Da “Grano nostrum” al progetto di filiera completa del Vallo di Diano

Autonomia e sicurezza alimentare

Che fine ha fatto il progetto per il recupero dei grani antichi che ha coinvolto decine di agricoltori locali con una dotazione complessiva di circa 5 milioni di euro?

Cultura
Cilento sabato 30 aprile 2022
di Massimiliano De Paola
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Autonomia e sicurezza alimentare © Unico Settimanale

In un territorio molto vicino al nostro, cinque anni fa è nato un progetto legato al grano, frutto di un’appassionata ricerca condotta sui semi e le varietà in sei regioni del Sud Italia - Campania, Puglia, Molise, Abruzzo, Basilicata e basso Lazio -, e che ha dato luogo al primo Contratto di filiera di grano tenero del Sud Italia.
Da quel seme è nato un evento che ogni anno a Frignano, in provincia di Caserta, nel mese di giugno, porta un gran numero di persone a festeggiare il Capodanno del Mugnaio dove si celebra soprattutto il “Grano nostrum” la farina di Molino Caputo da grani 100% del Sud Italia. La farina prodotta è di tipo 0 ed è cento per cento italiana.
L’allarme dell’approvvigionamento del grano, del mais, dei cereali, del gas e di tante altre materie prime che venivano esportate dalle due nazioni ora in guerra, Russia e Ucraina, hanno, l’inevitabile ricaduta su tutta la filiera alimentare con la certezza di rincari fino al raggiungimento di prezzi proibitivi dei prodotti di prima necessità per l’alimentazione umana, fino al rischio di vederceli mancare dalla tavola.
Possono nascere opportunità dalle difficoltà. Possono nascere opportunità anche per il Vallo di Diano che da anni è impegnato per evitare l’estinzione di grani antichi. Nel 2020 si è costituito il partenariato per dare il via alla Fase Uno del progetto di recupero, valorizzazione e commercializzazione dei grani antichi del Vallo di Diano che ha coinvolto decine di agricoltori locali con una dotazione complessiva di circa 5 milioni di euro. Che fine ha fatto quel progetto? Si è dato vita alla Fase Due? Presso la sede della Comunità Montana a Padula e in presenza di un notaio, fu firmato il protocollo che ha fatto partire uno studio di fattibilità impegnando i primi 178mila euro. Erano molte le aspettative da parte degli operatori di settore. Sono curioso di sapere se sono state soddisfatte.
Di “Grano nostrum” mi piace condividere i valori che sono alla base del progetto: gli accordi di filiera integrata, la ricerca della qualità e l’approccio etico e sostenibile. 
Il progetto di filiera completa – dal seme alla farina - punta a valorizzare l’agricoltura di qualità. L’accordo di filiera ha come obiettivo una produzione di altissima qualità che risponda a un rigoroso disciplinare. Alla base del contratto di filiera c’è un sistema premiante che tutela il lavoro dei piccoli imprenditori agricoli, che favorisce la ricerca scientifica, il lavoro in campo, dalla semina al raccolto, sino alle tecniche di stoccaggio per rendere il più possibile omogenea la resa agricola durante tutto l’anno e in modo naturale.
 

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