Unico Patrimonio: Novembre 2021 / 05.

San Rufo: Centro sportivo meridionale

“Oggi è un tremendo pugno nello stomaco per alcune generazioni, a partire da chi era bambino a cavallo tra gli anni ‘60 e gli anni ‘70”.

Unico patrimonio
Cilento lunedì 15 novembre 2021
di Bartolo Scandizzo
Immagine non disponibile
Centro sportivo Meridionale © Unico Settimanale

Al Centro sportivo Meridionale, dopo 40 anni, i “giochi’ sono “finiti’ senza aver mai raggiunto il “podio”.

In un articolo comparso su “Il Vallo”, un periodico pubblicato nel Vallo di Diano negli anni ’70, così fu presentato il progetto che prevedeva la realizzazione di un complesso turistico-sportivo che prevedeva una spesa totale di oltre 5 miliardi di lire si sta realizzando nel Vallo di Diano, a San Rufo: “L’iniziativa, a totale carico della Cassa per il Mezzogiorno e sotto il patrocinio del CONI, è di un Consorzio di Comuni formato da Polla, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Monte San Giacomo, Padula, Petina e Corleto. È in via di perfezionamento l’adesione di Sala Consilina e di altri comuni. Presidente del Consorzio è l’on. Enrico Quaranta. Il complesso, unico in Italia per dimensioni e per attrezzature, comprende uno stadio per il calcio, un campo secondario da calcio, una pista per atletica leggera, un palazzo dello sport della capacità di 5000 spettatori, una piscina coperta ed una scoperta, un campo per pallanuoto e pallavolo, 4 campi da tennis, un parco per mini golf, un parco giochi per bambini, un complesso alberghiero con 80 posti letto, sale riunioni e convegni, pizzeria rustica. Queste attrezzature sono racchiuse in un parco a verde ed alberato di oltre 15 ettari. La costruzione è iniziata da un anno ed il termine dei lavori è previsto entro 2 anni. Il complesso si propone 2 obiettivi:

ospitare gare nazionali ed internazionali delle varie discipline sportive;

– dare la possibilità ai giovani del Vallo di frequentare i vari sport. A tale scopo si prevedono le prestazioni degli istruttori atletici, completamente gratuite, per i giovani appartenenti a famiglie bisognose o comunque a basso reddito.”

Basta fare visita al sito del Centro sportivo per capire che, al di là della realizzazione delle opere, poco o niente dell’idea che aveva indotto i pionieri, Enrico Quaranta e Gerardo Ritorto, a lanciarsi nell’impresa che, per quanto menomata e incompleta, è diventata realtà!

Sul campo di calcio avrà fatto allenamento la Salernitana qualche volta, la struttura alberghiera è ancora di là da essere completata, il verde attrezzato è, a dir poco, abbandonato, il palazzetto ha avuto i suoi momenti di gloria più per le fiere “campionarie” che per il basket o la pallavolo giocata ad alti livelli …

Con l’andare del tempo si sono moltiplicate le situazioni controverse denunciate da singoli cittadini e di rappresentanti delle istituzioni che hanno portato a veri e propri scontri molti dei quali portati in giudizio come dimostrano le sentenze emesse anche recentemente di seguito sintetizzate:

“Il 15 gennaio 2019 la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3106/2019, ha chiuso un contenzioso che ha contrapposto il Comune di San Rufo (Salerno) al Consorzio Centro Sportivo Meridionale in una battaglia giudiziaria che è durata diversi anni e che ha costretto il Comune a far valere le proprie ragioni prima dinanzi alla Commissione Tributaria Provinciale e alla Commissione Regionale e, in ultimo, innanzi alla Suprema Corte di Cassazione per vedere riconosciuta la legittimità degli atti con i quali ha richiesto al Consorzio il pagamento dell’imposta comunale sugli immobili di proprietà del Centro Sportivo Meridionale.”

Oltre alla sentenza, fa riflettere il commento del sindaco di San Rufo, Michele Marmo, ha fatto a risultato acquisito: “… non possono invocare il regime privatistico quando si tratta di rivendicare autonomia gestionale e ricordarsi della valenza pubblica degli stessi beni quando si tratta di pagare le tasse e chiederne l’esenzione, anche a scapito della correttezza della concorrenza nei confronti degli altri operatori degli stessi settori”.

Un’altra sentenza che fa temere per l’esistenza in vita del Centro sportivo come era stato immaginato dai “visionari” ideatori.

Al fine di dotare il centro di una foresteria (struttura alberghiera) prevista per ospitare i ritiri degli atleti delle varie discipline sportive, sia di squadra che individuali! Si tratta dell’accoglimento di un ricorso da parte di una società di Sant’Arsenio per l’assegnazione illegittima, ad un’altra ditta, dell’appalto dei lavori di ristrutturazione e di ampliamento della foresteria da destinare a struttura ricettiva del Centro Sportivo Meridionale di San Rufo. L’importo a base d’asta dei lavori era di 3 milioni e 300mila Euro: “Il Consiglio di Stato ha appurato che la società risultata vincitrice della gara di appalto ha formulato il proprio ribasso sulla base d’asta in modo difforme da quanto richiesto dalle previsioni di gara e per questo motivo doveva essere esclusa.”

Il Consorzio Centro Sportivo Meridionale – Bacino Sa 3dovrà accordarsi con la ditta ricorrente per un risarcimento danni.

Intanto i lavori sono fermi in mezzo al guado in quanto mancano porte e finestre, oltre all’arredamento, per essere rendere la struttura ricettiva operativa e in grado di produrre reddito dando al centro sportivo un ruolo che vada oltre alla fruizione quotidiana degli spazi ma consentendo a squadre anche provenienti da altre regioni di effettuare allenamenti residenziali.

Nel mese di novembre 2019 scoppia un altro contenzioso tra la maggioranza dei comuni facenti parte del consorzio e l’amministrazione del centro. Infatti, è stata avviata la procedura di messa in liquidazione della struttura. Alla base della decisione, il mancato pagamento delle quote dovute da parte della maggioranza dei Comuni associati.

Gli enti in questione risultano morosi da anni tanto da aver generato un ‘buco’ pari a quasi 3 milioni.

La messa in liquidazione è stata decisa dall’Assemblea Generale del Consiglio di Amministrazione guidato da Vittorio Esposito che fa sapere: “Non si può più andare avanti e chiuderemo la piscina se entro gennaio i Comuni non regoleranno la propria posizione”

Soltanto 3 su 12 i comuni, oltre alla Comunità Montana Vallo di Diano, che sono in regola e continuano a versare le quote associative, ovvero Caggiano, Polla e San Pietro al Tanagro.

“I sindaci interessati - aggiunge - dovrebbero spiegare il motivo per cui non si onorano gli impegni. Gli enti in questione dovranno decidere entro 30 giorni. La proceduta di liquidazione si concluderà quando i Consigli Comunali dei 12 Comuni Soci Fondatori e la Comunità Montana delibereranno”.

Nel caso l’iter dovesse proseguire, si nominerà un Commissario e si scioglierà il Consorzio.

Nel mese di agosto del 2018 pubblicammo un’intervista a direttore di Metasport che illustrò le attività svolte nel centro (https://www.unicosettimanale.it/news/attualita/739539/centro-sportivo-meridionale-di-san-rufo-la-storia-e-le-attivita?fbclid=IwAR0xaE3FFwpYqb9NFPv4lqxHmOJ7c2gDg4cYzH0MJ3ajO1FDq_Wef52a7uo) dalla quale si può evincere che molte esperienze sportive si svolgono nel centro. Ma i servizi al territorio attivati dall’associazione sportiva sono solo un decimo di quanto posto in premessa in termini di grandi eventi alla richiesta di finanziamento che stava e sta alla base. Ed anche gli ultimi 3 Mln di Euro concessi al Consorzio per il completamento della struttura ricettiva andavano nella direzione immaginata da Quaranta e Ritorto.

È evidente che c’è disaffezione verso il Centro che ha mancato quasi tutti gli obiettivi posti alla base dell’ambizioso progetto del 1974. Infatti fino dal 1973 al 2010 i comuni hanno versato oltre 9 milioni di euro come riportato nella tabella sottostante. Sarà stato proprio il mancato completamento dell’impianto a far affievolire l’entusiasmo che l’idea aveva fatto lanciare il cuore oltre la siepe agli amministratori dell’epoca.

COMUNI

dal 1973 al 2010

Atena Lucana

489.929,19

Auletta

616.314,84

Buonabitacolo

621.870,44

Caggiano

765.123,50

Corleto Monforte

270.891,78

Monte San Giacomo

522.100,73

Padula

1.374.665,20

Petina

353.566,91

Polla

1.303.653,95

San Pietro al Tanagro

389.107,46

San Rufo

457.361,87

Sassano

1.312.002,99

Comunità Montana Vallo di Diano

546.658,40

Totale

9.023.247,26

Certo il finanziamento per la realizzazione della struttura ricettiva che avrà dato nuovo slancio al centro ha concorso non poco a far riflettere sindaci e parlare a mettere un freno al proprio coinvolgimento nel probabile disastro che si. Infatti, i sindaci risponde ad Espositondo che: “la vicenda si trova nel quadro dei rapporti politici, chiari e finanziari ben più articolato e complesso da come risulta, invece, tracciato dai vertici del consorzio nel corso dell'assemblea del 18\11\ 20019 e sulle pagine dei giornali.” Per poi far riferimento al fatto che i comuni, come il consorzio, gestiscono risorse pubbliche e che la loro tutela richiede la massima diligenza”.

È chiaro il tentativo dei sindaci di stesso anno i toni e, allo tempo, di prendere “tempo al fine di verificare se esistono le condizioni per andare avanti.

È facile immaginare che altre inchieste viaggiano sotto traccia e potrebbero portare ad ulteriori e più complicati sviluppi della situazione già deteriorata.

Vale anche la pena ricordare che nei 50 anni di esistenza in vita del Consorzio gli amministratori ei revisori dei conti ei dirigenti sono stati diretta emanazione della rappresentanza politica al potere nei comuni consorziati ei loro referenti a livello provinciale, regionale e nazionale.

Difatti a correre gli elenchi dei vari consigli di amministrazione si trovano il dott. Enrico Zambrotti, ancora oggi direttore generale del consorzio; Vittorio Esposito, sindaco di Sanza e presidente del Cda …

Poi ci sono tutti i sindaci o loro delegati nel Cda che per più di un hanno versato milioni di Euro nelle casse del Consorzio e, solo dopo il 2010 hanno cominciato a porre domande ed attendere risposte.

Sarebbe opportuno anche fare una ricognizione della galassia di società, enti di formazione, enti di promozione sportiva e la stessa Regione che orbitano da anni intorno al Centro Sportivo Meridionale di San Rufo e risorse che destinano parte delle loro per svolgere e aiutare a far svolgere le loro attività negli spazi funzionanti, che pure ci sono, del centro sportivo.

Ci piace questo articolo con un grido anonimo giunto in redazione e ci ha fatto decidere di questo articolo: Ieri nello luogo di Diano “La Masseria” era un e speciale. “Oggi è un tremendo pugno nello stomaco. Per alcune generazioni, a partire da chi era bambino a cavallo tra gli anni '60 e gli anni '70, la “Masseria” del Centro Sportivo Meridionale di San Rufo occupa un posto speciale nella memoria e nei ricordi. Quando si usciva la domenica pomeriggio con tutta la famiglia era la destinazione preferita, brulicante di vita e di gioia, tra giochi e natura. Un luogo affascinante e quasi incantato, tutto da scoprire: ma anche ricco di servizi. Poi nel tempo crescendo ci si tornava con gli amici, magari per una partita a basket oa calcetto, e poi ancora magari in “dolce” compagnia per una passeggiata romantica o un bacio. E poi per comunioni, battesimi, matrimoni. La Masseria per tanti di noi è stata tutto questo e ancora di più: era un luogo che, insieme al fermento e alla crescita del Centro Sportivo Meridionale negli anni'80 e '90, annullava le distanze con le città più grandi e limava le differenze . Sembrava quasi che tutto fosse possibile ea portata di mano, anche lo sviluppo. Era anche un biglietto da visita ed un orgoglio per il Vallo di Diano, per dire “noi ci siamo”. Sembrava quasi che tutto fosse possibile ea portata di mano, anche lo sviluppo. Era anche un biglietto da visita ed un orgoglio per il Vallo di Diano, per dire “noi ci siamo”. Sembrava quasi che tutto fosse possibile ea portata di mano, anche lo sviluppo. Era anche un biglietto da visita ed un orgoglio per il Vallo di Diano, per dire “noi ci siamo”.

Tornare oggi in quei luoghi è come ricevere un pugno nello stomaco. Passeggiare tra i giochi arrugginiti, nella fitta vegetazione incolta, alimenta una straziante malinconia. Non sono solo i vetri antisfondamento della struttura ad essere stati infranti, ridotti in migliaia di schegge, frammentini, cristalli. Tutto è devastazione: il tempo è stato impietoso, gli uomini hanno fatto il resto. La Masseria sembra anche una metafora della vita: come la giovinezza, l'illusione e la speranza anche lo spirito che animava questi luoghi è svanito. Lentamente, un po' alla volta, senza fare più ritorno. Una perdita di cui quasi nessuno si è accorto, o di cui a nessuno è importato. Anzi qualcuno ha anche infierito con gusto, nell'indifferenza generale, finché non è stato troppo tardi.

 

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