Spiraglio sulla morte di Vassallo

Omicidio di Angelo Vassallo Si apre uno spiraglio per gli inquirenti

Le indagini si intersecano con quelle relative all’arresto per traffico di droga di Pasquale Fucito, aiutato dall’ormai ex carabiniere della compagnia di Castello di Cisterna, Lazzaro Cioffi.

Cultura
Cilento lunedì 09 luglio 2018
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Angelo Vassallo © n. c.

Sembrava che dovessero finire con l’archiviazione per scadenza dei termini le indagini sulla morte di Angelo Vassallo, ex sindaco di Pollica, presidente della Comunità del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ed esponente del Partito Democratico del Cilento. Infatti, nonostante il dispiegamento di imponenti mezzi e l’impegno personale del giudice Franco Roberti, alto magistrato successivamente nominato procuratore capo dell’Antimafia, non si è riusciti a venire a capo di nulla, come se ci si trovasse di fronte a “un muro impenetrabile”, una “montagna” troppo alta da scalare, una verità impossibile da trovare. Le indagini si intersecano con quelle relative all’arresto per traffico di droga con l’aggravante della matrice camorristica di Pasquale Fucito, aiutato dall’ormai ex carabiniere della compagnia di Castello di Cisterna Lazzaro Cioffi. Una delle quali è sfociata, pochi giorni fa, come rivela il sito www.giustizianews24, in un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. “Peculato e corruzione sono le ipotesi di reato in calce al provvedimento restrittivo firmato dal giudice per le indagini preliminari Francesca Ferri del Tribunale di Napoli, lo stesso gip che ha mandato Cioffi in galera per i ‘piaceri’ fatti a Fucito. Il carabiniere, è la nuova contestazione, si sarebbe servito dell’auto di servizio per svolgere una commissione di natura personale: recarsi a vedere una casa che avrebbe dovuto acquistare coi soldi di Fucito. Già sostenuto anche l’interrogatorio di garanzia, per rogatoria: Cioffi si è avvalso della facoltà di non rispondere. Dalla stessa accusa di peculato sono chiamati a difendersi anche altri tre carabinieri (indagati a piede libero), che lavoravano nella ‘squadra esterna’ guidata da Lazzaro Cioffi: in quella occasione erano in macchina con lui. I tre carabinieri erano già indagati per favoreggiamento di Cioffi e sono stati già trasferiti.

L’episodio è stato ricostruito attraverso il contenuto delle intercettazioni, telefoniche e ambientali, che sono al cuore dell’inchiesta per effetto della quale Cioffi è detenuto da metà aprile nel penitenziario di Santa Maria Capua Vetere e che hanno spinto il carabinieri a consegnare domanda di congedo (accolta) scattato lo scorso primo giugno. E proprio la circostanza che gli elementi accusatori fossero già noti al momento dell’esecuzione del primo mandato cattura potrebbe spingere la difesa, in sede di Riesame, a sollevare una questione di decadenza del nuovo arresto per la cosiddetta ‘ordinanza a catena”. Non siamo in grado di capire se i nuovi elementi emersi saranno in grado di segnare la tanto attesa svolta nelle indagini per indirizzarle verso l’accertamento della verità sul delitto che chiuse per sempre l’esperienza politica di Angelo Vassallo. Come è difficile prevedere che si possano “archiviare” le aspettative di giustizia di quanti hanno conosciuto il sindaco di Pollica nell’esercizio delle sue funzioni. Certamente, però, ad uno come Vassallo, che “camminava” il suo paese in lungo e largo, non sarebbe sfuggita la presenza di 4 carabinieri che giravano nel suo comune alla ricerca di una casa da conprare.

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Ecco perchè lo stato deve trovare il modo per lasciare aperta la strada per continuare ad indagare sull’omicidio consumato ucciso il 5 settembre del 2010 sulla strada che collega la frazione marina del comune, Acciaroli, al capoluogo posto in collina, Pollica. Se la "Commissione Parlamentare d'Inchiesta” relativa all'uccisione di Angelo Vassallo, Sindaco di Pollica, avvenuta il 5 settembre proposta dal sito www.change,org con il compito di “ricercare e valutare eventuali richieste di aiuto alla politica da parte di Angelo Vassallo avvenute nel corso dell'anno 2010 e valutare il comportamento della politica locale e nazionale partendo dall'anno della sua uccisione fino ad oggi” potrà servire ad evitare la chiusura delle indagini e quindi della ricerca della verità su chi ha ucciso il “Sindaco pescatore”, allora ben venga!

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