Un protagonista della vita della città dei templi lascia il nostro mondo

Muore Ugo Carrino a 84 anni

Alla fine degli anni '70 si rese necessario mettersi insieme per poter accedere ai finanziamenti

Turismo
Cilento domenica 09 giugno 2019
di Bartolo scandizzo
Immagine non disponibile
Village marina © Nc

Ugo Carrino a 84 lascia il mondo dopo una vita intensa e ricca di successi.

Rino e Pasquale, i suoi due figli, hanno pienamente in mano i destini dell’azienda che lui ha creato per loro e per i suoi nipoti.

Tempo fa lo incontrai per un’intervista destinata ad un libro sul turismo che non ho ancora scritto. Mi fa piacere ricordarlo proprio così...

Ugo Carrino porta con la disinvoltura di un ragazzino i suoi anni. Memoria buona e ancora capace di incidere nei processi decisionali dell'azienda che ha fondato, diretto e poi affidato ai figli Rino e Pasquale che hanno già provveduto a "punterrarlo" per bene: sono già due gli Ugo che si aggirano nella hall dell'Hotel village Marine.

Lui è sbrigativo come lo è stato da giovane in amore e negli affari.

Giovane garzone di bottega nella macelleria di famiglia a Battipaglia, conobbe e sposò in quattro mesi (6 aprile 1959) la donna della sua vita, Anna Del Fatto nata e residente in contrada Laura di Capaccio Paestum.

Quando gli si presentò l'occasione di prendere in gestione l'hotel Clorinda di Giovanni Di Sirio, (1967) abbandonò l'attività di macelleria e abbracciò il nuovo mondo accollandosi un fitto di quattro mln di lire.

"I primi due anni furono disastrosi. Appena riuscimmo a coprire le spese!- Confessa - Poi, i clienti ci premiarono per la nostra serietà e contribuirono alla promozione della struttura con il passa parola."

Alla scadenza del contratto quadriennale, ad una richiesta di aumento di fitto, decise di costruire una struttura ricettiva propria su 5 mila mq di terreno.

"Cominciammo i lavori nell'autunno del '71 (tre mesi per la licenza) con l'obiettivo di essere pronti per la stagione estiva. Allora era sindaco Giacomino De Palma.

L'ultimo ostacolo era costituito dalla questura di Salerno che doveva verificare che le norme di sicurezza e dei sistemi antincendio. La questione fu risolta all'italiana ..."

Per l'inaugurazione, tenutasi il 3 luglio del '72, arrivò Milva (un milione e seicentomila lire di cache). Il villaggio comprendeva la struttura principale e 25 bungalov per un totale di 80 posti. La prima stagione portò in cassa le risorse per pagare la prima rata del debito contratto con la ditta Ferdinando Prota di Agropoli."

A settembre dello stesso anno iniziò la parte più difficile dell'impresa: andare a caccia di clienti. Carrino puntò deciso verso la Germania, nazione di provenienza di molti dei clienti del Clorinda, prima, e del suo villaggio, poi.

"E furono prorpio i miei ospiti tedeschi, con cui avevo instaurato un rapporto confidenziale, ad accreditarmi in Germania presso le loro agenzie di viaggio. Insieme a Giuseppe Villani, il mio ragioniere che parlava tedesco, mi recai più volte in Germania a fare promozione turistica."

Carrino s'inventa anche cuoco: "Il martedì era il giorno di libertà dello chef e Io e mia moglie Anna facevamo da tappabuchi. Quando i nostri ospiti cominciarono a richiedere il menù del martedì, capimmo che era giunto il momento di dare una svolta all'organizzazione della cucina: vi siamo entrati allora e ne siamo usciti 25 anni dopo."

Nel '73 arrivò la doccia fredda del "Colera" a Napoli! I tedeschi abbandonarono la Campania e anche Paestum. Fu un vero tracollo, ma i "pionieri" del new deal pestano andarono avanti...

Erano gli albori della trasformazione della contrada agricola di Laura di Paestum in un centro turistico.

Ognuno per sè e spazio per tutti. Come nell'Eldorado:

Alberto Barlotti iniziò a costruire l'Ariston, Lucio Capo, il lido e campeggio Nettuno, Pino Greco e Giuseppina Barlotti, il Meridiana, Sandro Del Fatto, il Villaggio Mare, Peppino Acanfora, trasformava il Cerere, Peppino Pagano si divideva dal fratello con cui avevano rilevato lo Shuhmman, e rilevava l'Esplanade ....

  1. Alla fine degli anni '70 si rese necessario mettersi insieme per poter accedere ai finanziamenti della legge 40.

Fu costituita la C.o.i.n.tur (Consorzio Operatori Impenditori Turistici). L'esborso per ognuno dei soci fu di 800 mila lire (300 in quota capitale e 500 per le spese ordinarie). Il primo presidente designato dai 38 soci fu Peppino Acanfora. Dopo tre anni, il timone passò nelle mani di Ugo Carrino: "Tutti i consorziati presentarono domanda di finanziamento. La legge predeva il 40% a fondo perduto per lacquisto delle attrezzature. Le banche anticiparono i soldiL'importo complessivo era imponente, oltre dieci miliardi di lire! Le richieste furono accolte. Fu dato inizio ai lavori, ma ad certo punto arrivò la doccia fredda: in regione erano finiti i fondi! Senza panico, ma con viva preoccupazione, cominciammo a fare la spola tra gli uffici regionali per tentare di salvare il tutto.

Grazie a Peppino Pagano, Pino Greco, Pietro De Simone e Angelo Ricci, riuscimmo ad esercitare le pressioni giuste e a far valere le nostre ragioni..."

La Cointur, raggiunto lo scopo primario che si era dato, declinò verso la disaffezione dei soci. Solo grazie all'impegno di Peppino Pagano ha continuata a sostenere come sigla. Ma lo sfilacciamento prodotto ne ha reso impossibile la ricostruzione.

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