Di Giuffrida Farina

DUE LIRICHE ILLUSTRATE, DAL “CARATTERE ELETTRICO”.

E tu mi parli, tu memoria ora  mi parli /con la lama d’oro di quegli occhi, nel rintocco disperso / del tramonto del sole, quando  accendeva / le notti dell’inverno, il solo gesto delle dita tra i capelli.

Cultura
Cilento lunedì 27 settembre 2021
di Gina Chiacchiaro
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DUE LIRICHE ILLUSTRATE, DAL “CARATTERE ELETTRICO”. © n.c.

di Giuffrida Farina Nel corso della mia esperienza lavorativa sono stato, dal 1983 al 1986, impiegato ENEL di Sala Consilina. Nella cittadina cilentana ho composto alcune poesie aventi un – chiamiamolo – “carattere elettrico”, illustrandole con disegni; tali liriche entrarono a far parte di un libro edito nel 1988, intitolato 'Ahi, Dante maledetto!' , collana Palladio Poesia diretta dall'editore Franco Di Matteo. Un docente, durante un corso di formazione professionale, tratta di complicati fatti elettrici, ma il mio pensiero era occupato da ben altre faccende, assai più semplici; l' altro componimento, avente medesima “tonalità elettrizzante”, nacque osservando operai dell'ENEL mentre riparavano un guasto su un traliccio, verificatosi ad Agropoli. Di seguito le 2 liriche illustrano sono riproposte, coinvolgere una interazione tra bellezza e fascino femminile con l'elettrotecnica. 1) SCRITTO SU UNA LAVAGNA. Violentava quel gessetto musicale, violentava quella mano musicale/graffiando sul sigillo d'una notte / appesa come la mia vita su questa terra / – bianchi cavalli alati ornavano il cielo –/ violentava l'evangelico pareggio di Fourier / – ombre s'affacciavano cadenti …/ Si è disfatta l'opera tua …/ Ma l'Enel mai conoscerà una ignota fanciulla / che col suo chiarore / torna le luci fa. 2) ALBERI ILLUMINATI NELLA NOTTE (AD ANNA). Se nei cavi elettrici percorsi da un LA DO MI arpeggiato invece / che da un fiume di elettroni,/ se la strada fosse / un pentagramma e non il nudo filo nel viaggio di una marea / di particelle, se soltanto ti accorgessi / che sto guardando te, non osservo l'oscura lampada/ per un prodigio fatta luce , nell'ombra di una strada abbandonata / abbagliato da scintille melodiose, mi lascerei morire così . / I tuoi occhi, gioiose sferette nel buio, / lunghe tenerezze di alberi illuminati / nella notte,braccia delicate che ti stringono. / E tu mi parli, tu memoria ora mi parli /con la lama d'oro di quegli occhi, nel rintocco disperso / del tramonto del sole, quando accendeva / le notti dell'inverno, il solo gesto delle dita tra i capelli.  

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