Alex Giordano: “La Dieta mediterranea non è una celebrazione di stili di vita passati, ma l’unica chance per poterci riprendere in mano il futuro”

Avanti tutta! Dal paesaggio alla tavola un giacimento di idee con Dieta mediterranea 4.0

​Dieta mediterranea 4.0 è stato un evento dal quale si è schiuso tutto l’entusiasmo delle nuove generazioni del Cilento, all’insegna di workshop, concerti e meeting.

Cultura
Cilento lunedì 22 ottobre 2018
di Rosita Taurone
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Dieta Mediterranea 4.0 © Unico

Dieta mediterranea 4.0 è stato un evento dal quale si è schiuso tutto l’entusiasmo delle nuove generazioni del Cilento, all’insegna di workshop, concerti e meeting. L’inizio di un percorso che farà rilucere di nuova speranza questo territorio.

Sono tanti i volti che che hanno segnato i tre giorni trascorsi a Pollica (dall’11 al 13 ottobre) presso il Centro Studi della Dieta mediterranea, nella sede di Palazzo Capano, nell’ambito del progetto Dieta mediterranea 4.0, in cui ho preso parte ad un workshop sullo storytelling territoriale post-digitale, grazie alla disposizione di borse di studio per i giovani del territorio. Un progetto di ricerca lanciato da alcune associazioni che da anni propongono e investono sul territorio per rilanciare il Cilento, e fare di questo posto un luogo in cui nuove opportunità di crescita e di lavoro possano svilupparsi. La sfida più grande consiste nel formulare una visione autoctona di innovazione, attraverso strumenti e linguaggi contemporanei, tentando un innesto tra nuove tecnologie e tradizione.

Un territorio che ha dimostrato di essere vivo, proprio dove il Museo Vivo del Mare porta l’esempio di come un'istituzione, aprendosi, possa innescare valori di condivisione nella comunità che lo fruisce e insieme ad essa fabbrica la propria visione di futuro.

Un workshop che ci ha permesso di narrare attraverso un filmato della durata di dieci minuti gli aspetti culturali e antropologici della Dieta mediterranea.

Attraverso la modalità del video storytelling è stato possibile costruire insieme, o meglio ricostituire il puzzle di una nuova visione di comunità, che fa corpo con le istituzione, perché un momento di riflessione azione in cui il concetto di dieta mediterranea è stato lanciato un passo in avanti. Per riflettere al tempo stesso sul concetto di tradizione e aprire un varco verso il futuro e rompere con l’idea che il patrimonio sia qualcosa di fermo e immobile.

E’ chiaramente possibile riformulare la nostra tradizione, perché la tradizione è qualcosa di vivo e dinamico che va costantemente alimentata con nuovi desideri, insieme alle azioni che ogni giorno compiamo.

Con Dieta Mediterranea 4.0 abbiamo provato a giocare con la nozione di immaterialità, scoprendo che il cibo che arriva sulle nostre tavole è frutto di incroci culturali, idee, sentori, credenze e tradizioni, usi e costumi tra i più diversificati.

Confrontandoci abbiamo scoperto che esiste il lavoro silente di tanti di noi, forse impegnatie mossi dallo stesso intento: guardare al nostro patrimonio culturale, che tante volte risulta essere un macigno, come una risorsa da rinnovare.

Un lavoro utile che ci ha permesso di mappare, ripercorrendo insieme un immaginario, le voci, i destini incrociati di tante persone.

Abbiamo essenzialmente raccontato una storia attraverso le immagini per saldare quello scollamento presente con le alte istituzioni e tentare di restituire il nostro complesso territorio, forse offrendo loro, una visione più chiara di ciò che intendiamo per progresso, e di ciò che veramente serve, con la consapevolezza che bisogna essere vicini per formulare risposte efficaci, e bisogna farlo coralmente. Per un presente e un futuro più sostenibili.

Perché lo storytelling con la sua forma frammentata restituisce ancor meglio la frammentarietà della vita e in particolare della nostra cultura.

Confrontando le nostre emozioni con quelle dei personaggi incontrati, e coinvolgendoci in prima persona nei percorsi di un gran numero di persone con le quali ci si identifica oppure si ha modo di confrontare le proprie conoscenze, siamo riusciti a raccontare una storia in cui le persone che fruiscono il video possono ritrovarsi.

Attraverso dei brevi momenti abbiamo dato vita aI racconto visuale della dieta mediterranea etentato una lettura complessa del nostro territorio in cui vengono fuori tante esperienze diverse, di gente che lotta e resiste. Una struttura di narrazione semplice che consente un alto grado di immersione e di partecipazione. Alla colletta di immagini si sono aggiunte le voci, le narrazioni appassionate delle persone che abbiamo incontrato lungo il percorso, e che abbiamo raccolto attraverso una serie di interviste. Abbiamo, inoltre, utilizzato le loro voci come mezzo per formulate dei suoni e creare una colonna sonora al video con delle musiche che rafforzassero queste identità, perché anche i suoni, i dialetti, il linguaggio rientrano in quella serie di beni immateriali che fondano la nostra cultura.

Il tutto si è concluso ad Acciaroli, con la presentazione del video prodotto durante questi tre giorni di lavoro e una festa con musica live, vecchia e nuova, composta dal jazzista Fabrizio Bosso, dal cantore popolare Marcello Colasurdo, e da Marco Messina e Sacha Ricci dei 99Posse e con il sound selector Gamino dei Jambassa.

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