Il Seminario divenuto ormai un modello ideale di educazione e di cultura

​IL SEMINARIO NELLA CRISI CONSERVA LA SUA SERENITA’

"Il numero ridotto degli alunni ha favorito un maggiore clima di famiglia e di distensione ed ha consentito di potere seguire meglio gli alunni nella loro formazione."

Cultura
Cilento martedì 07 luglio 2020
di Carmine Troccoli
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Seminaristi in gita a Gaeta © Unico

Ma nonostante il calo pauroso del numero dei ragazzi, la vita in seminario scorre serena. “Il numero ridotto degli alunni, scriveva il rettore del seminario sul giornalino interno ITINERARIO che aveva fondato, ha favorito un maggiore clima di famiglia e di distensione ed ha consentito di potere seguire meglio gli alunni nella loro formazione. Ha favorito lo svolgimento di alcune attività che risultavano un momento forte nella vita del nostro seminario”. Infatti in occasione del 50° di ordinazione sacerdotale di mons. D’Agostino “il seminario, in una atmosfera di serena ed intima letizia familiare” scriveva il Bollettino Diocesano, ha voluto tributare al vescovo il suo devoto omaggio augurale con un riuscitissimo trattenimento musico-letterario che ha riscosso il più entusiastico encomio di tutti i presenti. I seminaristi schierati in ordine impeccabile sul palcoscenico della sala-teatro hanno aperto la manifestazione con due brillantissimi cori: “l’inno del seminario” e un “fascio di cuori per te”… Veniva quindi alla ribalta il rettore del seminario, can. don Giovanni D’Angiolillo, a presentare il programma e i voti augurali con brevi, semplici, ma toccanti parole.” Il rettore cura in maniera particolare i rapporti tra gli alunni del seminario e i ragazzi esterni per una sempre maggiore apertura dell’Istituto, in linea con i tempi, e per una azione educativa completa. Vuole ancora che i ragazzi animino, alla domenica, la messa nella cappella del seminario con la partecipazione dei familiari e “dei vicini di casa”. Intanto, improvvisamente, il can. don Giovanni D’Angiolillo, il 23 ottobre 1973, rassegna le dimissioni. Gli subentra il can. don Mario Sibilio. Dopo qualche mese, nel novembre 1974, dopo 18 anni di episcopato, anche mons. D’Agostino dà le dimissioni per raggiunti limiti di età. Lascia ai suoi successori il seminario che era diventato “un modello ideale di educazione e di cultura, come aveva scritto nel 1965 il cardon Giuseppe Pizzardo, Prefetto della Sacra Congregazioni dei Seminari, adeguato a tutte le esigenze della vita moderna… Alle prime e importanti opere che resero sempre più dignitoso il sacro edificio e impressero un moto di rinnovato vigore alla vita di pietà, di studio e di disciplina, continuava il Prefetto, ne sono seguite altre più belle, sempre più allettanti, dalle aule di studio, ricche di scrivanie originali e splendide, a quelle dei dormitori e delle scuole con tutti gli arredamenti così appropriati ed eleganti”. Dopo mons. D’Agostino viene eletto a reggere la diocesi di Vallo mons. Giuseppe Casale, consacrato vescovo nella cattedrale di Vallo il giorno 8 dicembre del 1974. Con lui il seminario riceva una impostazione diversa. Infatti dopo le dimissioni del rettore, can. don Mario Sibilio il vescovo costituisce una equipe formata da don Aniello Scavarelli, da don Carmine Troccoli e don Bambino Rizzo. Dopo due anni segue una serie di rettori. Qualcuno durerà lo spazio di una estate.

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