LA BCC DI AQUARA PILASTRO DEL TERRITORIO

Il docente universitario Giuseppe Fauceglia: «Dall’ultimo bilancio emergono risultati più che positivi anche in un contesto di crisi. Banca che non dimentica di essere una società cooperativa»

IL PUNTO DI VISTA ECONOMICO di Antonio Marino, Direttore della Bcc di Aquara
Cilento - giovedì 18 aprile 2019
Il professore Giuseppe Fauceglia
Il professore Giuseppe Fauceglia © Unico

Numeri positivi per la Bcc di Aquara anche per il primo trimestre 2019: sono stati già deliberati, infatti, nuovi fidi alla clientela per un totale di 27 milioni di euro. Si tratta di una testimonianza della costante crescita per la banca di credito aquarese, capace di essere attrattiva verso la clientela vecchia e nuova, praticando tassi e condizioni favorevoli, trovando conferme mediante una domanda sempre più sostenuta. In questo primo trimestre del 2019 sono aumentati gli impieghi e la raccolta diretta. Inoltre, sono stati aperti ben 670 nuovi conti correnti mentre il numero dei rapporti è salito da 30157 a 30740.

«La Bcc di Aquara – dichiara Giuseppe Fauceglia, docente universitario di Diritto Commerciale, in merito ai dati del Bilancio 2018 della Bcc di Aquara – rende noti risultati più che positivi. Dagli elementi offerti emerge non solo una crescita ponderata dell’attività di credito ma un rafforzamento patrimoniale di non trascurabile rilievo, specie se rapportato ad un territorio che ha conosciuto l’impatto di una crisi ormai stabilizzata. C’è da domandarsi - aggiunge

il professore - fino a quando realtà vitali e virtuali, come alcune Bcc operanti nel territorio possano resistere sul mercato, in assenza di una coerente e serio indirizzo per lo sviluppo del Mezzogiorno». Il prof. Fauceglia conclude il suo intervento sul valore ed il contributo della Bcc di Aquara nel corso della sua lunga storia sul territorio salernitano: «Anche sotto questo profilo più sociologico che economico-reddituale, mi pare distinguersi l’attività della Bcc di Aquara, che non dimentica di essere una società cooperativa, sia pure operante nel settore bancario, ma soprattutto non tradisce la sua prevalente vocazione territoriale, nonostante il legislatore abbia configurato un’organizzazione di “gruppo” che contrasta e “tradisce” la storia e la missione delle banche di credito cooperativo».

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