Queste misure dovrebbero supportare e tutelare le pazienti, assicurare una diagnosi non tardiva e migliorare le cure

Endometriosi: marzo il mese della consapevolezza

La sintomatologia spesso è sottostimata e/o ignorata da parte di pazienti e specialisti; il ciclo doloroso viene considerato una normalità; è una patologia in fase di studio e conoscenza.

Sanità
Cilento lunedì 30 marzo 2020
di Anais Di Stefano
Immagine non disponibile
Marzo, mese dell'Endometriosi © Unico

Sai cos’è l’endometriosi? No? È arrivato il momento di rompere il silenzio. È arrivato il momento di parlarne insieme. L’endometriosi, patologia infiammatoria cronica, colpisce il 10% delle donne in età fertile. È una malattia progressiva, complessa, difficile da diagnosticare. Definita anche subdola, perché si insinua nel corpo in modo silente, aggredendolo.

Essa è determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Cellule che dovrebbero trovarsi all’interno di esso. Perciò questa anomalia determina un’infiammazione dannosa per l’apparato femminile, che nei casi più gravi può raggiungere anche altri organi. Uno dei principali sintomi è il dolore mestruale, confuso spesso con altri dolori pelvici. Ma anche sofferenze intestinali e stanchezza cronica. In una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica.

Ad oggi le ipotesi della sua comparsa sono in fase di studio, anche se sono molti i passi in avanti. Le statistiche riportano che 1 donna su 10 ne risulta affetta durante l’età riproduttiva; circa 150 milioni di donne, tra i 15 e i 49 anni, in tutto il mondo ne risulta affetta; nel 50% dei casi la malattia ha un marcato impatto sulla qualità di vita. Ciò comporta un abbandono delle normali attività sportive e sociali.

Perché questi numeri sono così alti? La sintomatologia spesso è sottostimata e/o ignorata da parte di pazienti e specialisti; il ciclo doloroso viene considerato una normalità; è una patologia in fase di studio e conoscenza (la diagnosi certa può arrivare anche dopo 7 anni); non tutti i ginecologi sono esperti nella diagnosi e nel suo trattamento. Per poterla gestire al meglio, la letteratura scientifica indica precise raccomandazioni. È necessario, per esempio, un team di specialisti da formare in continuazione.

Ad oggi, il Consiglio Regionale della Campania ha approvato il disegno di legge a tutela delle donne colpite. Negli anni passati sono già stati depositati progetti a tal fine, caduti nel dimenticatoio. Però questa nuova proposta ci fa comprendere che la Regione ne riconosce la rilevanza sociale. Vorrebbe rivolgersi alle donne, ascoltarle, al fine di migliorarne le condizioni di vita individuali e sociali. «Grazie al proficuo lavoro della commissione Sanità e della relatrice della proposta Loredana Raia, abbiamo approvato una legge che tutela le donne affette da questa malattia, diffondendo la conoscenza e la promozione della prevenzione per una diagnosi precoce; istituendo percorsi di accompagnamento per le donne che ne soffrono e la realizzazione di strumenti utili al monitoraggio e all’analisi del fenomeno in Campania. Sono tre milioni ufficialmente le donne colpite da endometriosi in Italia e il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Questa legge era necessaria perché di grande valenza sanitaria e sociale» – commenta così Rosa D’Amelio, presidente del consiglio regionale.

Queste misure dovrebbero supportare e tutelare le pazienti; assicurare una diagnosi non tardiva; migliorare le cure: «Con le associazioni di volontariato e il potenziamento dei servizi sanitari correlati, anche attraverso un apposito osservatorio, vogliamo creare una rete di supporto per le pazienti, non farle sentire sole, aiutarle nei percorsi lavorativi e nella vita quotidiana» - annota la Regione. L’istituzione di un osservatorio monitorerebbe i casi sul territorio regionale, al fine di stabilire appropriate strategie di intervento. Permetterebbe anche di studiarne l’andamento e la sua ricorrenza. Si legge, altresì, che sarà istituita una giornata regionale per la lotta all’endometriosi, nel mese di marzo, con lo scopo di sensibilizzare e far conoscere la malattia soprattutto alle donne più giovani, perché prima si interviene, migliori e più efficaci sono le terapie. Si intende, infine, proporre attività formative e di aggiornamento per il personale medico.


Nonostante l’alto numero di casi, attorto a questa patologia ruota ancora il silenzio. Infatti, la maggior parte delle donne si isola perché non compresa. Il 28 marzo è la sua giornata mondiale e marzo il mese della consapevolezza. Parliamone. Parliamone sempre. E alle donne diciamo: ci saranno giorni in cui il dolore sarà più forte. Giorni in cui non potrai alzarti dal letto, non potrai recarti a scuola, a lavoro. Giorni in cui non potrai partecipare ad una cena con amici. Giorni in cui ti sarà difficile svolgere attività fisica. L’importante è che tu lo faccia presente ai tuoi genitori, agli insegnanti, ai tuoi amici, al tuo fidanzato. E se qualcuno non dovesse credere al dolore che provi; se qualcuno dovesse tratteggiarti come ‘fragile’, ‘esagerata’, ‘molle’ o peggio ‘malata mentale’, tu allontanalo. I veri amici sono altri. Prometti a te stessa, piuttosto, che non ti isolerai né farai prevalere il silenzio.

Anais Di Stefano

Lascia il tuo commento
commenti
Le più commentate
Le più lette