La terza ondata blocca tutti in una sorta di limbo
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Turismo 2021, sempre più green e sostenibile

L’Enit stima che il turismo non tornerà ai livelli pre-Covid almeno fino al 2023. Termini di cancellazione flessibili, rimborsi e misure di sicurezza sembrano essere la soluzione all'incertezza

Turismo
Cilento mercoledì 17 marzo 2021
di Anais Di Stefano
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Sentieri © Unico

 A distanza di un anno dallo scoppio della pandemia, l’incertezza regna ancora sovrana. Le misure adottate a marzo 2020 hanno avuto soltanto lo scopo di allentare la morsa del virus, ma la mancanza di un piano di gestione forte e coeso ci ha catapultati nuovamente nell’indecisione sul da farsi. Se lo scorso anno invocavamo l’assoluzione dai vaccini – ed ingenuamente pensavamo che il loro arrivo ci avrebbe salvato dall’immobilismo – ad oggi non ci resta che affidarci a gel disinfettante, mascherina, distanziamento e tanta pazienza.

Il turismo è tra quei comparti che ha risentito maggiormente della crisi, insieme a trasporti, cultura, commercio. L’Enit, Agenzia nazionale del turismo – nell’approssimarsi della stagione estiva scorsa – aveva già reso disponibili i dati sull’impatto economico che il coronavirus avrebbe avuto sul settore. A novembre ne ha confermato l’incidenza negativa se non tragica: una diminuzione dei visitatori internazionali e nazionali del -60% rispetto al 2019.

Quanto alle vacanze estive parte degli italiani sono rimasti a casa, altri si sono concessi un periodo piuttosto breve o gite fuori porta durante il fine settimana. Meta privilegiata l’Italia nel 97% dei casi con la scelta delle località più belle: dall’Emilia Romagna alla Sicilia. Tra le preferenze il mare, a seguire montagna, esperienza naturalistica, culturale e relax. Il Bonus Vacanze – richiesto dal 23% dei vacanzieri ed attualmente prorogato fino a fine anno – è servito anche a sostenere il periodo autunnale. Ma i dati Istat e Centro Studi Federalberghi rilevano un aggravamento della situazione tra settembre e novembre, con una perdita di presenze dell’83,2% durante il periodo natalizio.

La ripresa, tuttavia, è prevista solo per il 2022 per il mercato interno; e per il 2024 per quello internazionale. L’Enit stima che il turismo, che nel 2019 rappresentava il 13% del Pil italiano, non tornerà ai livelli pre-Covid almeno fino al 2023, quando probabilmente riacquisterà i suoi volumi grazie ad una crescita interna. Le città italiane subiranno un impatto significativo, ma quelle frequentate da visitatori internazionali maggiormente. Ai viaggi a lungo raggio spetterà una ripresa più lenta e la stessa incertezza riguarderà i viaggi in aereo, a causa di nuove ondate del virus.

L’allentamento delle misure nei mesi precedenti aveva dato sentori di luce ad operatori turistici, albergatori ed imprenditori, ma la terza ondata blocca tutti in una sorta di limbo. L’ulteriore diminuzione delle presenze tra gennaio e febbraio 2021 ci dice che la crisi è ancora in atto. Il comparto ricettivo ha subito una perdita di 13,4 miliardi di euro. Ciò si traduce in una perdita di posti di lavoro stagionali e temporanei.  L’assemblea generale di Federalberghi (Federazione delle Associazioni Italiane Alberghi e Turismo) a questo proposito ha lanciato una petizione “salviamo le imprese e i lavoratori del turismo”, i quali richiedono ristori efficaci, esoneri dal pagamento delle imposte, ma soprattutto certezze.

L’indecisione riguarda gli stessi vacanzieri, che tendono a spostare la data del proprio soggiorno, optando per un last-minute. Perciò si è pensato di offrire termini di cancellazione flessibili, posticipando o garantendo un rimborso. Per di più sempre più strutture si adeguano a nuovi strumenti di comunicazione, dedicati alla tutela della salute di ospiti e collaboratori, così da garantire sicurezza.

L’emergenza sanitaria ha comportato anche un cambio di priorità. Le scelte si dirigono verso un turismo green e sostenibile, che guarda ai viaggi rigenerativi.  Su questo l’area Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni vanta un’offerta ampia e variegata. Emanuel Ruocco, presidente di ViviCilento e creatore di Cilento Destination, format di promozione turistica, ci ha fornito un vasto elenco dei luoghi da vivere a contatto con la natura. Ne sono un esempio le Gole del Sammaro, a Sacco; l’Oasi wwf Grotte del Bussento a Morigerati; Oasi Cascate Capelli di Venere, a Casaletto Spartano; il Rifugio Cervati, a Piaggine; sorgente Auso a Sant’Angelo a Fasanella. Sul Monte Stella ci si potrà imbattere nella Pietra del Mulacchio, un megalite che per le modificazioni subite si è trasformato in un calendario di pietra, indicante il solstizio d’inverno. Chi vorrà imbattersi nel trekking o nella sentieristica il prossimo maggio si terrà “Elea-Gebel El Son-Molpé”, un progetto di ricerca – organizzato da ViviCilento in collaborazione con il Cai Bologna, Club Alpino Italiano – che nasce dalla volontà di valorizzare il turismo culturale. Il percorso collega la costa cilentana all’entroterra, in particolar modo il sito archeologico di Velia e i resti de La Molpa, un insediamento pelagico tra Centola e Pisciotta, che subì ripetuti attacchi fino alla distruzione nel 1464. Coinvolgendo i Comuni di Ascea, Ceraso, Novi Velia, Montano Antilia, San Mauro la Bruca e Centola. Non mancano poi le esperienze da fare in canoa (Fiume Alento o Gole del Calore) o in e-bike. Non a caso si ha sempre più interesse nell’intraprendere il cicloturismo, un’esperienza che associa turismo sostenibile e benessere psicofisico.

 

 

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