“La nuova frontiera è il reinserimento.”
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Associazione “Verso la vita”. Fausto Sabia: Esserci contro la droga. Articolo dello 01/09/2002

“Verso la vita” nasce il 1996, con l’obiettivo di fornire gratuitamente un sostegno ed un orientamento al recupero a tutti coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti ed alle loro famiglie.

Personaggi
Cilento domenica 06 settembre 2020
di Maria Irene e Vincenzo Di Sirio
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"Verso la Vita" a piazza S. Pietro © Unico

Lunedì, 29 luglio, durante uno spettacolo in Piazza Basilica è spuntato inaspettatamente sul palco il Sindaco di Capaccio, Pasquale Marino. Un attimo di esitazione e suspance fra il pubblico, poi sono comparse delle targhe, ma non si è trattato del solito omaggio a qualche personalità di passaggio per la Piana dei Templi, ma di un riconoscimento dovuto ad un’Associazione, o forse dovremmo dire a delle persone che quotidianamente si mettono in gioco per combattere un fenomeno sempre più subdolo e dilagante: la droga. La presenza di una rappresentanza di San Patrignano e quella di un giovane capaccese, Fausto Sabia, animatore di questa Associazione, sul palco, ci ha fortemente incuriosito, convincendosi ad indagare su un lavoro per noi (e pensiamo per molti) sommerso e misterioso. Queste ed altre domande ci sono sorte, così abbiamo deciso di incontrare Fausto Sabia. L’appuntamento è alla sede della Associazione in Via Vuccolo Maiorano. Fausto, persona solare e grintosa, ci accoglie in un piccolo ufficio, dove alla sua spalle campeggia un ritratto di Vincenzo Muccioli, e numerosi sulle pareti sono gli attestati e riconoscimenti che sembrano raccontarci un po’ la storia di questo centro d’ascolto e di volontariato.

Cosa sarà mai questa Associazione “Verso la vita”? Come opera? Quanto è diffusa la droga nel nostro territorio?

“Verso la vita” nasce il 1996 ed opera autofinanziandosi, con l’obiettivo di “fornire gratuitamente un sostegno ed un orientamento al recupero a tutti coloro che fanno uso di sostanze stupefacenti e alle loro famiglie”. All’Associazione aderiscono sia persone che hanno vissuto direttamente o indirettamente questa esperienza, che quanti mossi da un forte senso di solidarietà, rispetto verso la vita e per l’uomo.

Qual è la causa che ha portato alla creazione dell’Associazione?

Tutto è partito da un’esperienza personale di droga: sono stato tre anni a S. Patrignano e quando sono tornato a Capaccio ho capito che non potevo rimanere a guardare, ma era possibile fare qualcosa per aiutare quanti erano rimasti indietro o stavano cadendo nei miei stessi errori. Insieme con altre 25 persone del circondario abbiamo formato quest’Associazione.

S. Patrignano come è?

Una grande famiglia inserita in una microsocietà modello di 250 ettari che ti aiuta ad uscire da quello stato di incoscienza che solitamente si manifesta attraverso l’uso di sostanze stupefacenti e ti permette di potere crescere come persona. Gli strumenti che dispone vanno dal lavoro (si possono imparare 65 mestieri), l’ambiente sano, ma soprattutto dall’esempio di persone che vivono costantemente una vita dignitosa al servizio di quanti vogliono questo tipo di aiuto.

Perché il Motodrom a Paestum?

Si tratta della Campagna Nazionale di prevenzione e informazione sulle droghe della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che in questa fase sarà presente in modo itinerante in ben 65 città d’Italia. Il debutto di questa iniziativa si è avuto a Giffoni, per il Film Festival, con la partecipazione di Andrea Muccioli. Questa campagna è stata voluta anche dal DNA (Dipartimento Nazionale Antidroga), il neonato organo per la lotta alle droghe. Con la frase molto diretta “O ci sei O ci fai?” io voglio esserci (sito Internet www.ociseiocifai.it) vengono forniti diversi depliant con storie di ragazzi che spiegano come sono entrati nel mondo della droga, ma soprattutto come si può uscire.

E a Capaccio come siamo messi?

Nel nostro comune è molto forte il senso di solidarietà ma purtroppo dove c’è un’economia florida non può non esserci il mondo sotterraneo della droga. Circa il 70% dei giovani (e giovanissimi) a Capaccio sono a rischio senza saperlo. Ciò perché, oggi, il fenomeno è molto più subdolo. Nell’immaginario collettivo il drogato è ancora il “tossico”, quello cioè che si buca, facilmente individuabile anche per il suo essere antisociale. Oggi, non è più così, le multinazionali della droga per non trovarsi fuori mercato con una vera e propria operazione di marketing hanno rinnovato il loro armamentario della morte.

Anche le modalità del consumo di droga si rinnovano…

Nuove droghe hanno relegato ad un ruolo marginale la famigerata eroina, che rimane sul mercato anche con diverse ed innovative forme di assunzione. Nuovi modelli comportamentali sono stati inventati per diffondere le droghe, un esempio per tutti è la ricerca dello “sballo” in discoteca, nei Rave Party, eccetera. Inoltre non aiuta la distinzione tra le cosiddette droghe leggere e le loro modalità di assunzione come “lo spinello”, che spesso è solo il primo anello di una rovinosa caduta. Così diviene sfuggente la percezione del pericolo sia per i ragazzi che per le famiglie. Il nuovo drogato non è un “disadattato”: può essere lo studente modello, una persona che produce e lavora come un professionista, un commerciante, un operaio, magari anche un bravo padre di famiglia. Infatti alcuni dei ragazzi che arrivano nel nostro Centro non ammettono assolutamente di essere drogati.

Come opera il vostro Centro?

Di solito il primo contatto avviene telefonicamente. Spesso chi si rivolge al Centro viene indirizzato dai Servizi Sociali pubblici, dai parroci, dai medici, dalle forze dell’ordine o più semplicemente da persone che sono in contatto con il Centro. Al centralino operatori volontari forniscono informazioni sul Centro di Ascolto, fissando il primo incontro per i colloqui preliminari. Nei primi incontri tra l’operatore del Centro, il ragazzo e la famiglia si costruire un percorso di conoscenza reciproca. Questa fase è molto importante, perché è a partire da esse che viene fissato il programma orientativo personalizzato. Questo ha come obiettivo di convincere la persona ad evitare l’uso delle sostanze assunte fino a quel momento, in secondo luogo, dopo avere rafforzato le sue motivazioni, di indirizzarlo verso le comunità terapeutiche per la riabilitazione ed il recupero. Tale programma si avvale di gruppi di aiuto-aiuto.

E’ importante il confronto con altri ragazzi che hanno lo stesso problema?

Nel Gruppo di auto aiuto – aiuto ragazzi l’obiettivo è quello di creare un possibile confronto con altri ragazzi, che vivono lo stesso problema, attraverso un programma orientativo/informativo finalizzato ad una presa di coscienza razionale e consapevole. Si porta il ragazzo a riscoprire valori nuovi, facendo emergere in lui motivazioni, che possano portare ad uno stile di vita diverso, di un nuovo vero rapporto con la famiglia.

Ma fate tutto da soli?

Quando la persona è pronta ad uscire dalla droga li accompagniamo nei Centri di Recupero, quali: S. Patrignano, Incontro, Exodus, C.E.I.S.

Cosa fare allora?

Dobbiamo essere pronti a tentare di avviare un’ulteriore fase ugualmente importante quanto il recupero: il reinserimento. La “copertura sociale” non può che avvenire che attraverso il lavoro, per questo abbiamo in cantiere importanti iniziative.

Non possiamo che augurare buon lavoro all’Associazione Verso la Vita con la certezza che con l’esempio di persone simili il mondo può essere migliore e volentieri pubblichiamo indirizzo e telefono dell’Associazione che è sita in Via Vuccolo Maiorano, 151, Tel./Fax 0828730808 – Cell. 33556740/2 – 3385912882


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