Essendo il sottoscritto ricercatore storico sui castelli Cilentani, fui promotore della stipula di un Protocollo d’Intesa, il 26/02/2014...

Castellabate, storie del patrimonio architettonico e del loro utilizzo

Oggi, per far sì che il castello sia epicentro politica culturale e turistica, si auspica il rinnovo della  convezione in comodato tra la Badia Cavense ed il Comune di Castellabate, in scadenza nella prossima primavera 2022.

Unico patrimonio
Cilento mercoledì 17 novembre 2021
di Giuseppe Ianni
Immagine non disponibile
Castello Castellabate © Unico

Il territorio di Castellabate vanta numerosi spazi polifunzionali nel patrimonio architettonico pubblico e privato, adibiti a luoghi di conferenze, convegni, sale espositive e per incontri, che da anni vengono utilizzati limitatamente, per non essersi, questi, adeguati tecnologicamente con amplificazioni, proiezioni immagini ed aria condizionata. Fra i complessi pubblici indichiamo Villa Matarazzo, ubicata a Santa Maria, di proprietà del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, che rimane sotto utilizzata per la precaria gestione nonostante le sue potenzialità. Il castello, al contrario, è l’unico e più valido luogo di incontri culturali e manifestazioni in genere. Il maniero, fondato da San Costabile Gentilcore, natio di Castellabate e IV abate della SS. Badia Cavense, nel 1123, ricoprì un importante ruolo storico in tutto il Medio Evo. Dopo varie vicissitudini e passaggi di proprietà di vari feudatari, fu acquistato dalla famiglia Rossi di Castellabate che lo mantenne fino alla prima metà del 900. Nel 1945, Manlio De Vivo, magnate Italo-Brasiliano, originario di Castellabate, lo acquistò e lo donò alla Badia della SS. Trinità di Cava. Per oltre un trentennio il castello rimase disabitato ed esposto agli agenti atmosferici che ne provocarono ingenti danni alla struttura superiore, per arrivare poi al progetto di restauro che la Badia in collaborazione del Comune di Castellabate avviò dopo il terremoto del 1980, con i fondi messi a disposizione per il sisma. I lavori, fra fermi e ripensamenti, si protrassero per quindici anni, con gravi alterazioni delle sovrastrutture, lontani dalle tecniche del restauro conservativo, come si addiceva ad una fortificazione stratificata per oltre 900 anni. Sin dal 2005 il castello si rivelò un grande contenitore di eventi. Infatti, negli anni a seguire, ha ospitato innumerevoli iniziative culturali. La Soprintendenza di Salerno, a piano terra collocò il Museo dell’Archeologia marina denominato “Il Mare antico”, che annovera ancore ed anfore del periodo greco e romano, provenienti da scavi sottomarini su più navi onerarie naufragate di fronte a Licosa. Gli ampi saloni dei piani superiori si sono prestati in questi anni a innumerevoli mostre d’arte che si alternano durante tutto l’anno, oltre a premi letterari, memorial con varie espressioni artistiche. Lo scrivente per un decennio ha organizzato importanti mostre d’arte, sia collettive che personali di noti maestri della pittura provenienti da tutta la Campania ed oltre. Essendo il sottoscritto ricercatore storico sui castelli Cilentani, fui promotore della stipula di un Protocollo d’Intesa, il 26/02/2014, tra l’Istituto Italiano dei Castelli, di cui sono referente ed il Comune di Castellabate, per incoraggiare lo studio e la divulgazione e conoscenza dei patrimoni architettonici, attraverso giornate di studio e visita ai manieri. In tal senso si tengono convegni, ricerche per tesi universitarie, nonchè due giornate, in maggio, per la visita e la conoscenza del patrimoni architettonico della fortificazione.

Al primo piano è situato il Salone d’Onore intitolato al pittore Sergio Vecchio, originario di Castellabate, dove si tengono, conferenze, convegni, commemorazioni e presentazioni di eventi. In questo salone sono state ospitare alcune edizione del Premio di Giornalismo Giuseppe Ripa e convegni sull’ambiente e sulla salvaguardia del patrimonio dei beni culturali, nonché tantissimi eventi istituzionali delle amministrazioni Comunali, come “I Borghi più belli d’Italia”, incontri culturali e concerti. I saloni contigui del primo piano, lato mare, ospitano la Biblioteca Comunale che vanta migliaia di volumi frutto di alcuni lasciti. Mentre la restante parte dei saloni, sempre contigui del primo piano, da anni ospitano la parte espositiva della Rassegna Libraria “Libri Meridionali-Vetrina dell’Editoria del Sud”, giunta alla XXXI edizione, coordinata dal professore Gennaro Malzone, ideatore e direttore culturale.

L’intero secondo piano del maniero è adibito alle esposizioni permanenti, collaterali al Premio Pio Alferano, giunto alla IX edizione, di cui ne è direttore artistico Vittorio Sgarbi. L’edizione 2021, per ragioni di Covid 19, si è tenuta il 4 settembre, dove Sgarbi ha presentato due mostre: “Caravaggio Pasolini e altri”, una rassegna di pittura, scultura e fotografia dalla metà del Novecento ai nostri giorni, vertente sulla contemporaneità di Caravaggio. La rassegna presenta 12 affermati artisti contemporanei che si sono espressi con la stessa intensità di Caravaggio. La tela del Caravaggio esposta nella mostra di Castellabate, trattasi del “Seppellimento di santa Lucia” olio su tela (408×300 cm), una riproduzione in 3D ad alta definizione, rifatta nelle misure reali. La seconda mostra è un’antologica della pittrice svizzera Paulette Milesi.

Il cortile del castello, poi, rappresenta un luogo dove si tengono: festival del Cinema, concerti bandistici, spettacoli teatrali, presentazioni libri, premi e manifestazioni culturali di ogni genere. Oltreché la visita al castello è consentita tutti i giorni ai vari piani fra mostre, museo e biblioteca e solo su prenotazione si possono visitare i camminamenti sotterranei sotto le antiche torri aragonesi. In merito alla presenza del Parco, attraverso fonti investiti o partecipazione ai vari programmi, si riscontra del tutto negativa, nonostante i ripetuti inviti non si è mai registrata la presenza dell’istituzione Ente, eccetto per il festival del cinema 2021 dove sono stati sponsor. Dunque, oggi, il castello di Castellabate assolve per 9 mesi su 12 ad una vera filiera di eventi, che se potenziati, potrebbero divenire itineranti ed essere un attrattore maggiore per il territorio costiero.  Una delle potenzialità che andava preservata e potenziata erano le cerimonie di matrimoni o unione civili per stranieri, che da pochi anni sono state abolite, per il diniego dell’abate di Cava, attuale proprietario del castello.   

Quello che sarebbe auspicabile, come avanzato da vari progetti, la messa in rete dei vari castelli salernitani, in quanto contenitori di importanti eventi di arte e cultura, oltreché testimoni e depositari di rilevanti patrimoni architettonici, che potrebbero essere meglio utilizzati per un turismo sostenibile, come centri di interscambio socio culturale per i territori. Tutto questo sarebbe possibile se le strutture fortificate si attrezzassero, con servizi adeguati alle reali esigenze, con impianti tecnologici, impiantistica, illuminazione, messa in rete delle potenzialità, adeguamento delle aree espositive, impianti di collegamento e proiezione dei saloni delle conferenze. Oggi, per far sì che il castello sia epicentro politica culturale e turistica, si auspica il rinnovo della  convezione in comodato tra la Badia Cavense ed il Comune di Castellabate, in scadenza nella prossima primavera 2022.  

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