Due bare e una cappella per la veglia funebre di un paese che si raccoglie a riflettere Due bare e una sola cappella, la chiesa della Natività

​Vincenzo e Pasquale, due famiglie e un solo immenso dolore

Roccadaspide si raccoglie intorno alle famiglie dei due giovani vittime dell'incidente stradale in località Difesa

Cronaca
Cilento martedì 30 ottobre 2018
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Vincenzo e Pasquale © ilgiornalelocale.it

Due giovani e un solo colore, il bianco. Due famiglie e un solo dolore, immenso; Due file di parenti, una sola comunità che abbraccia.

All’esterno della chiesa e per le strade tutti si fermano a salutare e a confortarsi per un lutto che va oltre il già visto e si sedimenta nell’aria che, nonostante i sette venti che vorticano in questi giorni di tempesta, appare ferma a riflettere sui pensieri facilmente intuibili della gente.

Le foto di Pasquale eVincenzo appaiono già sbiadite per le tante lacrime versate dalle teste piegate a pregare, ricordare, immaginare il loro futuro che sarà altrove. Vivranno ancora nel ricordo dei nonni frastornati dal boato che ha annunciato loro la sventura; Certamente alloggeranno nei cuori di chi li ha cresciuti; accompagneranno i pensieri dei fratelli e sorelle; peseranno sulla coscienza collettiva di un popolo che continuerà a scuotere la testa non trovando consolazioni …

I due amici saranno affiancati nel “dopo di loro” che è imperscrutabile per tutti noi. Ma ci piace pensare che potranno spendere il resto di loro stessi in un luogo diverso e in grado di accoglierli come figli a cui dare un’altra occasione.

A tutti noi, che fino al momento dello schianto fungevamo solo da cornice alla loro esistenza, da domani avremo il compito di non rinunciare a tentare di fare qualcosa affinché altri giovani non vedano stroncato il loro avvenire in modo così inumano.

La loro vita spezzata sia da monito ai loro compagni di giochi, ai loro amici di scuola, ai loro sodali di sport … ci diano una mano a non vanificare i tanti tentativi di mantenerli sulla “buona” strada.

La strada che non impedisce di viaggiare, di giocare, di studiare, di amare e perfino di sognare di essere qualsiasi altra cosa hanno in animo di immaginare di essere.

Solo quel popolo di giovani che si aggirava attonito davanti e dentro la chiesa potrà fare tesoro di una tragedia immane che ha già segnato senza scampo i congiunti di Vincenzo e Pasquale.

La loro presa di coscienza potrebbe scacciare anche il velo di preoccupazione che, a fasi alterne, comparirà sui volti dei loro genitori, nonni e bisnonni quando li guarderanno scrutandoli a fondo per capire se loro, i loro ragazzi hanno imparato, almeno un po’, dall’esistenza dei loro amici finita con lo schianto nella “Difesa” di Roccadaspide in una notte dell’autunno senza mai aver vissuto l’estate dopo la frizzante primavera della vita.

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