiello venne a fare un sopralluogo e dopo aver visto il posto e sentito il programma disse subito che era una bella idea e disse "Perché non lo trasformiamo in un festival?" Alla fine della rassegna, quasi per scommessa, è nata la decisione di creare per il 2020 un festival dedicato a "il ballo di San Vito"

3) Come sarà articolato il festival? Avete già in mente delle idee in particolare?

Il festival a grandi linee dovrebbe seguire le orme di questa rassegna artistico culturale, da me promossa, e realizzata nei giorni scorsi a palazzo Migliacci. Una serie di laboratori, non più concentrati in una unica settimana ma distribuiti durante l'anno, per la preparazione alle festività legate a San Vito, per la riscoperta e la valorizzazione di antiche tradizioni e al fine di realizzare "Il Ballo di San Vito" con artisti provenienti da ogni luogo e con la compartecipazione di felittesi e abitanti dei paesi vicini, come quest'anno, quali protagonisti dei laboratori e della scenografia studiata per l'evento.

Me lo immagino come un appuntamento con cadenza annuale e con data fissa, ricadente nella settimana di San Vito, così come ci hanno consigliato nella giornata di chiusura della rassegna, per attrarre e coinvolgere anche turisti in un periodo poco movimentato per Felitto.

4) Quali sono state le più grandi soddisfazioni di quest'anno?

La più grande delle soddisfazioni è stata quella di riuscire ad avvicinare ed incuriosire persone diverse tra loro, di riuscire a creare un momento di aggregazione, nel cuore del centro storico a palazzo Migliacci, tra felittesi e abitanti dei paesi vicini che, di loro spontanea volontà, sono venuti fin qui in paese per fare le prove di ballo insieme a noi e imparare in solo due lezioni una intera coreografia.

Un'altra soddisfazione, di cui vado fiera, è di essere riuscita in poco spazio a racchiudere: arte, con i dipinti di Enzo Marotta, artigianalità nella creazione si misura dei bellissimi vestiti per il ballo creati da Liliana Arcaro, recupero delle tradizioni attraverso i canti di san Vito, con Mariangela Cerullo, la realizzazione di addobbi e dei tradizionali mattuli di grano, ballo con le lezioni mirate della maestra Mariagrazia Lettieri e in ultimo la scrittura con l'autrice Milena Esposito e il suo nuovo libro.

Infine, sono contenta di aver messo in piedi una bella squadra e che tutte le iniziative siano state visualizzate da tantissime persone a distanza sul web, attraverso la condivisione sui social e le dirette realizzate e trasmesse nel gruppo Felitto nel cuore.

5) Quali le difficoltà?

Di sicuro la maggiore difficoltà è stata di dover organizzare il tutto in un periodo caldissimo, che ha anche scoraggiato la presenza in prima persona di tante persone. Inoltre, si sa che le iniziative che mirano ad una pura valorizzazione di tradizioni e forme di cultura, sono sempre le più difficili da trasmettere in contesti abitativi come quelli di un piccolo paese.

6) Cosa cambieresti dell'esperienza di quest'anno?

Non cambierei niente, sono contenta di tutto quello che è stato realizzato e in particolar modo della sinergia che si è creata tra me, Anna Pina ed Angela e con le istituzioni civili e religiose e in particolar modo con il neo sindaco Carmine Casella e il parroco Don Domenico Sorrenti.

7) Altri progetti per il Palazzo Migliacci?

In anteprima ti dico, che abbiamo intenzione di mettere in piedi un calendario estivo di attività da realizzare a palazzo, per la valorizzazione di arti, tradizioni, e del centro storico, ma ancora non c'è stato tempo per definire tutti i dettagli. L'unica iniziativa già pronta è "Cantiere... In musica" prevista per il 1° luglio, quando ospiterò il maestro Vito Nicola Paradiso con un laboratorio di musica, e precisamente di chitarra, e la presentazione del suo nuovo cd. Infine, il palazzo sarà una delle location della quarta edizione di "Tradizioni in mostra" organizzata dall'Associazione APS Pasquale Oristanio per il weekend del 6 e del ‪7 luglio. Abbiamo intenzione anche di organizzare la presentazione del libro "158" con Enzo Landolfi e qualche suo coautore.

(Domande ad Angela Di Stasi)

1) Che risposta ha avuto la popolazione felittese a questa iniziativa? E cosa vi augurate per il prossimo anno?

Abbiamo avuto una graduale e crescente partecipazione di felittesi, che giorno dopo giorno si sono interessati alle iniziative che erano state programmate, per raggiungere la massima partecipazione la sera della vigilia, il 14 giugno, quando abbiamo realizzato "il ballo di San vito" in aperta campagna nei pressi della cappella rupestre di San Vito. Alcuni che si erano trovati a palazzo per curiosare, alla fine si sono trasformati in protagonisti della scenografia finale, altri invece sono diventati validi aiutanti.

Per il prossimo anno ci auguriamo di riuscire a mettere in piedi "il festival", visti i tanti pareri favorevoli del dopo rassegna da parte di istituzioni, amici e professionisti, e di riuscire a coinvolgere sempre più persone al fine di creare un maggior senso di appartenenza e di aggregazione locale. Mi auguro che questo festival possa diventare un vero e proprio evento che funga da richiamo nel mese di giugno, soprattutto per nuovi turisti.

2) Come è stato organizzare il tutto dietro le quinte?

È stata una bellissima esperienza, una opportunità di crescita personale, soprattutto perché ero parte di una squadra, dove ognuno ha messo in campo la migliore delle sue abilità e delle sue competenze. Ogni cosa è stata valutata e decisa insieme con Rosi Di Stasi, la promotrice di tutta la rassegna, e con la guida esperta dell'architetto Anna Pina Arcaro, da anni abituata a grandi progetti e a lavorate in team. A questa piccola cerchia poi si sono aggiunti man mano tutti i protagonisti dei laboratori, gli amici e i partecipanti. In conclusione, è stata una bella rassegna e spero che lo stesso successo si ripeta anche nel futuro. Grazie Monica per il tuo tempo e la tua disponibilità.

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