Pietro Desimone, la moglie Antonietta lo descrive così: pignolo ed equilibrato. E semplice e profondo, molto sensibile e ricco di umanità.
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​Intervista a Antonietta Pagano, moglie del candidato a sindaco Pietro Desimone; del 15/05/2004

"Sono al suo fianco: prima non ne ero entusiasta, ma poi ho deciso d'appoggiarlo comprendendo quale valore dava alla sua candidatura, sentita come un impegno forte per la città di Capaccio-Paestum e a cui non poteva sottrarsi."

Politica
Cilento mercoledì 22 gennaio 2020
di Paola Desiderio
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Pietro Desimone © Unico

Nata e cresciuta a Capaccio Paestum, dove ha sempre vissuto nella contrada Laura, Antonietta Pagano, 46 anni, è la moglie del candidato a sindaco del centrosinistra Pietro Desimone. Ha trascorso solo un periodo lontano dalla sua città “nel periodo in cui studiavo all’Università a Roma” spiega. Moglie, madre, architetto, imprenditrice, Antonietta Pagano è una persona molto impegnata, eppure, davanti alla decisione del marito di affrontare una nuova “avventura politica” non si è tirata indietro, scegliendo di appoggiarlo e sostenerlo come già fatto in passato. “All’inizio non ne ero proprio entusiasta poiché immaginavo quanto tempo avrebbe dedicato a questa esperienza; poi, quando ho capito quanto fosse importante per lui questa candidatura, sentita come un impegno forte per la città di Capaccio-Paestum e a cui non poteva sottrarsi, ho appoggiato la sua scelta con il suo stesso entusiasmo”. L’incontro con Pietro Desimone è avvenuto oltre venti anni fa, e subito è scoccata la scintilla. “Ho conosciuto Pietro nel 1980. Fu un incontro casuale, ma da subito ebbi la sensazione che da quel momento la mia vita non sarebbe stata più la stessa. Infatti, qualche giorno dopo, da una sua lunga telefonata a Roma, dove all’epoca studiavo all’università, mi fece capire che era proprio l’uomo della mia vita. Ed infatti, ci sposammo nel 1982 e in questi anni abbiamo cercato di realizzare i nostri sogni, prima fra tutti la famiglia ed i figli”. Sogno presto coronato. “Ho tre figli: la prima si chiama Erica, ha 21 anni ed è iscritta a Roma al secondo anno della facoltà di giurisprudenza; il secondo si chiama Angelo, ha 18 anni e frequenta a Capaccio Scalo il quinto anno del liceo scientifico; l’ultima è Ludovica che ha compiuto 8 anni e frequenta la terza elementare alla Laura”.

Com’è il rapporto con i suoi tre ragazzi?

La cosa che più amo di lui è la sua dedizione alla famiglia: Pietro è un padre amorevole ed affettuoso con i nostri ragazzi ma al tempo stesso severo quanto le circostanze lo richiedono. Inoltre ha sempre avuto una buona comunicazione con i nostri figli ai quali ha raccontato tante volte le proprie esperienze, i propri vissuti e tutti i sacrifici fatti da giovane per riuscire a realizzare il suo sogno di diventare un avvocato pur essendo figlio di una famiglia non certo agiata ma sana e di cui va orgoglioso e fiero. In questo modo è riuscito a trasmettere ai nostri figli quei valori in cui abbiamo sempre creduto e continuiamo a credere: la famiglia, il rispetto del prossimo, l’onestà, l’impegno e la serietà nello svolgere il proprio lavoro”.

Come vivono i figli il fatto di avere un papà in politica?

Con molta naturalezza, anche perché sono vissuti in un ambiente in cui la politica è stata sempre di casa.

I suoi difetti?

E’ estremamente pignolo ed ha, a volte, una cura eccessiva dei particolari. Nella vita professionale è fin troppo disponibile.

E i pregi?

Pietro, dietro quella sua apparente maschera di severità e riservatezza è una persona estremamente semplice e profonda, molto sensibile e ricca d’umanità.

Lei lo aiuta nella campagna elettorale?

Sì, lo aiuto dividendomi tra gli impegni familiari, quelli professionali e i nuovi che da questa candidatura scaturiscono. Sono al suo fianco nell’organizzare al meglio i suoi impegni, soprattutto in questo momento di superlavoro per tutti.

Perché i capaccesi dovrebbero votarlo?

Per la sua serietà, per il suo equilibrio, per il programma fortemente innovativo e concreto, per l’individuazione delle cose da fare, per la sua determinazione, per le sue capacità di ascoltare e di amministrare.


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