“La politica ha il compito di intervenire, in un quadro così complesso, e di tracciare un perimetro solido e duraturo all’interno del quale i vari operatori turistici collaborino come soci in affari"

Capaccio Paestum, un’estate difficile

Una stagione all’insegna di un trend negativo in termini di presenze dei turisti che ormai contraddistingue gli ultimi decenni la valle dei templi. La conseguenza naturale di un territorio che non offre nulla di diverso...

Attualità
Cilento venerdì 11 ottobre 2019
di Arturo Sica
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Capaccio Paestum © Unico

Con la fine del “Festival Delle Mongolfiere” si chiude la stagione estiva per Capaccio Paestum. Una stagione all’insegna di un trend negativo in termini di presenze dei turisti che ormai contraddistingue gli ultimi decenni la valle dei templi. La conseguenza naturale di un territorio che non offre nulla di diverso da quello che offriva 20 anni fa e che non riesce più a stare al passo con i tempi ed a intercettare la domanda del “nuovo” turismo. La mancanza di un brand definito, che permetterebbe di riconoscere Capaccio Paestum in una specifica e dunque esclusiva offerta turistica, costituisce un arlecchino commerciale dissimile nel quale qualsiasi iniziativa commerciale e giusta e allo stesso tempo sbagliata. Senza una direzione specifica dove canalizzare l’offerta, i vari operatori che insistono nel campo del turismo, si muovono in direzioni diverse o opposte creando veri e propri “paradossi commerciali “a volte anche a pochi metri l’uno dall’altro. Ovviamente questa situazione eterogenea scontenta tutti i turisti che a poco a poco finiscono per scegliere mete più congrue alle loro esigenze. Oltre alla situazione dal punto di vista strutturale della macchina turistica, l’estate 2019 ha finito per scoperchiare ufficialmente il vaso di pandora: la presenza di scarichi abusivi nel mare. Una vera coltellata al cuore di Capaccio Paestum quella del 13 agosto che ha ferito in modo quasi irreparabile l’intero territorio. Oltre al danno dello scarico in sé, la conseguenza fatale è stata quella mediatica e il suo risvolto che è destinato a protrarsi per anni e dal quale sarà difficile uscirne poiché anche se si riuscissero a monitorare tutti i corsi d’acqua e a impedire gli scarichi, la presenza della mucillagine nel mare pestano (che comunque c’è e che non possiamo eliminare) trarrà in inganno tutti quei turisti che collegheranno il fenomeno naturale con quello scempio del 13 agosto. Non si distinguerà più l’anomalia dalla normalità, il fenomeno naturale dal fenomeno umano; un disastro vero e proprio. La bandiera Blu non può più essere l’espediente retorico per nascondere la polvere sotto al tappeto e ci vorranno impegno e ingegno da parte di tutti i soggetti che intervengo nella società per recuperare quel gap perso in poche ore quello sciagurato giorno.

Dal punto di vista politico il sindaco Franco Alfieri promette di intervenire sul riassetto urbano di Capaccio Paestum con vari interventi sia sulla viabilità e sia dal punto di vista delle opere pubbliche. Serve più che mai una scossa in questo momento, ma agire sull’onda rivoluzionaria senza contestualizzare in un quadro strategico le opere pubbliche e senza tener conto del bilancio comunale, si rischia di mettere una toppa peggio del buco. Tocca riformare la cultura turistica e discutere con i vari consorzi presenti sul territorio, come per la verità il sindaco già sta facendo. E proprio la politica ha il compito di intervenire, in un quadro così complesso, e di tracciare un perimetro solido e duraturo all’interno del quale i vari operatori turistici collaborino come soci in affari, come fieri pionieri di un turismo unico al mondo per far grande Capaccio Paestum.

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