L’edizione dei fratelli De Luca vide la luce per il bicentenario dell'Incoronazione della Madonna di Positano e la presentazione di Vespoli era un forte atto di devozione sua e dei positanesi per l’effigie della loro Madonna nera.

Posa posa: cronaca di una storia antica

È quella dell’incoronazione della Madonna di Positano avvenuta il 15 agosto del 1783. Due secoli dopo i fratelli De Luca ristampano in anastatica un raro e pregevole volume di quell’avvenimento.

Cultura
Cilento lunedì 26 ottobre 2020
di Vito Pinto
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Festa dell'Assunta © Unico

«Per dare un titolo a quell’avvenimento, bisogna chieder aiuto alla cinematografia: “Quel pomeriggio di un giorno da cani”. Così fu nella realtà. Siamo nel 1947. Un ladro si fa rinchiudere in chiesa e di notte ruba l’oro della Madonna; poi insalutato ospite fugge. Lascio immaginare l’amara sorpresa capitata allo sbigottito sagrestano quando andò ad aprire la chiesa di buonora per preparare il tutto per la Messa delle ore 6. Non ricordo se ci furono suoni di campane che chiamassero a raccolta il popolo per metterlo al corrente del fatto. Di sicuro posso assicurare che la notizia era immediatamente rimbalzata in tutti i rioni di Positano, anche i più lontani, tanto che in meno di un’ora ci fu la più fantastica assemblea pubblica di fedeli ch’io ricordi.»

Così il compianto collega Luca Vespoli raccontava quel triste furto ai danni della Madonna di Positano, nell’introduzione del libro “Posa posa”, pregevole edizione in stampa anastatica, eseguita dai fratelli De Luca su carta a mano di Amalfi nel 1985, di una “rara edizione del 1783” relativa alla cronaca della “festività della solenne incoronazione di S. Maria di Positano celebrata nel dì 15 Agosto dell’anno 1783”. Il volume era stato edito dalla Stamperia di Gennaro Reale a “spese del divoto D. Ferdinando Montuori del quondam Nicola”.

L’edizione dei fratelli De Luca vide la luce per il bicentenario della Incoronazione della Madonna di Positano e la presentazione di Vespoli era un forte atto di devozione sua e dei positanesi per l’effigie della loro Madonna nera. «A Positano – ricordava infatti Vespoli – si potrebbero commettere le più impensate stupidità che nessuno direbbe o farebbe qualcosa per quell’incredibile storia di: “io faccio solo i fatti miei”; ma guai a toccare la Madonna! Trovereste dall’altra parte odio e ostilità in eterno».

Per la cronaca del furto va detto che ben presto ai carabinieri di Positano giunse la soffiata giusta, per cui il ladro fu rintracciato a Capri ed arrestato; fu poi tradotto a Positano “ammanettato all’albero maestro del San Clemente I”. E il Vespoli aggiunse «Buono per lui che questa è stata sempre una comunità di gente pacifica.»

Di sicuro quel profondo sentimento di fede e amore dei positanesi per l’effigie della Madonna venuta dall’Oriente, non trova particolari spiegazioni, tanto che fa scrivere al Vespoli: «Non si offendano le altre Madonne, ma quella di Positano è speciale».

La preziosa ristampa dei fratelli De Luca vedeva la luce dopo la celebrazione del bicentenario dell’incoronazione della Madonna, avvenimento trascorso senza che vi fosse una pur minima traccia della ricorrenza, cosa che provocò il risentimento e l’amarezza di non pochi positanesi. Ma tant’è! E, come sottolineato dal Vespoli, «La Madonna come vede così provvede».

Nella edizione del 1783 era contenuta praticamente la cronaca di come si era giunti alla concessione dell’incoronazione della effigie della Madonna nera di Positano e delle giornate di celebrazioni per l’evento religioso. Ecco come l’autore, il Decano Filippo Montuori, racconta l’avvenimento della incoronazione avvenuta il 15 agosto 1783.

«Si diè principio alla Messa Pontificale da Monsignor Arcivescovo (era Mons. Puoti, arcivescovo di Amalfi-ndr), e questa terminata, vestitosi di Piviale, portossi all’Altare, e prese le Corone, ed intonato l’Inno Regina Coeli laetare, Alleluja, salì gli scalini artefatti al piano del quadro, le collocò colle debite cerimonie, sulla testa del Divino Bambino, e della Madonna. Non si potrebbe bastantemente spiegare qual fosse in tal’atto la tenerezza, la commozione, e ‘l pianto dell’immenso Popolo accorso in Chiesa.»

Il racconto dell’evento continua descrivendo, con dovizia di particolari, i due giorni seguenti conclusi con una solenne processione e con spari «di fuoco artificiale, mortaretti, e salve delle Galeotte, che principiò verso un’ora della notte, e terminò circa le due, e mezza.»

Oltre questa cronaca, l’autore del libro relaziona sui miracoli compiuti per intercessione della Madonna di Positano, quali simboli del “potentissimo patrocinio” donato ai suoi fedeli positanesi. Miracoli che vengono divisi in due “classi”: «prima si noteranno li miracoli, e grazie ricevute per l’invocazione del di Lei Santissimo, e Potentissimo Nome, e poi quei, ch’Ella si è degnate fare per mezzo delle pietre perforate.» E’ questa una tradizione che dura nel tempo: ancora oggi, infatti, i positanesi, nel giorno del 15 agosto, dopo il passaggio in processione dell’effigie della Madonna sulla spiaggia, fanno la “cerca” delle pietre perforate. E nel libro viene fatto un lungo e puntuale elenco di miracoli compiuti dopo che al “miracolato” è stato fatto bere dell’acqua nella quale era stata deposta la pietra bucata.

Fede o paganesimo? Una domanda alla quale è inutile dare una risposta.

Vito Pinto

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