È una gioia che nessuno può rubare o toglierci

Vivere la gioia, siamo noi la festa di Dio

Sostituiamo la tristezza con la gioia perché il Signore libera il suo popolo.

Cultura
Cilento venerdì 31 dicembre 2021
di Don Luigi Rossi
Immagine non disponibile
Natività Gesù © Unico Settimanale

La generosità è il metro per misurare il nostro grado di felicità e la vicinanza alla salvezza.

Cosa dobbiamo fare?

È la domanda che rivolsero a Giovanni Battista e che oggi anche noi ci poniamo.

L’interrogativo coinvolge tutte le categorie di persone alle quali il Precursore raccomanda di rimanere nel proprio stato, essere sempre pronti a dare il proprio dovere, disposti ad assumere le caratteristiche della propria umanità e ad agire di conseguenza, generosi, se è richiesto, donare una tunica per riscaldare il freddo del corpo e la solitudine interiore del fratello.

Queste raccomandazioni, praticate dal Battista, fanno crescere il rispetto nei suoi riguardi. Gli si chiede se per caso non sia lui il Messia, l’Unto che li avrebbe liberati dalle pastoie del male donando libertà ai cuori e speranza all’intelligenza.

Giovanni, coerente con la propria esperienza del deserto, testimonia di non essere il Benedetto dal Signore, dichiara la propria umile condizione e per questo viene riconosciuto da Gesù come il più grande tra i figli di donna.

L’intreccio di questi temi ripropone ancora una volta l’invito ad esultare e rallegrarsi perché siamo noi la festa di Dio. Egli si è rivelato scegliendo il nome “IO SONO CON VOI”, presenza che accompagna, conforta, incoraggia, stimola, sostiene, perdona; produce nei cuori la vera gioia, tema che attraversa tutta la Bibbia trasformandosi in segno e frutto della Salvezza. Essa è possibile perché si fonda sulla relazione col Signore per cui possiamo fare nostro l’invito della prima lettura della liturgia della Parola: sostituiamo la tristezza con la gioia perché il Signore libera il suo popolo. E’ una gioia che nessuno può rubare o toglierci, come annuncia Paolo nella seconda lettura. Il Signore é vicino, passa tutto il resto, ciò che evoca male, dolore, tristezza, sconfitta.

È la gioia natalizia; ma quanti veramente la sperimentano?

È l’intreccio di due gioiosi sentimenti: quello di Dio e quello dell’uomo. Stare uniti a Dio che gioisce porta a tutti salvezza, sperimentata nel rispetto del proprio dovere e nella disponibilità a compiere la missione alla quale il Signore ci chiama.

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