"Ma a fare i conti in questo periodo ci sono anche loro, i circa duecento idraulici forestali che da ben quattro mesi non incassano lo stipendio. I fondi sono congelati in Regione, è stato detto loro."

​Comunità Montana Alburni. E’ Domenico D’Amato il nuovo presidente. Articolo del 01/12/2002

"Domenico D’amato succede a Carmine Cennamo, rimasto in sella per sedici mesi, ed è il più giovane fra i presidenti mai eletti negli undici anni di vita dell’Ente."

Politica
Cilento mercoledì 09 dicembre 2020
di Romina Rosolia
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Postiglione, sede della Comunità Montana © Unico

E’ entrato nel consiglio da soli sei mesi ma abbastanza per diventarne già il presidente. Domenico D’Amato, ventotto anni, è dottore in economia aziendale. Per un voto in più alle ventitré di martedì 26 novembre è stato nominato nuovo leader di un gruppo di centro-destra. Ad accordargli la fiducia, dopo momenti di evidenti incertezze: Basilio Sabetta, assessore; Carmine Cemmano, vice presidente; Carmine Fasano; Ermido Longo; Ernesto Scaramella, assessore; Federico Mansi; Franco Caputo; Franco Martino, assessore; Giorgio Opromolla; Giovanni Longobardi; Guglielmo Storti; Luigi Montuori; Mario Mottola, assessore; Nicola Zammiello, assessore; Piacentino Cascio; Raffaele Mare; Raffaele Stio, assessore; Vito Resciniti, assessore. Domenico D’amato succede a Carmine Cennamo, rimasto in sella per sedici mesi, ed è il più giovane fra i presidenti mai eletti negli undici anni di vita dell’Ente. Laureatosi nel 1998 con 110 e lode, presso la Terza Università di Roma, ha lavorato per la Molisana Spa di Campobasso ed è stato operatore Caritas della diocesi di Teggiano Policastro; attualmente ricopre l’incarico di consulente del Piano di Zona Ambito S4. Nel maggio 2002, grazie alla vittoria elettorale ottenuta alle amministrative con la lista “Insieme per il Futuro”, capeggiata da Federico Mansi, è stato nominato assessore all’Urbanistica del Comune di Petina e rappresentante per la Comunità Montana Alburni. Nel corso del consiglio generale, che si è tenuto nella casa comunale di Petina, l’attenzione dei componenti del gruppo di maggioranza si è rivolta in particolare sul vice presidente uscente, Nicola Zammiello. Parole di solidarietà e di appoggio da parte del professore Carmine Fasano, del sindaco di Controne e consigliere provinciale, Gugliemo Storti, per le pressioni subite a non votare pur di sostenere la posizione dell’amministrazione comunale a cui fa capo, guidata da Domenico Pizzicara. E’ stato detto: ‘Pentitevi di quello che avete detto e di quello che avete scritto, in politica ci si può scagliare addosso anche le pietre, ma non offendere la libertà e l’onestà di una persona.’. Risale a poco tempo fa infatti la rottura fra la giunta Cennamo e il primo cittadino di Sicignano, Domenico Pizzicara. Quest’ultimo si è infatti unito alla minoranza di centro sinista per potere formare un nuovo organico. Ma a remare contro il sindaco di Petina che ha fatto decadere la delega ad un altro dei suoi rappresentanti alla Comunità Montana, Gerardo Onofrio Di Nuto, anch’egli sulla scia di Pizzicara, il quale ha tra l’altro presentato un ricorso al Tar, e Zammiello, assessore del Comune di Sicignano con il medesimo incarico, che martedì firmando ha deciso invece di rimanere fedele al suo impegno, continuando a sostenere il gruppo di centro destra. Con accordo unanime la maggioranza è rimasta in piedi sotto gli occhi degli esponenti della neo nata fusione politica “Udc” (che comprende De, Ccd e Cdu) Angelo Grillo, Vincenzo di Rosario, l’onorevole Pasquale Marrazzo. Domenica primo dicembre, al centro sociale di Via Cantarella a Pastena si è svolto il tanto annunciato congresso provinciale che ha segnato ufficialmente la nascita del partito politico. Al consiglio generale nessuna traccia della minoranza, assente anche alla prima convocazione di giovedì. Sembra che fra le due compagini sia nata ormai una sorta di competizione basata sui numeri. In effetti in queste condizioni di spaccatura ogni componente è prezioso ed indispensabile per le sorti del gruppo. Ma a fare i conti in questo periodo ci sono anche loro, i circa duecento idraulici forestali che da ben quattro mesi non incassano lo stipendio. I fondi sono congelati in Regione, è stato detto loro. Niente di meglio per mettere subito alla prova il giovanissimo neo presidente.


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