9 aprile 2000: una giornata storica per Roccadaspide e per l’intera Valle del Calore per l’inaugurazione dell’ospedale dopo una lunga attesa
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Cronaca di un "parto" annunciato con un "travaglio" durato 43 anni

La prima pietra fu collocata nel 1967 e conclusasi nel 2000 tra lavori appaltati, spesso sospesi e ripresi, nel corso di 4 decenni che hanno visto salire alla ribalta decine di protagonisti della vita politica e sociale...

Unico patrimonio
Cilento venerdì 08 aprile 2022
di Giuseppe D'Amico
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Maurizio Bartoletti © Unico Settimanale

9 aprile 2000: una giornata storica per Roccadaspide e per l’intera Valle del Calore per l’inaugurazione dell’ospedale dopo una lunga attesa. La prima pietra fu collocata nel 1967 e dopo una gestazione lunga 43 anni tra lavori appaltati, spesso sospesi e ripresi, la struttura veniva posta al servizio della comunità. Una comunità che in precedenza aveva servizi sanitari limitati, con i cittadini costretti a lunghi viaggi per gli ospedali più vicini (Vallo della Lucania, Eboli o Battipaglia) e con disagi acuiti da una situazione viaria che ancora oggi lascia a desiderare e crea problemi anche quando si tratta di trasferire un paziente dalla propria abitazione all’ospedale.
C’erano tutti quel giorno nel piazzale del nuovo ospedale: il sindaco di Roccadaspide, Giovanni D’Angelo, e i colleghi del territorio rigorosamente con la fascia tricolore; Girolamo Auricchio, consigliere provinciale; c’era il Vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, mons. Giuseppe Favale, chiamato per la benedizione dei locali. Soprattutto, c’erano migliaia di cittadini felici venuti dai paesi del circondario e i due protagonisti della storica apertura: l’assessore regionale alla Sanità, Ettore Liguori, cilentano doc che aveva assicurato il sostegno economico della Regione Campania, ed Ennio Logatto, Direttore Generale della ASL SA/3 di Vallo della Lucania, istituita nel 1995 a seguito dell’unificazione delle ex USL presenti a Sud della provincia di Salerno (Roccadaspide, Polla, Agropoli, Vallo della Lucania e Sapri). Naturalmente, c’erano anche gli operatori, medici, infermieri con camici nuovi di zecca, amministrativi e addetti ai servizi tecnici. 
Una giornata di grande festa per la popolazione ed una giornata ricca di emozione per i primarii dei reparti: Pantaleo De Luca (Chirurgia, 20 posti letto); Emanuele De Vita (Medicina, 20 posti letto; Raffaele Rotunno (Cardiologia, 6 posti letto) e i responsabili dei Servizi di Laboratorio di Analisi e del Servizio di Radiologia. Tutti molto felici ed entusiasti perché l'entrata in funzione del nosocomio rappresentava l'avvio di un'inversione di tendenza sul cammino della rinascita di Roccadaspide e del territorio circostante. Indubbiamente, il nosocomio ha sicuramente influito positivamente sull’economia del territorio ed ha dato nuova visibilità alla città.
Quel 9 aprile del 2000 a Roccadaspide c’ero anch’io in quanto responsabile dell’Ufficio Stampa della ASL SA/3; quindi, posso affermare di essere stato testimone delle vicende dell’ospedale di Roccadaspide dall’apertura fino al 2015. Una curiosità: avevo ricevuto l’incarico dal Direttore Generale Ennio Logatto nel 1996, e il mio primo impegno riguardò proprio l’ospedale di Roccadaspide dove Logatto, da poco alla guida dell’a ASL, si era recato in visita per rendersi conto della situazione in cui si trovava l’ospedale e, suo malgrado, si era ritrovato al centro di una protesta popolare come se fosse lui il responsabile della mancata apertura del nosocomio e non i tanti amministratori che nei decenni precedenti lo avevano preceduto alla guida della sanità del territorio. La notizia della protesta finì sui giornali per cui il D.G. mi chiese di fornire alla stampa una precisazione comunicando che avrebbe fatto di tutto per aprire l’ospedale dopo decenni di attesa. Certo, ci volle qualche anno per completare la struttura, dotarla delle apparecchiature tecnologiche necessarie al suo funzionamento, delle suppellettili e di tutto il necessario per il buon funzionamento del nosocomio. Senza dimenticare i concorsi per coprire i posto previsti in pianta organica, ma mantenne l’impegno assunto. Qualche anno dopo, grazie all’impegno del vice presidente della Regione Campania, Antonio Valiante, altro cilentano doc, si procedeva all’inaugurazione dell’Ortopedia, della Lungodegenza, dellUtic e della Rianimazione per un totale di circa 70 posti letto. Da allora Roccadaspide ha vissuto tutte le vicende dalla sanità campana derivanti dalla riforme che sono state attuate, dal blocco dei concorsi e dalla scarsa erogazione dei fondi necessari. 
Con la soppressione delle ASL tutto il territorio della provincia di Salerno entrò a far parte della ASL Salerno guidata nei primi anni da commissari regionali e poi dal Colonnello dei Carabinieri, Maurizio Bortoletti. Nel 2012 il sindaco Girolamo Auricchio conferì a Bortoletti l’onorificenza di cittadino onorario di Roccadaspide per l’impegno profuso al fine di migliorare i servizi del presidio. Nell’occasione attestati di benemerenza furono conferiti a Sergio Annunziata, presidente della conferenza dei sindaci della Asl, ed ai primari del nosocomio. Anche quella fu una giornata di festa con la presenza dei sindaci del territorio e di numerosi cittadini. Purtroppo, negli ultimi anni non sono mancati i problemi con Girolamo Auricchio costantemente in prima linea, sempre pronto ad alzare la voce: “Il mio partito è l’ospedale. Qui non si chiude nulla, bisogna mantenere l’esistente e istituire nuovi servizi”. Più che uno slogan è un vero e proprio mantra. Oggi il problema principale di Roccadaspide è comune a quello di altri ospedali della parte meridionale della provincia di Salerno: la mancata copertura di posti resi vacanti da trasferimenti di personale presso altre strutture sanitarie o dal collocamento in quiescenza degli operatori o ancora contro la minacciata chiusura di qualche servizio per carenze di personale determinata dal blocco delle procedure concorsuali. L’ultima protesta in ordine di tempo riguarda la chiusura del Centro Trasfusionale. Ma questa è un’altra storia.

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