Più valore al nostro olio: le azioni del consorzio per valorizzare la produzione

​Gustavo Peduto alla presidenza delle “Colline Salernitane”. Articolo dello 01/09/2002

"I primi passi per la valorizzazione passano per un’azione complessiva di rieducazione alimentare. Anche presso la ristorazione di qualità del litorale pestano."

Economia
Cilento martedì 08 settembre 2020
di Oreste Mottola
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Gustavo Peduto © web

Far diventare il nostro olio d’oliva “l’oro giallo e verde” del salernitano. E’ questo l’ambizioso programma di lavoro del consorzio di promozione e tutela dell’olio dop delle “Colline Salernitane”. Il presidente, appena nominato, è Gustavo Peduto, direttore della Cantina Sociale “Valcalore” di Castel San Lorenzo. Milena Gabanelli, autrice per Report di Rai3, di una straordinaria inchiesta che ha svelato i mille imbrogli dei grandi marchi sull’olio d’oliva, è diventata la prima “testimonial”del lavoro del consorzio. Le difficoltà non mancano. La quantità di olio “certificata”, quella con il “bollino”, è arrivata ad appena 680 quintali, la “Cilento” è a 170 quintali, ancora troppo poco rispetto al totale della produzione. Ed intanto il reddito degli olivicoltori non cresce: negli ultimi tre anni il prezzo di vendita dell’extravergine d’oliva è aumentato solo di 300 lire al litro, pari all’1,5%, mentre l’inflazione è stata del 2,6%. Ciò vuol dire che il prezzo reale dell’olio d’oliva è diminuito. La ricetta per vendere l’olio prodotto è nello standardizzare e qualificare la produzione per entrare nei circuiti della grande distribuzione che da sola controlla il 66% delle vendite al consumo. I produttori d’olio sono una miriade ma piccoli, sono 44mila ed insieme coltivano 48mila ettari di terreno, poco più di un ettaro a testa, per un totale di sette milioni di piante d’ulivo, come ancora tanti, circa 200, sono i frantoiani che ogni anno sfornano una media annua di 350 mila quintali d’olio. Nel settore è in corso anche un’interessante opera d’ammodernamento ed un quarto delle piante ha meno di 25 anni d’età. Oltre mille aziende, per un totale di 1500 ettari, hanno imboccato la scelta del biologico. Gustavo Peduto è conscio del difficile compito affidatogli: ‘Sono presidente del Consorzio grazie alle scelte coraggiose fatte dalla Valcalore: dall’oleificio aperto nel 1983 (che raggruppa i frantoi esistenti) ai primi 33 quintali di olio dop, del 1999, prodotti a Castel San Lorenzo. Con noi c’è’ continua Peduto ‘tutta la filiera dell’olio. Essendo poi cooperatori siamo al di sopra delle parti. Sul mio nome c’è stato anche il gradimento delle istituzioni, la nostra sede è presso l’Ersac di Battipaglia.’.

Qual è il vostro programma di lavoro?

‘Cerchiamo di muoverci con serietà e con i veri e propri bandi pubblici. Abbiamo convocato quattro agenzie di pubblicità e quattro studi professionali. Sentiremo le loro proposte sul come “vendere” al meglio il nostro olio.’.

Come invece agirete per tutelare la qualità dell’olio “Colline Salernitane”?

‘Per il momento ci siamo affidati all’Ismecert. Appena verremo a conoscenza d’azioni fraudolente interverremo.’.

I primi passi per la valorizzazione passano per un’azione complessiva di rieducazione alimentare. Anche presso la ristorazione di qualità del litorale pestano: ‘Sappiamo benissimo che non sarà certo la nostra zona a consumare questo nostro olio d’eccellenza. Ma ci dovremo attrezzare per fare capire che sul prelibato e prezioso piatto a base di pesce l’olio giusto è proprio quello delle Colline Salernitane.’.

Per arrivare a questo la strada da percorrere è lunga: ‘Rafforzando il marchio dobbiamo puntare a portare sul mercato una sola qualità d’olio. Con l’obiettivo di realizzare così la massa critica che ci faccia fare nostre sempre più quote di mercato. Le Colline Salernitane dovranno comunicare ai consumatori l’idea di un’altissima qualità.’.

Auguri, presidente!


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