Cara Giuseppina mi ricorderò di te e del tuo viso aperto e coinvolgente. Che la terra ti sia lieve.

In ricordo di Giuseppina Cavallo, vedova Scandizzo

Insieme consumammo l'appetitoso pranzo che aveva preparato e constatammo che in ogni famiglia cilentana c'era, ed è rimasta, la grande abitudine dell'ospitalità.

Cronaca
Cilento giovedì 25 febbraio 2021
di Giuseppe Liuccio
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Giuseppina Cavallo Scandizzo © Unico

A Piaggine la comunità ha accompagnato la signora Giuseppina Cavallo, vedova Scandizzo, per l'ultimo saluto. Le mie condizioni di salute non mi hanno consentito di partecipare al suo funerale, come invece avrei molto desiderato fare.

Ho conosciuto, stimato e ampiamente rispettato la signora Giuseppina, madre dell amico sincero e compagno di lavoro, Bartolo, che un giorno mi invitò nella splendida comunità di Piaggine, nel Cilento interno, per farmi fare una scampagnata lungo il fiume Calore e fino alla sorgente, dove le guardie forestali ci fecero da guida fino al Piano degli Zingari e dove, spesso, si incrociano escursionisti che venivano dal Vallo di Diano che risalivano al Cervati per onorare la Madonna della Neve. 

Soprattutto quando la neve era alta e consentiva a tutti di scatenarsi in canti e balli. Io poi – anche su consiglio di Giuseppina - dalla Pianura degli Zingari mi avventurai con altri amici fino alla chiesetta sull'altura dove accorrevano, soprattutto nel mese di agosto, i devoti sia dell'uno e dell'altro versante della montagna ed era la chiesa dove cantavano e ballavano per un'intera notte.

Quando scendemmo a Piaggine la signora Giuseppina pretese di darci ospitalità nella sua modesta, semplice e accogliente casa del centro storico, dove ritrovai le  nipoti - che a ragione adoravano la nonna Giuseppina - ed erano venute dal lontano Piemonte per scoprire usanze, tradizioni e calore dell'umanità cilentana e anche loro fecero in modo che l'ospite, che ero io, se ne tornasse a Roma felice e soddisfatto dell'accoglienza ricevuta.

Giuseppina mi chiese informazioni sul mio lavoro e passammo un'intera giornata in grande allegria. Poi mi chiese se conoscevo la canzone "Lo sgarrafone" e alla mia conferma la cantammo insieme e insieme ricordammo le grandi tradizioni delle comunità cilentane dell'interno e insieme consumammo l'appetitoso pranzo che aveva preparato e constatammo che in ogni famiglia cilentana c'era, ed è rimasta, la grande abitudine dell'ospitalità che tutti accomuna. Poi mi consigliò di non aspettare le giornate fredde e di ritornare alla chiesetta del Monte Cervati, il più alto dell'intera Campania. Me ne sono ricordato appena ho avuto dal comune amico Peppino Galzerano la notizia della sua scomparsa e mi sono ricordato del suo viso pacato, sorridente, allegro e profondamente umano, che non dimenticherò.  

Sul Cervati ci sono stato altre volte e ci tornerò ancora e naturalmente mi ricorderò di Giuseppina, rispettando l'usanza della festa di campagna che è e resta anche abitudine di devozione.

Cara Giuseppina mi ricorderò di te e del tuo viso aperto e coinvolgente. Che la terra ti sia lieve.

Un abbraccio da uno che è stato e resta amico di tuo figlio Bartolo. I cittadini di Piaggine ti hanno dato una grande manifestazione di affetto e di stima, perché per noi cilentani un funerale è una promessa di amore di affetto eterno.

Giuseppe Liuccio

 

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