Il Cilento in Argentina

​Luis Inverso di Roccadaspide, la famiglia scappa in Argentina per paura delle bombe

A Luis non piace il mestiere di sarto. Lui è appassionato di meccanica e si fa assumere da una fabbrica di frigoriferi

Cronaca
Cilento domenica 26 agosto 2018
di Gina Chiacchiaro
Immagine non disponibile
Luis Inverso e la moglie © Unico settimanale

Luis Inverso, figlio di Angelo e Maria Anna Vona, arriva in Argentina nel 1952. Il padre di Angelo è originario di Piano Vetrale dove il cognome Inverso è molto diffuso. Il padre militare nella seconda guerra mondiale matura la decisione di abbandonare l’Europa già quando è ancora sotto le armi. Vuole mettere molta distanza tra la sua famiglia e il teatro di guerra che da secoli regola la vita degli stati nel continente europeo.

Tornato a casa alla fine della guerra, prova a far ripartire il suo laboratorio di sarto. Mancando la materia prima, cioè le stoffe, si approvvigiona a Napoli di divise militari che lui nel suo laboratorio, aiutato da due collaboratori adatta agli usi civili. Poi con il suo camion, adattato a negozio, gira per le fiere dei paesi del circondario per commercializzare gli abiti.

Nel 1950, Angelo coglie al volo l’occasione offerta dal governo Argentino a quanti hanno voglia di trasferirsi nel continente americano. Vende tutte le proprietà: due castagneti, due vigne ed altre proprietà e s’imbarca a Napoli per andare alla ricerca di una vita migliore.

Dopo aver passato la prima notte all’hotel dell’emigrante in Buenos Aires, trovato lavo ed anche una stanza dove sistemarsi.

In seguito è assunto da Modart,una grande marca di abbigliamento e, in seguito, ha lasciato per mettersi in proprio.

Nel 1952 Angelo richiama in Argentina sua moglie Maria e i suoi due figli, Luis di 15 anni e Rosa di due anni più grande. La famiglia si imbarca a Napoli sulla nave Sorrento e si ricongiunge dopo circa un mese di navigazione a Buenos Aires. Prende in affitto un’altra stanza e un laboratorio annesso e coinvolge tutta la famiglia nell’attività di sartoria.

Luis ha 15, ha già completato la scuola avviamento in Italia, ma deve tornare tra banchi per sostenere l’esame di spagnolo.

Già prima di partire, gli insegnanti lo avvertono che in Argentina si parla spagnolo e qualcuno gli suggerisce di aggiungere una “s” ai termini italiani per renderli comprensibili.

Ovviamente, il sistema non funziona, per cui deve ripartire dal 5° e studiare nonostante le proteste del padre Angelo con gli insegnanti.

A Luis non piace il mestiere di sarto. Lui è appassionato di meccanica e si fa assumere da una fabbrica di frigoriferi. A 18 anni decide di mettersi in proprio con il cognato, d Altavilla Irpino, per fabbricare busti per le donne e reggicalze. Ma anche questa attività non soddisfa i due soci. Si trasferiscono a Bransed dove avviano un allevamento di maiali.

A 27 anni si sposa con Leonisa, di origini spagnole, che conosce ad una festa da ballo, ed hanno 4 figli: Anna Maria, Insegnante; Adriana, contabile; Rosanna, radiologa; e il maschio che è Angelo che lavora il suo campo.

Oltre all’allevamento luis apre anche una rosticceria e una panetteria. Luis ora è in pensione e le sue attività sono state cedute a terzi. È tornato a Roccadaspide una sola volta nel 2013. Arriva nel centro storico dove abitava in inverno e lo trova completamente spopolato. Avrebbe voluto parlare con qualche anziano per ricordare insieme il padre Angelo, ma non riesce ad incontrare persone del suo vicinato.

Va a pranzo nel ristorante che una volta era della “Meccia”, ovviamente trova persone diverse che non hanno memoria dei vecchi proprietari. Dorme in un B&B e fa un giro nella zona dove ha imparato a fare il meccanico nell’officina di Osvaldo Capuano. Non ha visitato il castello perché chiuso. Luis ha 5 nipoti e un pronipote.

L’argentina ha trattato bene Luis. La sua vita è piena di affetti e di ricordi che gli fanno compagnia.

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