Giuseppe Tarallo, o più comunemente Peppe, si è distinto negli anni per il suo impegno in difesa dell'ambiente e come esponente di rilievo dei verdi.

Giuseppe Tarallo, la sala del consiglio del Parco intitolata a lui

Cairone:“Ha portato avanti la difesa del territorio, la difesa e il rispetto del paesaggio e di ciò che abbiamo”. Barbato:“Una persona che ha combattuto affinché questo territorio non diventasse terra di conquista del modernismo."

Politica
Cilento sabato 19 giugno 2021
di Angelo D'Ambrosio
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La cerimonia di intitolazione dell'aula consiliare a Giuseppe Tarallo © Unico

Vallo della Lucania, giovedì 10 giugno. Presso il Palazzo Mainenti sede del PNCVDA, si è tenuta la cerimonia commemorativa per intitolare la nuova aula del consiglio al Prof. Giuseppe Tarallo, scomparso lo scorso 23 marzo a 72 anni. Ex sindaco di Montecorice e primo sindaco verde d’Italia, già presidente dell’Ente Parco dal 2001 al 2008. Giuseppe Tarallo, o più comunemente Peppe, si è distinto negli anni per il suo impegno in difesa dell'ambiente e come esponente di rilievo dei verdi. Un uomo attento e coraggioso, dai sani principi morali, divenuto simbolo della legalità e lotta contro le mafie, rischiando e denunciando in prima persona, la minaccia espansionistica della malavita organizzata, che già negli anni '80 cercava di incrementare i giri d'affari sulla costa del Cilento. 

Presenti alla cerimonia, oltre all’intero consiglio direttivo, il vescovo Ciro Miniero e la famiglia Tarallo.

L’attuale presidente del Parco Tommaso Pellegrino, nel suo intervento, lo ricorda non solo per il ruolo istituzionale. «Un legame di affetto, di grande amicizia e di stima. Sono tanti i momenti che mi legano a lui, alla sua attività e alla sua vita. Veniva spesso qui a Palazzo Mainenti e ci confrontavamo su diversi temi che riguardavano il nostro territorio. Questa intitolazione è particolarmente importante per noi e ringrazio l’intero consiglio direttivo che ha condiviso questa scelta significativa, per continuare a mantenere viva non solo la sua memoria, ma il suo lavoro. La tutela, la valorizzazione ambientale e la lotta contro l’abusivismo senza se e senza ma, con tante iniziative concrete, che suo tempo, diedero dei segnali forti alla criminalità organizzata che cercava di impossessarsi dei territori del Cilento».

Momenti condivisi da altrettanta unanimità, come ci riferisce il sindaco di Trentinara Rosario Carione e consigliere dell’organo direttivo dell’Ente Parco. «È stato un ottimo presidente, ma soprattutto una persona che ha difeso questo territorio come un po’ proviamo a fare noi sindaci, per cui, un riconoscimento secondo me giusto, meritato per l’idea di Parco che ha creato e che spero, noi per primi, avremo la possibilità di portare avanti. Difesa del territorio, difesa e rispetto del paesaggio e di ciò che abbiamo».

Un’altra importante testimonianza, ci viene offerta dal sindaco di Stio Cilento Natalino Barbato, membro anch’egli dell’organo direttivo del Parco, che per anni ha lavorato insieme a Giuseppe Tarallo in veste di vicepresidente. 

 «Ho avuto il piacere e l’onore di essere stato il suo vicepresidente dal 2002 fino al 2006. In questo contesto, ho potuto apprezzare il suo impegno per il territorio, l’amore che aveva per la sua terra e soprattutto, la convinzione che la natura significava ricchezza e che bisognava rispettarla come i filosofi Parmenide e Zenone facevano nella loro epoca. Questo attaccamento, questo amore, questa disponibilità e impegno nel tutelare quanto più possibile. Una tutela che potesse consentire un’offerta turistica a chi oggi cerca la diversità, la lentezza, le radici. La sua figura può essere identificata, insieme al suo predecessore Vincenzo La Valva, come una persona che ha combattuto affinché questo territorio non diventasse terra di conquista del modernismo, preservandolo invece con la sua storia, dal percorso di chi ce lo ha consegnato dal passato. Forte senso di attaccamento e forte senso di rispetto, per la natura e per i suoi ritmi. Credo che il sentiero tracciato da Giuseppe, sia la strada maestra da percorrere per fare in modo che il nostro territorio, possa avere più speranze, più possibilità e anche più occasioni. Diversamente, saremo perdenti, massificati in un contesto di globalizzazione».

Angelo D'Ambrosio

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