"Porta Sirena", poesia dedicata all’amico Sergio Vecchio

Il 2 agosto, a Santa Maria di Castellabate, serata in ricordo della genialità di Sergio Vecchio

LIUCCIO GIUSEPPINO I Viaggi del Poeta
Cilento - lunedì 30 luglio 2018
Locandina Sergio Vecchio 2 agosto 2018
Locandina Sergio Vecchio 2 agosto 2018 © Unico Settmanale

E’ una delle quattro porte del maestoso muraglione di cinta di Paestum. Per l’esattezza quella che si apre sullo spettacolo di grazia e di bellezza di quella parte di pianura che trasmigra verso le colline festanti di frutteti e arabescate di case colorate e “ville” pretenziose fin lassù al pianoro, terrazza panoramica sul mare dei miti, di Capaccio capoluogo a vanto di prestigiosa storia medioevale e a vergogna di Centro Storico che ostenta impunemente degrado, contenitore impietoso di palazzi gentilizie, chiese, slarghi e vicoli, che da molti anni a questa parte reclamano legittimamente amministratori all’altezza della Storia che amministrano e della Cultura e della Bellezza che, invece, dilapidano e sfregiano nell’indifferenza generale, o quasi. Ma Porta Sirena è anche il titolo di una mia poesia dedicata all’amico Sergio Vecchio per stimolarlo a riprendere le nostre comuni battaglie per il territorio con iniziative di spessore come quella di “Pittura e Poesia”, che tenemmo a Salerno nella chiesa di Santa Sofia, a cura di Vito Pinto, e nella quale era presente una sua bella opera in ceramica che esaltava e valorizzava una mia poesia dal titolo “Porta Sirena”, appunto, che ripubblico qui di seguito, ANCHE IN RICORDO CHE FAREMO, IN TANTI FAMILIARI, AMICI ED ESTIMATORI RICORDO DELLA SUA GENIALITA’ NELL’ARTE DELLA PITTURA E DELLA CERAMICA A SANTA MARIA DI CASTELLABATE IL 2 AGOSTO

Porta Sirena a fuga di cipressi

t’è spia di sole all’ambra di colonne.

Nell’atelier-finestra di pianura

Il bufalo irrompe alle tue tele

-occhio di sfida, corna di battaglia-.

E la cornacchia a veglia della luna

spettegola accigliata ai capitelli.

Vita feconda a chicchi il melograno.

Apre contesa tra Madonna ed Era.

Licosa nella nenia alla risacca

Singhiozza amore a grappoli di schiuma.

Tu accendi orgoglio greco alla mia terra.

(tratta da Giuseppe Liuccio: LA MIA PAESTUM - Plectica Edizioni)

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