Se l'agricoltura salverà il Cilento

Indispensabili Parchi Didattici per i giovani

LIUCCIO GIUSEPPINO I Viaggi del Poeta
Cilento - venerdì 21 giugno 2019
Carciofeto
Carciofeto © Web

I dati sullo spopolamento del Cilento interno sono allarmanti. Prevedono la desertificazione delle attività con effetti devastanti su ambiente e paesaggio. Il fenomeno è ritardato solo dalla sopravvivenza di una generazione, che, nonostante gli anni, dissoda e sarchia, pota e irrora, scruta il cielo e trema per piogge e grandinate violente, gelate improvvise e siccità prolungate e registra negli occhi tremuli il miracolo delle gemme a primavera, del grano che si fa pane, dell'uva che si gonfia e traluce a settembre, delle olive che s'ingravidano di umori solari in estate e brillano nelle iridescenze viola in autunno. Forse siamo alla vigilia della morte annunziata della poesia georgica cilentana in una con la naturale decimazione di potatori e contadini tutto fare, bonari dei Pan delle nostre campagne? Rivivremo la epopea della civiltà contadina solo attraverso la memoria dei musei?

Quello dell'agricoltura è un mondo di grande potenzialità e mi piacerebbe se politica, imprenditoria e media puntassero a dare una "impronta culturale" anche a questo settore attraverso iniziative integrate: Turismo ed Agricoltura, itinerari attrezzati per le strade del vino, le città dell'olio, i paesi delle castagne, agricoltura e mito, letteratura e agricoltura, musica e agricoltura, cinema ed agricoltura.
Sarebbe un modo, non l'unico, ma certamente efficace, per motivare i giovani al ritorno ai campi. Io sogno da tempo un concerto di musica, magari le "Quattro Stagioni" di Vivaldi, o una recita di poesie scelte, su di un'aia di uno dei paesi delle colline spalancate sul mare dei miti e della Grande Storia Sarebbe da "rivoluzione culturale" teatralizzare Virgilio (Georgiche e Bucoliche) ma anche Omero, Teocrito, Esiodo (Le opere e i giorni) Lisia (Per l'ulivo sacro) Sofocle (Edipo a Colono)... Anche le campagne hanno una grande storia di cultura da esporre e proporre. A queste mie riflessioni aggiungerei anche la necessità inderogabile di ipotizzare e realizzare i parchi didattici in tutto il Cilento, ma particolarmente nella pianura di Paestum e nei paesi delle colline della Kora. Su questo secondo tema però mi riprometto di fare una riflessione più ampia per chiarirne meglio il significato e l'importanza. Queste mie riflessioni le sottopongo soprattutto al nuovo assessore all'ambiente e all'agricoltura del comune di Capaccio Paestum. Non ho avuto il piacere di conoscerlo personalmente ma so che è un operatore del settore preparato, motivato e determinato. Si chiama Ettore Bellelli, che a parte il nome omerico che promette coraggiose battaglie, è di tradizione familiare un uomo determinato e di grande impegno politico e civile che certamente dimostrerà anche nell'esercizio delle sue funzioni di amministratore. Glielo auguro e me lo auguro nell'interesse di tutta la comunità pestana per un futuro di grande sviluppo che la proporranno come punto di riferimento per il Cilento ma soprattutto per la regione Campania e tutta l'Italia meridionale. Di qui anche la necessità di stimolare l'orgoglio di amore e di appartenenza delle nuove generazioni attraverso la realizzazione dei parchi didattici. Anche per questo mi auguro di avere l'opportunità di uno scambio di idee fecondo e produttivo con il nuovo assessore.

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