Nel Vallo di Diano torna il timore inquinamento e patologie

Bovino ammalato

Apprensione nel Vallo di Diano.

Cronaca
Cilento giovedì 13 giugno 2019
di Cono D'Elia
Immagine non disponibile
MUCCA © web

Sta facendo discutere e inquietare la notizia di qualche giorno fa legata alla carcassa di bovino di un allevamento di Teggiano, trovata con sospette lesioni tumorali e alti livelli di sostanze cancerogene.

Il caso è stato segnalato ai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico dal dott. Rocco Panetta, dirigente dell’Asl Salerno e veterinario del mattatoio comunale di Monte San Giacomo.

La mucca, allevata a Teggiano, era stato portata nel piccolo centro valdianese per essere macellata, secondo la consueta prassi. E proprio l’esame in questione ha permesso a Panetta di scoprire le lesioni neoplastiche. Le analisi effettuate, poi, da un esperto in Oncologia Veterinaria del “Pascale” di Napoli, hanno certificato la presenza di livelli significativamente elevati di policlorobifenili, relativi a sversamenti di rifiuti tossici in Campania. Il bovino in questione, quindi, stando a quanto emerso, ha ingerito le sostanze ad alta tossicità attraverso l’erba.

Panetta ha così provveduto ad informare i Carabinieri per successive indagini da effettuare eventualmente anche nei terreni da cui proviene il foraggio utilizzato.

Le sostanze in questione (PCB) sono state “protagoniste” di diversi processi per disastro ambientale relativi alla provincia di Napoli. E sono state acquistati da diverse ditte della Campania e successivamente sversati illegalmente.

Il caso, unitamente ai fatti legati alla presunta alta percentuale di malattie tumorali nel Cilento e Vallo di Diano, è stato al centro di un’interrogazione parlamentare presentata dal senatore del Movimento 5Stelle Francesco Castiello ai Ministri della Salute e dell’Ambiente Grillo e Costa.

La questione legata all’eventuale presenza di sostanze tossiche o inquinanti nei terreni del Vallo di Diano torna di frequente alla ribalta. Ci si chiede se parte del comprensorio sia avvelenato, cosa ci sia nel sottosuolo e se l’apparente alto numero di casi di tumore possa essere correlato a tutto ciò.

Nel tempo le risposte non sono arrivate, né da enti ed istituzioni, né dalla Giustizia.

Basti pensare all’inchiesta Chernobyl, collegata ad un presunto traffico di rifiuti pericolosi. L’operazione vedeva coinvolti anche dei terreni ricadenti nel Vallo di Diano, con 38 persone complessivamente indagate, 2 delle quali del comprensorio. Dopo anni di udienze e rinvii, tutto è finito con l’assoluzione la prescrizione dei reati. Come non pensare poi al registro tumori della Provincia di Salerno, il cui ultimo aggiornamento risale al 2011 ed a mappature e rilievi effettuati, il cui esito non si è mai conosciuto.

In passato, in particolare tra gli anni ’80 e ’90, pare che alcune attività sospette ci siano state in aree abbastanza precise e con protagonisti definiti

Soltanto un’analisi approfondita e ficcante, con riscontri concreti, potrebbe mettere fine a supposizioni, congetture e paure…O rischierebbe di alimentarle ulteriormente?

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